
È ora che il Consiglio federale adotti "misure concrete in linea con le Convenzioni di Ginevra e le risoluzioni dell'ONU" nella questione mediorientale: l'esortazione, indirizzata al consigliere federale Ignazio Cassis, viene da 55 ex ambasciatori del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Secondo quanto pubblicato oggi dal Sonntagsblick, i diplomatici hanno inviato al ministro degli esteri una lettera aperta.
Forme di pulizia etnica e di genocidio
Nella missiva si mette in guardia contro "la pulizia etnica e i processi di genocidio", riporta il domenicale zurighese. L'appello al consigliere federale ticinese recita testualmente: "I piani di espulsione della popolazione civile da Gaza e di rioccupazione militare dell'area da parte di Israele devono essere respinti senza indugio. Entrambi costituiscono violazioni del diritto internazionale e rappresentano forme di pulizia etnica e di genocidio, come stabilito dalla Corte internazionale di giustizia (CIG)".
Nessuna collaborazione con la Gaza Humanitarian Foundation
Inoltre, la Svizzera deve rifiutare chiaramente qualsiasi collaborazione con la Gaza Humanitarian Foundation, gestita dagli Stati Uniti e autorizzata da Israele. Il suo sistema di distribuzione di generi alimentari non è conforme ai principi di neutralità, trasparenza e indipendenza delle Nazioni Unite.
Stop all'investimento nel settore militare israeliano
Nella lettera gli ex ambasciatori esortano la Confederazione a sospendere qualsiasi cooperazione scientifica e accademica con Israele che comporti una violazione del diritto internazionale, così come qualsiasi cooperazione, finanziamento e investimento nel settore militare e dei servizi segreti.
Divieto di ingresso in Svizzera
Alle persone con un mandato di arresto internazionale e ai coloni condannati per atti di violenza deve essere vietato l'ingresso in Svizzera. Inoltre, tutti i prodotti israeliani importati in Svizzera devono riportare l'indicazione della loro provenienza dagli insediamenti.
Riconoscere immediatamente lo Stato palestinese
Nell'ottica di una soluzione a due Stati, la Svizzera deve riconoscere immediatamente lo Stato palestinese, come hanno già fatto 148 altri Stati membri dell'ONU. "La Svizzera dovrebbe assumere un ruolo attivo nella conferenza internazionale delle Nazioni Unite prevista per metà giugno a New York, copresieduta dall'Arabia Saudita e dalla Francia e dedicata alla concreta attuazione della soluzione dei due Stati", scrivono stando al Sonntagsblick.
Rilasciare gli ostaggi e i detenuti senza processo
Oltre all'immediato rilascio degli ostaggi israeliani, la Svizzera deve anche chiedere il rilascio di tutti i prigionieri palestinesi detenuti senza processo.
I firmatari
Tra i firmatari della lettera figurano l'ex ambasciatore svizzero in Germania Paul Seger, l'ex consigliere nazionale Tim Guldimann, l'ex ambasciatore negli Stati Uniti Urs Ziswiler, i due ex ambasciatori speciali per il Medio Oriente Didier Pfirter e Jean-Daniel Ruch e l'ex ambasciatore in Iran Philippe Welti.