
Il Gran Consiglio, nella seduta del 25.02.2025, ha respinto l’iniziativa popolare legislativa “Per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità”, presentata nel 2022, in piena epoca pandemica. L'iniziativa chiedeva una migliore tutela delle condizioni di lavoro in un settore duramente messo alla prova. Gli applausi in segno di riconoscimento per i sacrifici sostenuti dal personale furono senza dubbio apprezzati, ma da soli non bastano: servono condizioni lavorative adeguate al carico sostenuto.
Turni che comprendono notti e giorni festivi devono poter alternarsi a periodi di riposo e ricevere un migliore riconoscimento. Il settore socioeducativo deve essere equiparato, in termini contrattuali, a quello sociosanitario, e i contratti collettivi di lavoro (CCL) devono essere implementati.
La burocrazia legata al controllo della qualità va affidata a una commissione indipendente. Le problematiche che possono sorgere tra pazienti o utenti, personale curante o educante e le direzioni delle strutture devono essere gestite da mediatori qualificati. Il rapporto numerico, detto "rank", tra personale curante e pazienti/utenti deve tornare a un massimo di 1 a 4: il tempo dedicato alle cure è infatti il criterio fondamentale per garantire prestazioni di qualità. È su questo che bisogna investire, piuttosto che in macchinari e strutture sempre più sofisticate e costose.
L’iniziativa su cui siamo chiamati a esprimerci è stata promossa dalla classe lavorativa, con oltre 7'700 firme raccolte, e intende fissare in una legge quadro cantonale i principi sopra descritti, riassunti nei seguenti cinque punti:
1. Garantire condizioni lavorative minime comuni a tutto il settore sociosanitario e socioeducativo, promuovendo l’attrattività delle professioni, la durata delle carriere e prevenendo l’abbandono precoce;
2. Codificare i diritti di pazienti e utenti;
3. Introdurre una valutazione indipendente e trasparente della qualità nelle strutture;
4. Creare organi di mediazione accessibili a pazienti, utenti e personale;
5. Adeguare le normative vigenti e rafforzare la sorveglianza parlamentare sul settore; purché quest’ultima non si traduca in un’eccessiva ingerenza statale, accompagnata da maggiori costi che non garantiscono necessariamente un migliore controllo.
Riteniamo fondamentale che l’organo di vigilanza sia competente in materia e indipendente dalla politica. Con gli iniziativisti, condividiamo l’urgenza di un intervento a favore del personale sociosanitario e socioeducativo, mediante una regolamentazione quadro che orienti la volontà politica e il finanziamento pubblico al miglioramento delle condizioni lavorative, a vantaggio del personale, dei pazienti/utenti e della coesione sociale. Questa regolamentazione dovrà essere istituita in collaborazione con tutte le parti interessate attraverso un processo di dialogo, condivisione e partecipazione attiva.
Con queste premesse, HelvEthica Ticino invita il 15 giugno prossimo a sostenere l’iniziativa popolare “Per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità”.
Nodo intermodale
Il progetto in votazione, la cosiddetta Variante di base del “nodo intermodale di Locarno-Muralto”, non è mai piaciuto alla popolazione che ha espresso la sua opposizione con ben 4 raccolte di firme. Il Comitato referendario non si oppone al nodo intermodale in sé, ma ne chiede uno bello e funzionale. Il progetto in votazione riempie lo storico Viale Cattori (la strada che dalla stazione scende al lago) di circolazione: bus e taxi in salita, auto in discesa, e poi biciclette, altri mezzi lenti e pedoni in tutte le direzioni. E malgrado “l’ingarbugliamento” di questa zona teoricamente di relax e d’incontro, il traffico sulla strada principale non promette di fluidificarsi, anzi: vista l’introduzione di semafori minaccia di peggiorare.
Tutto questo per un costo preventivato di 17 milioni di franchi (salvo sorprese a consuntivo), suddiviso tra Cantone (7 mio), Confederazione (5 mio), Comuni (4 mio) e FFS (280'000.- fr.). Nemmeno la ripartizione della spesa è condivisibile, dato che le FFS qui vincono il jackpot (il loro terreno da non costruibile diverrà edificabile).
L’istoriato mostra che le autorità hanno operato forzature e non hanno ascoltato la popolazione. Le Petizioni ai vari livelli, le richieste di partecipare a un gruppo di lavoro, le lettere al Municipio di Muralto e un ricorso al Consiglio di Stato (CdS) sono rimasti lettera morta.
Le autorità non hanno argomenti per difendere il progetto in sé. Ricordano solo che sono passati 10 anni, che non bisogna perdere un sussidio federale e rivolgono la critica inconsistente ai Comitati Salva Viale Cattori e referendario di fare perdere tempo. Ma se si esamina l’iter si scopre che sono state piuttosto le autorità a creare lungaggini e non i gruppi di cittadini, che hanno dovuto reagire tempestivamente, pressati dai termini di legge.
Per questi motivi invitiamo tutti, il 15.06.2025, a respingere lo Stanziamento di un credito per la realizzazione del nodo intermodale alla stazione FFS di Locarno-Muralto, così da aprire un dibattito pubblico e democratico e cercare una soluzione che convinca anche la popolazione.