Svizzera
Abusi nella chiesa, il Nazionale dice sì a un piano di protezione per prevenire gli abusi
© Shutterstock
© Shutterstock
Keystone-ats
un mese fa
La Camera del popolo ha approvato sei mozioni in tal senso. La Camera del cantoni deve ancora esprimersi sul tema.

Vi è urgenza affinché chiese, scuole e associazioni che svolgono attività con bambini e giovani si dotino di piani di protezione standardizzati, vincolanti per prevenire abusi sessuali, fisici e psichici. È quanto chiedono sei mozioni, dal contenuto simile, sostenute da quasi l'intero arco politico presente in Parlamento (tranne l'UDC), approvate oggi dal Consiglio nazionale per 125 voti a 59 contro il parere del Consiglio federale, contrario per motivi istituzionali. Sui singoli atti parlamentari dovrà ancora pronunciarsi il Consiglio degli Stati.

Agire con urgenza

Stando agli autori delle mozioni, fra cui l'ecologista Greta Gysin (TI), casi recenti mostrano che oggigiorno in alcune organizzazioni l'integrità sessuale e psichica non è garantita. Oltre alle scioccanti notizie sulla violenza a sfondo sessuale, fisica e psichica perpetrata su bambini e giovani nella Chiesa cattolica come mostra un rapporto sulla questione, altre rivelazioni riportano di violenze consumate in associazioni sportive, per esempio nel settore dello sport di competizione o in quello della formazione nelle scuole di balletto.

Per contrastare questo fenomeno, le mozioni domandano al governo di introdurre piani di protezione efficaci e vincolanti a livello nazionale, che permettano di rendere le istituzioni che propongono attività per bambini e giovani adulti luoghi sicuri e di ridurre al minimo il rischio che bambini e giovani adulti siano vittime di abusi.

Manca base costituzionale...

Nel suo intervento, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha dovuto ammettere che oggigiorno giovani e bambini non sono ancora sufficientemente protetti dagli abusi. Benché le istituzioni menzionate facciano un lavoro rimarchevole, va fatto di più a livello di prevenzione.

Tuttavia, ha puntualizzato la "ministra" della socialità, le mozioni ci chiedono di legiferare in settori di competenza cantonale. Insomma, mancano le basi costituzionali per ottemperare alle richieste delle mozioni, giacché il settore dell'educazione e dei rapporti con le istituzioni religiose "non di nostra competenza".

...ma disposti a esaminare problema

Ad ogni modo, per non dare l'impressione di nascondersi dietro aspetti formali e tenuto conto della legittimità delle richieste contemplate dagli atti parlamentari in questione, Baume-Schneider ha promesso che chiederà agli Stati di conferire all'esecutivo un mandato d'esame affinché il collegio possa esaminare il problema ed eventualmente fare proposte. Prima del voto sulle mozioni, il plenum ha approvato - questa volta col benestare del Consiglio federale - un postulato della sua commissione degli affari giuridici che incarica il governo di presentare un rapporto che illustri in quale misura in Svizzera le organizzazioni preposte all’assistenza di persone vulnerabili, come giovani o persone bisognose di assistenza spirituale (chiese, associazioni sportive o comunità religiose, per esempio), trattano i casi interni di abusi sessuali verificatisi in passato e coinvolgono le autorità penali competenti nonché le misure che sono state adottate per impedire eventuali casi di abuso in futuro. Sulla base di tale analisi, l'esecutivo dovrà stabilire inoltre se sia necessario intervenire a livello legislativo per migliorare la situazione e quali sarebbero le opzioni disponibili a tal fine.