Varini Gian-Luigi
Nodo intermodale e l’immagine della politica
Redazione
2 giorni fa
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Che vinca il SÌ o il NO, il 15 giugno la vera perdente è la politica. Quella politica del fragoroso baccano che ha monopolizzato questo ultimo mese l’attenzione pubblica nell’evidente tentativo di indirizzare la decisione popolare sulla soluzione che non risolve e non convince, da lei stessa imposta, gettando ulteriori ombre sulla sua già critica e fragile credibilità. Il contributo più emblematico di questo concitato periodo l’ha fornito il veterano dei Sindaci del Locarnese che ai microfoni del Quotidiano andato in onda il 2 giugno, mostrando le case alle spalle di tre veicoli posteggiati in modo ineccepibile davanti alla stazione, ha detto: "Non è più accettabile tollerare questo disordine per salvaguardare l’interesse di pochi privati". In aggiunta ai numerosi residenti, i “pochi” privati rappresentano ben oltre una cinquantina di piccoli commerci, bar, ristoranti, attività di servizi, che danno lavoro a centinaia di persone, che a loro volta mantengono numerose famiglie. Questi “pochi” privati con il loro lavoro creano indotto e pagano imposte che permettono al primo cittadino del piccolo comune Muralto di poter osannare un territorio rigoglioso e dalle finanze sane. Una breve esternazione che espressa da un politico di lunga data fa chiaramente trasparire lo scarso valore che viene attribuito alle persone comuni, mettendo seriamente in discussione la legittimità dello scopo che si vuole a tutti i costi raggiungere. Poi chiedersi perché i cittadini votano sempre meno e sempre più si allontanano dalla politica, è pura retorica. In un modo o in un altro, il nodo intermodale verrà realizzato e in men che non si dica, nel perfetto stile ipocrita di quella classe di politici che si sono fatti eleggere solo per apparire, non ne parlerà più nessuno. Triste e nel contempo sempre più preoccupante, ma sembrerebbe che nel futuro non vi sia più spazio per i sentimentalismi; figuriamoci per l’opinione della popolazione.

Dal tono decisamente più genuino e reale, un’anziana Signora di Lugano nel voler rivivere un ricordo del passato si ritrova alla stazione di Locarno-Muralto e all’uscita riferendosi a viale Cattori descrive: “Mi vedo davanti a un viale foderato di quadretti rossi, fiancheggiato da case chiare e filari di alberi con in fondo il lungolago dove giocavo tanto. Alberi verdi e aiole decorate e fiorite sotto gli alberi che si stagliano contro il cielo azzurro e il lago blu. È un quadro e un quadro non si deve sfregiare”.

Ogni franco speso per la variante chiamata di base è un franco buttato. Le lacune e le criticità del progetto sono tante e ripetere perché salvare questo luogo incantevole non serve più. Chi lo conosce lo sa e di certo avrà votato NO. Gli altri potranno continuare a vantarsi d’aver sostenuto un improvvisato quanto fin da subito poco verosimile sodalizio politico di facciata finito pochi istanti dopo in gazzarra per una mossa di scacchi.

Varini Gian-Luigi, Comitato Salva Viale Cattori

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