
Dopo un europeo di alto livello, in cui la
Svizzera ha sfiorato la prima, storica, semifinale, l’Associazione Svizzera di
Calcio ha confermato Murat Yakin e Giorgio Contini sulla panchina
rossocrociata. Una notizia divenuta ufficiale già venerdì scorso, anche se,
come confermato da Adrian Arnold, responsabile della comunicazione dell’Asf, i
contratti sono stati firmati solo durante il weekend a causa di qualche
dettaglio da regolare.
Dettagli che hanno fatto slittare a lunedì la
conferenza stampa dedicata ai rinnovi, annunciati dal presidente Dominique
Blanc. Quattro anni di contratto per Murat Yakin, due invece per Giorgio
Contini. “Sono dei rinnovi meritati e orientati al futuro. Durante le
contrattazioni abbiamo parlato di voler confermare i risultati, di avere
continuità” ha dichiarato il 74enne, che ha voluto puntualizzare sulle
questioni finanziarie: “Come sapete, non parliamo di cifre, ma posso dire che
siamo rimasti nei limiti prestabiliti”.
Maggiori dettagli sul contratto di Murat Yakin
li ha poi forniti Pierluigi Tami, direttore delle nazionali Svizzere: “Per
quanto riguarda la durata dei contratti, Yakin ha firmato un contratto di 2+2
anni. Chiaramente il primo obiettivo è la qualificazione ai Mondiali. Dopodiché
ci siederemo con Murat, Giorgio e tutto lo staff per fare un’analisi
approfondita di quello che ha funzionato e dove dobbiamo investire e
migliorare. Se non dovessimo qualificarci per i Mondiali, il contratto andrebbe
in scadenza. A questo punto dovremmo discutere se vogliamo continuare lo stesso
a lavorare assieme. In caso di qualificazione invece il contratto si
rinnoverebbe automaticamente per altri 2 anni”.
Murat Yakin, il piano A
Un rinnovo, quello di Murat Yakin, che dopo
l’ottimo Mondiale è sembrato essere solo una formalità. “Ho sempre detto che
per me Murat era il piano A” racconta infatti Tami “e mi ha fatto molto piacere
che martedì, al nostro primo incontro, Yakin abbia detto che anche per lui la
Nazionale rappresentava il piano A. È molto motivato e siamo tutti concordi sui
nostri obiettivi sportivi. Siamo molto soddisfatti dell’evoluzione della
squadra negli ultimi 6 mesi. Siamo riusciti a trasmettere delle belle emozioni
ai nostri tifosi. Adesso ci attendono delle nuove sfide, e per poterle vincere,
ci servono persone che credono in questo progetto e che siano fiere e motivate.
Con Murat e Giorgio ho trovato tutto ciò. Blanc ha parlato di continuità, io
aggiungo che vogliamo confermare il livello che abbiamo raggiunto e per fare
ciò, dobbiamo migliorare ancora”.
Yakin invece, dopo i ringraziamenti di rito,
ha sottolineato l’importanza di avere continuità, prima di rimarcare la bontà
del suo lavoro. “In questi 3 anni abbiamo raggiunto quasi tutti gli obiettivi
che mi sono stati dati. Sono stati anni belli e di successo e sono convinto
che, con questo staff e con Giorgio, possiamo continuare così. Sono molto fiero
e felice di poter continuare a guidare la Nazionale e farò di tutto per avere
più successo possibile anche nella prossima campagna. Questa squadra ha potenziale,
abbiamo dimostrato di poter giocare un calcio bello e vincente ai massimi
livelli e di poter dare fastidio anche alle grandi squadre”.
Giorgio Contini, l’allenatore che fa l’assistente
Un tassello fondamentale della Nati è
sicuramente Giorgio Contini. Dopo un autunno di crisi, i rossocrociati in
questo 2024 sono rinati. Il merito di tutto ciò sembra sempre più dovuto
all’ingaggio del nuovo assistente allenatore, anche lui ovviamente confermato
in panchina. “Devo ringraziare tutti” esordisce Contini “ma specialmente Murat,
perché è grazie a lui che ho ricevuto questa possibilità. Eravamo convinti che
potessimo fare bene. Non vediamo l’ora di affrontare le prossime sfide. La
nostra collaborazione ha funzionato benissimo e lo staff è ottimo. Abbiamo una
buona base e sono fiero che possiamo continuare assieme”.
Un rinnovo inevitabile, quello di Contini,
anche se il 50enne è un allenatore e non un assistente, come ha confermato lui
stesso in passato. Ecco quindi che il rinnovo non era forse così scontato,
anche considerando che sono girate voci di offerte come capo allenatore. “Negli
ultimi anni ho già avuto diverse possibilità di fare l’allenatore in un club.
Già durante la mia prima conferenza stampa con la nazionale avevo avuto modo di
dire che è anche una questione di valori e rispetto, e penso sia che quello che
ho ricevuto nelle ultime settimane da parte di Blanc, Tami, Yakin e di tutto lo
staff. È stata una decisione che ho preso con la testa, con raziocinio. Qui sta
crescendo qualcosa, insieme stiamo costruendo qualcosa. Per me era chiaro che
volevo continuare con Murat, inoltre mi vedo molto bene in questo ruolo”. Ha
spiegato così la sua decisione di rinnovare, Contini. E il suo rapporto con
Yakin ha avuto un ruolo decisivo: “Non è solo una questione calcistica, ma
soprattutto umana. Se durante il lavoro puoi ridere spesso e se al mattino ti
svegli volentieri per andare alle riunioni o a guardare delle partite, è già
un’ottima cosa. Il rapporto con Murat non è solo professionale, ma anche
umano”.
Nonostante tutte le belle parole, non bisogna
però dimenticare che Contini ha firmato “solo” per due anni, senza l’opzione di
rinnovare per un altro biennio, al contrario di Yakin. “Farò di tutto per
raggiungere i mondiali, poi anche per me ci saranno delle possibilità. Non
voglio quindi pensare troppo a cosa succederà dopo i Mondiali” ha spiegato
Contini, che non vuole precludersi la possibilità di tornare ad allenare in
tempi troppo lunghi.
Un’eliminazione che lascia l’amaro in bocca...
Nel corso della conferenza stampa, inevitabilmente si è parlato anche della finale tra Spagna e Inghilterra, ma soprattutto del rammarico che in campo a Berlino non ci fossero i colori rossocrociati. “Vedendo com’è finito questo europeo, penso che abbia fatto male a tutti non vedere la Svizzera in campo ieri sera” ammette infatti Murat Yakin. “Sarebbe stato possibile raggiungere la finale, era un obiettivo realistico. Con questa squadra e con il momentum che avevamo, era possibile andare molto lontano. Siamo usciti ai rigori, la fortuna non era dalla nostra parte. Purtroppo è così, ci siamo andati vicini, ma con questa squadra era possibile fare di più”.
...ma che ha evidenziato grandi progressi
Rispetto agli ultimi Mondiali, quando la Svizzera era stata eliminata agli ottavi di finale dal Portogallo con un pesante 6-1, sono stati compiuti diversi passi avanti, come ha voluto sottolineare Pierluigi Tami: “Voglio ringraziare pubblicamente tutto lo staff, perché penso che negli ultimi due anni siamo cresciuti molto. Dopo aver abbiamo analizzato gli ultimi mondiali, sono stato appoggiato su alcune iniziative che hanno dato dei risultati. Quest’anno eravamo allo stesso livello dell’Inghilterra, sia da un punto di vista calcistico, ma anche da quello fisico e mentale. Alla quinta partita in 20 giorni, siamo riusciti ad offrire una grande prestazione. Murat e il suo staff avevano una chiara idea di come volevano giocare, ma alla quinta partita hai bisogno anche di altre qualità e in questo senso ho visto grandi progressi”.
Il rapporto tra tifosi e Nazionale
Dopo mesi complicati non era scontato, ma
questo europeo è riuscito anche nell’impresa di ricucire il rapporto tra tifosi
e Nazionale. “L’entusiasmo dei nostri tifosi è dovuto alle prestazioni della
squadra. La gente vuole vedere una squadra che funziona. Chiaro, è sempre bello
segnare, ma in questo torneo è stato anche impressionante vedere come tutti
abbiano lavorato a livello difensivo. La squadra ha giocato con grande
passione, solidarietà e rispetto. In passato si è discusso dei nostri valori,
ma in questo europeo li abbiamo visti molto chiaramente in campo” spiega il
direttore delle nazionali Tami.
Murat Yakin, dal canto suo, ha anche parlato
del gioco della sua squadra. In un Europeo in cui molte big hanno deluso e
addirittura annoiato, la Nati ha convinto e divertito. “Giocare bene è molto
importante. Ovviamente il risultato viene prima di tutto, ma anche come lo
ottieni ha la sua importanza. Noi dello staff preferiamo vedere il bel gioco,
ma questo vale anche per i giocatori. L’estetica fa parte del calcio perché
alla fine facciamo parte dell’industria dello spettacolo”.