Hockey
Il Lugano si butta a tutta sul mercato, il Ds: "Non considero mai la squadra al completo"
©Chiara Zocchetti
©Chiara Zocchetti
Dominick Von Burg
2 giorni fa
Uno sguardo ai recenti colpi di mercato messi a segno dalla società bianconera, da quelli in arrivo dalla NHL al ritorno a casa di Bertaggia.

Sono giorni intensi in casa Lugano. Il mercato infatti è in fermento, con il club bianconero che nelle ultime 24 ore ha annunciato due arrivi, una partenza e un rinnovo. Tanto lavoro, insomma, per il direttore sportivo Janick Steinmann, che ci ha innanzitutto presentato Rasmus Kupari, il nuovo centro finlandese giunto sulle rive del Ceresio. “Kupari è un centro completo, molto forte difensivamente, anche perché negli ultimi anni ha spesso giocato in un ruolo difensivo. Tuttavia, possiede anche importanti abilità offensive, che non è però stato in grado di esprimere in Nordamerica. È ancora giovane, quindi mi aspetto che possa svilupparsi ulteriormente e diventare un giocatore completo. Grazie alla sua tecnica e al suo pattinaggio – ottimo anche per gli standard NHL – potrà avere un grande impatto nel nostro campionato”. 

"Metterà a segno diversi punti"

Dopo 6 stagioni in Nordamerica, di cui le ultime 4 prevalentemente in NHL - 14 gol e 24 assist in 228 partite, questo il bilancio di Kupari nel miglior campionato del mondo – il 25enne ha deciso di tornare in Europa anche per sfruttare il suo potenziale offensivo, sul quale Steinmann non ha alcun dubbio. “Mi aspetto che Kupari, in Svizzera, possa essere un giocatore in grado di mettere a segno diversi punti. Questo è anche uno dei motivi per cui Rasmus ha voluto venire da noi: è ancora giovane, è stato draftato al primo turno anche per le sue qualità offensive, ma fin qui in Nordamerica è soprattutto stato impiegato in ruoli difensivi, visto che dispone anche di un gran fisico ed è affidabile difensivamente. Adesso, però, è arrivato ad un punto della sua carriera in cui non vuole più essere limitato solamente a questo ruolo. È chiaro che se in NHL, che è il miglior campionato del mondo, non vieni impiegato in linee offensive, i tuoi numeri non possono essere eccezionali. Ma sia io che Rasmus vogliamo che a Lugano mette in mostra un gioco two-ways, quindi sicuramente avrà un grande impatto anche offensivamente”.

"Preferisco sempre chi gioca per la squadra"

Two-ways, parole che ripete spesso il direttore sportivo bianconero. D’altronde sono caratteristiche che ben si sposano anche per i suoi altri due colpi stranieri, il difensore Connor Carrick e il centro Mike Sgarbossa. “Anche per quanto riguarda gli stranieri, non mi piace ingaggiare giocatori prettamente offensivi, preferisco sempre dei two-ways, che giocano per la squadra. Ho osservato Kupari anche in AHL, dove aveva più tempo di ghiaccio e compiti più offensivi. Sono quindi molto fiducioso che, nel giusto ambiente e con i compagni adatti, sarà un giocatore molto solido per noi. So che qui in Svizzera quasi tutti gli stranieri sono valutati in base ai punti, ma per noi è più importante vincere le partite e avere la giusta mentalità e cultura. Quando sono arrivato a Lugano ho detto di volere cambiare la cultura del club. So che questo era già stato detto in passato, però fin qui abbiamo ingaggiato giocatori che vogliono veramente portare sul ghiaccio un gioco di squadra. Ovviamente vogliamo anche offrire un gioco divertente per i tifosi, e sono fiducioso che tutti questi giocatori siano anche in grado di segnare, perché hanno tanta qualità. La gente amerà venire alla pista per guardare le nostre partite. Tuttavia, avevamo davvero bisogno di giocatori che lavorino duramente, per la squadra, e che vogliono cambiare la cultura qui a Lugano”.

"Non considero mai la squadra al completo"

Con l’ingaggio di Kupari, salgono a sei i giocatori stranieri sotto contratto. “Nel mio ruolo non considero mai la squadra al completo” precisa Steinmann. “Può sempre succedere qualcosa, dagli infortuni, a giocatori che vogliono partire. Quindi non sei mai sicuro di quando la tua rosa è al completo. Se voglio partire con 6 o 7 stranieri? È difficile rispondere in questo momento, dipende anche da come cambierà la nostra rosa e da cosa offrirà il mercato. Pertanto non posso dare una risposta. Può anche essere che ad agosto succederà qualcosa, e quindi sarò chiamato a prendere delle decisioni. Se ora rispondo che partiremo con 6 o 7 stranieri e poi magari ne avremo 8, ecco che mi direte che non sono stato onesto, quindi è difficile rispondere”.

Il ritorno di Bertaggia

Sicuramente più facile è invece parlare di Alessio Bertaggia, con il direttore sportivo bianconero decisamente raggiante per il ritorno del 31enne. “Sono molto contento del suo ritorno. Conosco Alessio da molti anni, guadagniamo un pezzo molto importante per la nostra squadra. È cresciuto qui, ha molta passione per questi colori, porterà tanta velocità ed è ancora nella migliore età hockeistica. Non sono preoccupato dal fatto che a fine contratto avrà quasi 35 anni. È esplosivo e dispone di un ottimo pattinaggio, quindi penso che potrà portare il suo gioco anche nelle prossime stagioni. Non ho insomma esitato a offrirgli un triennale”.

La partenza di Verboon

L’arrivo di Bertaggia, che aveva ancora un anno di contratto con il Ginevra, è di fatto uno scambio con Matthew Verboon, che compie il tragitto inverso. “Tutto è nato con delle conversazioni tra i due club” ci spiega Steinmann, “poi sia il Lugano che il Ginevra hanno avuto ottimi colloqui con i rispettivi giocatori. Infine, penso che tutti abbiano concordato che si trattava di uno scambio in cui ci guadagnavano tutti. Il fatto che Verboon sia cresciuto a Ginevra e Bertaggia a Lugano ha sicuramente reso più facile il tutto. Verboon ormai non è più un giovane, e mi aveva confidato che a un certo punto della sua carriera gli sarebbe piaciuto tornare a Ginevra, quindi questo era sicuramente un fattore nella sua testa. Per quanto riguarda Bertaggia, mi ha sempre detto che il suo cuore era a Lugano. A Ginevra era felice, ma in caso di trasferimento, Lugano era la sua prima opzione. Penso che sia uno scambio che abbia senso per tutte le parti in causa. Secondo me Verboon rende al meglio come centro e se guardo la nostra rosa, non penso che da noi abbia una possibilità in quel ruolo. Ritengo che Bertaggia sia più utile per noi: ha velocità, intensità, può giocare in diverse linee, ricoprire più ruoli ed essere utilizzato in diverse situazioni. Insomma, Alessio ci dà più opzioni. Se tutto ciò lo combiniamo con il suo carattere, la sua passione e il suo amore per il club, penso che sia un ottimo innesto per noi. Con questo non voglio togliere nulla a Verboon, è un’ottima persona e un bravo giocatore, ma a livello di velocità e intensità c’è una bella differenza con Bertaggia, e questo ci può fare molto comodo”.

"Bertaggia non è qui solo per fare punti"

Nelle sue tre stagioni a Ginevra, Bertaggia è stato spesso utilizzato in quarta linea, con il suo bottino di punti che ha logicamente accusato una flessione rispetto ai suoi anni a Lugano. “Bertaggia non verrà valutato solo in base ai punti, porta molto di più ad una squadra. Ovviamente lui vorrà segnare, perché ogni gol aumenta la tua fiducia, e anche io spero che possa tornare a fare più gol come in passato. Darà però anche un grosso contributo con la sua velocità e intensità, e sarà prezioso anche in boxplay. Porta insomma tanti elementi che ci servono per portare in pista un gioco di squadra. Anche lui si vede in questo ruolo, vuole portare questo gioco a Lugano. Se poi finirà per contabilizzare anche un buon bottino di reti e assist, tanto meglio. Non è però questo il motivo principale per cui l’ho riportato a Lugano”.

Il rinnovo di Peltonen

Infine, il Lugano ha anche comunicato di aver rinnovato il contratto di Aleksi Peltonen. Una situazione particolare, visto che poco meno di due mesi fa, il club bianconero aveva ufficialmente salutato il figlio d’arte. “Al termine di una stagione, tutto va sempre molto velocemente” chiarisce il direttore sportivo bianconero. “Ci sono gli exit meetings e tutti vogliono cosa succederà in futuro. Ho detto subito ai giocatori che annunceremo la partenza di tutti coloro che sono giunti a fine contratto, ma che a me serviva più tempo per analizzare bene il mercato e parlare con le altre squadre, visto che la stagione era appena finita. Ho quindi sempre lasciato aperta la porta per Aleksi Peltonen, perché sono dell’opinione che negli ultimi anni non abbia mai ricevuto una vera possibilità in National League. Dopo la conclusione della stagione, ho fatto molte ricerche su di lui e sono giunto alla conclusione che è un ragazzo che lavora davvero duro e che ben si adatta alla nostra filosofia, quindi ho voluto dargli un’altra opportunità”.

I tag di questo articolo