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Marco Baggi e Daniel Mitric - Iniziativa sulla giustizia: la fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vede benissimo
Redazione
2 anni fa

Il termine “giustizia” proviene dal latino “iustitia” che deriva a sua volta da “iustus” (giusto, diritto). Secondo Celso, il diritto è l’arte di ciò che è giusto ed equo. L’Iniziativa sulla giustizia è tutto meno che giusta ed equa. È giusto che sia il caso a scegliere i giudici federali? Se sì, sulla base di quali criteri? È equo che l’iniziativa concerna i giudici del TF ma non quelli del TAF e del TPF? Non dobbiamo vergognarci di affermare che a livello federale godiamo di uno dei migliori sistemi giuridici al mondo: i giudici federali vengono nominati tenendo in considerazione fattori quali l’età, la provenienza, ma soprattutto le capacità professionali e l’equa ripartizione delle forze politiche. Alcuni non gradiscono che i giudici debbano affiliarsi ad un partito per potersi candidare per quest’incarico.

L’iniziativa propone quindi di sorteggiarli tra un pool di candidati selezionati da una commissione, eletta a sua volta dal Consiglio federale per la durata di ben 12 anni. Così facendo ci si limita a spostare il problema, ammesso che questo sussista, dal momento che sarà ancora la politica, seppur indirettamente, ad occuparsi della procedura di nomina. La commissione sarà composta da persone in carne ed ossa, ognuna con le proprie idee ed il proprio modo di pensare; è utopico ed irreale pensare di poter garantire una totale imparzialità dei suoi membri. Il testo dell’iniziativa non specifica inoltre le competenze necessarie per farvi parte. Uno dei fattori più problematici e controversi è rappresentato dai criteri che verranno utilizzati per selezionare i candidati giudici. Tra di essi troviamo solo l’equa rappresentanza delle lingue nazionali, ma non quella dei sessi e delle regioni (è fondamentale garantire l’equilibrio tra città e periferia). In un periodo storico nel quale le autorità vengono quotidianamente sfiduciate necessitiamo di sicurezza e meno diffidenza, soprattutto nei confronti delle istituzioni che nel corso della storia recente hanno dimostrato di funzionare.

150 anni di storia ci insegnano che nessun giudice è mai stato sfiduciato perché ritenuto parziale o limitato nei propri giudizi da condizionamenti partitici esterni; anzi, taluno non ha esitato a denunciare pubblicamente pressioni esercitate da esponenti della propria area politica di riferimento ciò che comprova una sostanziale indipendenza e la piena coscienza del proprio ruolo istituzionale. È giusto che sia la politica ad occuparsi della nomina dei giudici in quanto, piaccia o meno, essa rimane lo specchio più fedele di una società, anche della più frammentata. Per concludere, due parole sul sistema di sorteggio in quanto tale: una pratica squalificante e difficilmente conciliabile con la tradizione elvetica. Invitiamo quindi a rifiutare quest’Iniziativa perché se è vero che la fortuna è cieca, la sfortuna troppo spesso ci vede benissimo.

Marco Baggi

Presidente Generazione Giovani PPD Ticino

Daniel Mitric

Presidente Giovani Liberali Radicali Ticinesi

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