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A Saint-Moritz il permafrost si scalda: termosifoni sotterranei per salvare la funivia del Piz Nair
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Redazione
3 ore fa
Per contrastare il riscaldamento del permafrost sotto la stazione della funivia del Piz Nair, a 3057 metri di quota, Saint-Moritz sperimenta per la prima volta in Europa un sistema di termosifoni sotterranei alimentato da CO₂ naturale e senza consumo di energia.

Le oscillazioni di temperatura registrate negli ultimi anni a Saint-Moritz (GR) stanno mettendo in pericolo la stabilità del permafrost sotto il Piz Nair, e con essa la sicurezza della stazione della funivia situata a 3'057 metri di altitudine. Stando a quanto riportato da 20 Minutes, per contrastare il fenomeno è stato installato un sistema pionieristico in Europa: termosifoni sotterranei che raffreddano il terreno in modo naturale.

Il progetto

Il progetto, ideato dall’ingegnere geotecnico Lukas Arenson, si basa su tubi ermetici riempiti di anidride carbonica compressa che sfruttano un ciclo continuo di evaporazione e condensazione. In inverno, quando il terreno è più caldo dell’aria, la CO₂ liquida assorbe il calore, evapora, si raffredda in superficie e ricade poi allo stato liquido, mantenendo costantemente gelato il suolo. L’intero processo avviene senza consumo di energia. Questa tecnologia, già diffusa in Canada, Alaska e Siberia per proteggere infrastrutture sensibili come oleodotti, strade e aeroporti, viene ora applicata per la prima volta in Europa a un impianto turistico alpino. L’investimento complessivo ammonta a quasi due milioni di franchi svizzeri e punta a garantire la stabilità dell’infrastruttura anche negli anni a venire.

Altre regioni alpine interessate

Il progetto di Saint-Moritz è seguito con attenzione da altre regioni alpine che affrontano sfide simili legate al riscaldamento del suolo. Le prime verifiche dell’efficacia del sistema sono previste nei prossimi anni, nell’ambito di un monitoraggio costante. In un contesto di cambiamento climatico accelerato, l’iniziativa rappresenta un esempio concreto di adattamento tecnologico per preservare le infrastrutture di alta quota e, con esse, l’equilibrio delicato delle Alpi.