
Oltre 7'000 muratori della Svizzera romanda sono scesi in piazza oggi a Losanna per protestare contro il peggioramento delle loro condizioni di lavoro. Dopo le mobilitazioni di ieri in diverse città, i lavoratori del settore edile hanno nuovamente bloccato i cantieri dell'Arco lemanico. Il presidente dell'Unione sindacale svizzera (USS), Pierre-Yves Maillard, ha espresso solidarietà ai manifestanti, denunciando una offensiva padronale che prevede orari più lunghi, il sabato lavorativo e la riduzione dei supplementi salariali.
Proposte SSIC "inaccettabili"
Secondo il sindacato Unia, le proposte della Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) sono "inaccettabili" e, in caso di mancato accordo, i muratori sono pronti a proseguire lo sciopero fino a fine anno o all'inizio del 2026. La presidente di Unia, Vania Alleva, ha ricordato che le richieste sono ragionevoli: giornata di otto ore, pausa caffè retribuita, pagamento completo del tempo di spostamento e adeguamento dei salari al rincaro.
Carenza di manodopera
Il settore affronta inoltre una grave carenza di manodopera: secondo il sindacato Syna, entro il 2040 mancheranno 30'000 muratori. Per attrarre giovani e personale qualificato, i sindacati chiedono condizioni di lavoro più umane. Dopo Losanna, nuove mobilitazioni sono previste a Basilea e a Zurigo nei prossimi giorni.
