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Arrestato per autoriciclaggio il presidente della Reggina
Immagine Shutterstock
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Keystone-ats
2 anni fa
I militari della Guardia di Finanza stanno eseguendo una serie di perquisizioni e hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di circa 11,440 milioni di euro e delle quote sociali di 17 società

Il presidente della squadra di calcio della Reggina, Luca Gallo, è stato posto agli arresti domiciliari. I reati ipotizzati nei confronti dell’imprenditore sono autoriciclaggio e mancato versamento di imposte. Oltre ad essere presidente del club calabrese che milita in serie B, Luca Gallo opera nel settore dei servizi di sostegno alle imprese per la gestione e la fornitura del personale.

Le indagini
I militari della Guardia di Finanza stanno eseguendo una serie di perquisizioni e hanno dato inoltre esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di circa 11,440 milioni di euro e delle quote sociali di 17 società. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal Giudice per le indagini preliminari (gipo) del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, al fine di impedire la reiterazione dei reati. Le indagini che hanno portato all’arresto del presidente della Reggina Calcio hanno riguardato i flussi finanziari tra le numerose società facenti capo all’indagato. Il core business, dicono gli investigatori, è rappresentato in particolare dalla fornitura e gestione di personale messo a disposizione di imprese terze, dislocate su tutto il territorio nazionale e operanti nei più svariati ambiti, dalla ristorazione ai servizi alberghieri, dalla pulizia alle attività di logistica e facchinaggio. Complessivamente, le società rientranti nel sequestro impiegano oltre 1700 dipendenti.

I provvedimenti
“Gli odierni provvedimenti - spiega la GdF - traggono origine da indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Roma alla Guardia di Finanza e da attività svolte in sinergia con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro nei confronti di società riconducibili all’indagato, nei cui ambito veniva accertato lo svolgimento di un’attività di somministrazione di personale ricorrendo allo schema del fittizio appalto di servizi e l’autofinanziamento dell’attività d’impresa attraverso il sistematico omesso versamento delle imposte, in particolare dell’Iva e delle ritenute, nonché dei contributi relativi ai lavoratori dipendenti”. E in questo contesto Gallo era già stato destinatario, nel 2021, di un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dal Gip del Tribunale di Roma per quasi 7 milioni. Dai successivi accertamenti, dice ancora la Finanza, “sono stati acquisiti gravi elementi indiziari in ordine al sistematico reimpiego di cospicue somme provento dall’omesso versamento dell’Iva per acquisire il controllo e la gestione” della Reggina, che “non è oggetto della misura cautelare emessa dall’Autorità Giudiziaria”.

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