Oggi ci troviamo di fronte a una sfida delicata: come genitori e come società, desideriamo proteggere i nostri figli dalle influenze negative che minacciano il loro benessere, dalle dipendenze ai media fino alle sostanze nocive. Tuttavia, mentre ci impegniamo a farlo, sembriamo ancora ignorare il crescente impatto delle cosiddette droghe digitali. È moralmente accettabile permettere ai giovani di essere esposti a contenuti digitali studiati per creare dipendenza, che catturano la loro attenzione e li tengono intrappolati per ore? Come possiamo ignorare i danni alla salute mentale e fisica dei nostri figli, che potrebbero essere prevenuti affrontando alla radice questo problema?
La questione non è se la marijuana sarà legalizzata o meno; la vera sfida è l'ipocrisia nel trattare alcuni prodotti che creano dipendenza come legittimi strumenti di mercato. Come possiamo accettare la vendita di contenuti videoludici che spingono i giovani a comprare gemme e premi digitali, alimentando dipendenze economiche e psicologiche? È moralmente inaccettabile. Non possiamo più tollerare che la salute dei nostri giovani venga sfruttata a fini di profitto.
Le piattaforme digitali devono assumersi la loro responsabilità. Non possiamo permettere che continuino a rilasciare contenuti in maniera atta a creare dipendenza, rubando tempo prezioso alla qualità della vita familiare. Questi strumenti, per quanto tecnologicamente avanzati, stanno diventando pervasivi, trasformando il tempo di qualità che genitori e figli dovrebbero trascorrere insieme in dibattiti accesi e continui su limiti di utilizzo. Non è accettabile che le nostre interazioni familiari siano contaminate da ciò che possiamo definire una dipendenza mediatica.
Durante l'adolescenza, tra i 12 e i 16 anni, ragazzi e ragazze non hanno ancora sviluppato appieno la capacità critica che emerge con la maturazione della corteccia prefrontale, rendendoli particolarmente vulnerabili a queste influenze. Sebbene in seguito saranno in grado di destreggiarsi meglio, è proprio in questa fase che un rapporto di qualità con i genitori diventa cruciale per proteggerli e guidarli verso scelte più consapevoli.
Diamo più serenità alle famiglie. Questo è fondamentale per rendere la nostra società più equilibrata. Il tempo di qualità coi figli è un bene da difendere a spada tratta. Quando le famiglie sono serene, tutta la società ne beneficia. Questo non è solo un vantaggio individuale, ma un risultato positivo per l'intera collettività.
Sì, la libertà di espressione è un diritto fondamentale, ma dobbiamo riconoscere che molte di queste piattaforme non promuovono informazione o cultura, bensì lucrano su meccanismi di dipendenza indotta. Certamente, esistono contenuti di valore, ma sono offuscati da prodotti che banalizzano la violenza e incitano alla superficialità. I nostri legislatori devono aggiornare le norme per affrontare queste sfide moderne e proteggere il futuro delle nuove generazioni.
Non si tratta solo di leggi, ma di costruire una società in cui il benessere e lo sviluppo dei nostri figli vengano prima dei profitti. È ora di promuovere un equilibrio tra produzione responsabile dei media e qualità della vita familiare e sociale, per il bene di tutti.
Lorenzo De Micheli, Costituzione Radicale