
Il rigore parato da Amir Saipi è stato l’episodio decisivo per il successo del Lugano contro il Basilea nella partita della scorsa domenica. Ma dietro quel momento c’è un percorso complesso, fatto di critiche e lavoro. A Fuorigioco sprint ne abbiamo parlato con il preparatore dei portieri, Germano Vailati, che racconta come il numero uno bianconero stia affrontando gli ultimi mesi.
Quel rigore parato
Sul duello dal dischetto con Shaqiri, Samir ha detto che ha seguito l’istinto: "È Amir che deve prendere le decisioni”, precisa Vailati. “Ai nostri livelli si conoscono le statistiche dei tiratori e Shaqiri era quasi un 50/50. L'unica cosa che gli avevo chiesto era di aspettare fino all'ultimo per decidere da che parte andare. È comunque molto bravo sui rigori, lo ha dimostrato anche in settimana durante l'allenamento. È arrivato in fiducia per preparare il rigore e poi ci ha azzeccato". Amir, aggiunge Vailati, “ha fatto una partita piena che ha aiutato la squadra a tornare con tre punti, nonostante ci possa essere sempre qualche errore".
Un periodo difficile
Nella seconda parata, Saipi ha mostrato grande reattività. Un atteggiamento che aveva forse un po’ perso negli ultimi mesi. Ma secondo Vailati il portiere sta ora lavorando bene. "Amir adesso mentalmente c'è, ha riconosciuto che c'era un problema e ha agito di conseguenza. Nelle ultime settimane abbiamo potuto lavorare con intensità e piacere. Amir ha lavorato sull'intensità, la velocità dei gesti, anche divertendosi. Ora rimangono altre partite. Vedremo come andranno le due partite in nazionale, poi sarà di nuovo al servizio del Lugano. Speriamo di vederlo tornare nelle migliori condizioni possibili”. Per quanto riguarda il periodo difficile, l’arrivo di David von Ballmoos “ha permesso di farlo lavorare un po’ nell’ombra, soprattutto per quanto riguarda la parte di forza e attività”, riconosce Vailati. “C'è ancora molto lavoro da fare, soprattutto nella gestione del suo fisico. Se riuscirà a fare un passo avanti con quello, è sulla buona via”. Gestire gli alti e bassi fa comunque parte del mestiere: “Come portiere devi avere una fiducia in te stesso che sia intoccabile. Nessuno è perfetto, ma chi sbaglia meno è il più bravo”. Sulle ambizioni europee del portiere, Vailati è sincero: “Nella testa c’è. Ma fisicamente oggi non è ancora pronto. Se lavorerà bene, potrà esserlo. Il potenziale ce l’ha”.
