Matteo Quadranti
Un sì convinto alla riforma EFAS
©Chiara Zocchetti
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Redazione
20 giorni fa
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Puntuale come sempre, anche l’autunno in corso è caratterizzato dal dibattito, dai commenti e dall’indignazione di ampie cerchie sul previsto e comunicato aumento dei premi di cassa malati per l’anno prossimo. Dopo gli ultimi tre anni di premi in netta crescita è però difficile biasimare chi inizia a definire il sistema sanitario insostenibile o chi invoca soluzioni drastiche. È indiscutibile che da tempo sono necessarie riforme incisive, soprattutto per rivedere alcuni incentivi che oggi rasentano l’assurdo.

Uno di questi colpisce i ticinesi in modo particolarmente negativo. Contrariamente a molti settori dell’economia, nella sanità il progresso sta chiamando maggiormente alla cassa i cittadini, invece di sgravarli. Infatti, il progresso medico permette(rebbe) di effettuare sempre di più interventi e operazioni in regime ambulatoriale, dunque senza soggiorno ospedaliero. Questo non solo ha vantaggi per i pazienti (rientro a domicilio, rischio infezioni ospedaliero, ecc.), ma permette di ridurre i costi degli interventi in modo spesso significativo. Ma dal momento che i trattamenti ambulatoriali sono pagati completamente dai nostri premi e quelli stazionari in cliniche ed ospedali solo per il 45% (il resto lo copre il cantone), ecco che per il cittadino-assicurato il vantaggio di “costare meno” si traduce in un aumento ancor più marcato dei premi di cassa malati. E in Ticino – che virtuosamente ha una quota tendenzialmente alta di trattamenti ambulatoriali – questo paradossale meccanismo costituisce uno dei fattori dei premi superiori alla media.

In questo contesto il progetto di finanziamento uniforme in votazione a novembre assume il carattere di prima vera riforma del sistema sanitario e al contempo grande opportunità. Essa prevede una suddivisione “fissa” del finanziamento tra cantoni (24%) e casse malati (76%), sia per le prestazioni ambulatoriali che per quelle stazionarie. I risparmi per i pagatori di premi sono importanti: da una parte con la suddivisione proposta vi è un risparmio istantaneo particolarmente significativo per i ticinesi, e successivamente l’ulteriore spostamento verso le cure ambulatoriali permetterà a cantoni e assicurati di risparmiare grazie ai progressi della medicina. In termini assoluti si parla di miliardi di franchi.

Di fronte a ciò, in Ticino ancor più che altrove, la decisione sulla prima vera soluzione proposta per contenere i costi della sanità appare ovvia: con il finanziamento uniforme il risparmio immediato e futuro è tangibile, intervenendo su incentivi che attualmente ostacolano l’innovazione, la qualità e l’efficienza delle cure. Grazie alla riforma, i pazienti riceveranno trattamenti basati sulle necessità cliniche e non su considerazioni economiche o di finanziamento. Per questo mi impegno convinto a favore di un Sì al finanziamento uniforme il prossimo 24 novembre.

Matteo Quadranti, Gran Consigliere e membro della Commissione sanità e socialità

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