Niccolò Mazzi-Damotti
Ultimi giorni per votare: NO a EFAS il 24 novembre
Redazione
13 giorni fa
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Mancano pochi giorni al voto popolare. Domenica saremo chiamati a esprimerci sulla modifica della LaMal, conosciuta con l’acronimo tedesco EFAS. Questa riforma propone di ricalcolare la ripartizione dei costi delle cure tra Cantoni e casse malati, riducendo la partecipazione delle assicurazioni malattia alle cure ambulatoriali, ma aumentandola per quelle stazionarie e di lunga durata. La riforma mira a uniformare la partecipazione ai costi nella misura del 74% a carico delle assicurazioni e del 26% a carico dei Cantoni. A un primo sguardo, la riduzione della partecipazione alle cure ambulatoriali potrebbe sembrare vantaggiosa per i premi assicurativi. Tuttavia, non si considera il quasi raddoppio della partecipazione delle assicurazioni alle cure stazionarie e di lunga durata, che sono estremamente più costose e sempre più richieste a causa del costante invecchiamento della popolazione.

Le criticità

Un aspetto fondamentale è la differenza tra il finanziamento tramite i premi assicurativi e quello pubblico. I premi assicurativi sono in costante aumento e uguali per tutti, indipendentemente dal reddito, mentre il finanziamento cantonale si basa sul principio della proporzionalità, secondo il quale le imposte sono prelevate in funzione delle capacità economiche dei cittadini e delle cittadine. Nel settore sociosanitario, le condizioni di lavoro sono già oggi estenuanti, con alti tassi di abbandono della professione, spesso precoce. Con questa riforma, il personale sanitario sarebbe sottoposto a ulteriori pressioni, peggiorando ulteriormente le condizioni lavorative e, di conseguenza, la qualità delle cure. Inoltre, EFAS aumenterebbe il potere decisionale delle casse malati, trasformando la scelta delle cure in una questione puramente contabile, con il rischio di creare una medicina a due velocità.

Chi è a favore

Non sorprende che i principali sostenitori del "sì" alla riforma siano le casse malati, gli attori dell’industria farmaceutica e gli enti privati attivi nella sanità. Al contrario, il Consiglio di Stato ticinese si è espresso chiaramente contro questa proposta, evidenziando il grave impatto che avrebbe sulle finanze cantonali. È innegabile che il nostro sistema sanitario necessiti di una riforma radicale, volta a ridurre il peso dei premi assicurativi, migliorare la qualità delle cure e garantire condizioni di lavoro dignitose per chi opera nel settore. Tuttavia, questa proposta non va nella giusta direzione e rischia di avere un effetto boomerang: premi più alti e cure di qualità inferiore. Per queste ragioni, vi invito a votare "no" alla modifica della LaMal il prossimo 24 novembre.

Niccolò Mazzi-Damotti, Direzione PS Ticino

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