Associazione Orticoltori Ticinesi
L’iniziativa estrema sulla Biodiversità: un bel specchietto per le allodole
ORTI
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Redazione
16 giorni fa
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L'Associazione Orticoltori Ticinesi (ORTI) vuol condividere alcune importanti considerazioni in vista della votazione popolare del 22 settembre 2024. Pur presentandosi come una nobile causa l'iniziativa sulla biodiversità, in realtà nasconde infatti una serie di problematiche che non possono essere ignorate.

Oggi, in Svizzera già un quinto della superficie agricola utile è destinato alla promozione della biodiversità; questo senza contare le superfici boschive, quelle di estivazione e di alpeggio. Eppure, se approvata, l'iniziativa non favorirebbe ulteriormente la biodiversità, bensì causerebbe un aumento delle importazioni, ricorsi legali, divieti e costi supplementari, che finirebbero per gravare sull’intera popolazione. Questa misura, apparentemente benintenzionata, potrebbe in realtà trasformarsi in un boomerang per l'economia agricola e alimentare del nostro Paese.

Negli ultimi decenni, la Svizzera ha visto la sua popolazione crescere da 7 a quasi 9 milioni di abitanti. Questa crescita ha comportato un’accelerata urbanizzazione, diventata una delle sfide più pressanti del nostro tempo. Nonostante ciò, gli iniziativisti evitano accuratamente di affrontare questo tema cruciale, probabilmente per timore di perdere il sostegno della popolazione urbana. Questo silenzio è tanto eloquente quanto preoccupante, poiché implica un tacito consenso alla inevitabile riduzione della produzione di derrate alimentari, energia e legname indigeni, con la conseguente dipendenza sempre maggiore dalle importazioni e dal turismo della spesa.

I dati parlano chiaro: ogni secondo, la Svizzera perde 1,2 m2 di superfici agricole, che ammontano al 35% del totale nazionale, e 0,2 m2 di superfici improduttive, pari al 25%. Al contrario, le superfici boschive aumentano del 32% e quelle di insediamento crescono dell'8%, rispettivamente di 0,6 e 0,7 m2 al secondo. Questa preoccupante tendenza suggerisce la necessità di frenare l’espansione delle zone edificate e dei boschi, che stanno rapidamente erodendo le terre agricole produttive, che sono cruciali per la nostra autosufficienza alimentare e per il mantenimento di un equilibrio sostenibile.

Il tanto auspicato consumo di verdure fresche, promesso come base di una dieta sana ed equilibrata, richiede anche la possibilità di costruire nuove strutture coperte, che permettano la coltivazione al riparo dalle sempre più frequenti avversità climatiche. Tuttavia, a causa della mancanza di terreni adeguati a questo tipo di attrezzature, già oggi riscontriamo difficoltà nell'ottenere autorizzazioni per edificare tali strutture. Con le sue ulteriori restrizioni, l’iniziativa sulla biodiversità minaccia di limitare ancora di più lo sviluppo e la continuità del settore orticolo, e mette a rischio la nostra capacità di garantire un approvvigionamento alimentare di origine locale.

Questa situazione solleva una domanda cruciale: l'iniziativa non starà forse proponendo soluzioni semplicistiche a un problema estremamente complesso? La realtà è che accettare l'iniziativa, significherebbe legare le mani a chi è impegnato nella gestione delle risorse naturali, impedendo un uso equilibrato e sostenibile delle risorse a fini turistici, energetici, agricoli, forestali e di sviluppo del territorio. Invece di risolvere i problemi, rischia di crearne di nuovi e più gravi, mettendo in pericolo il delicato equilibrio tra tutela ambientale e sviluppo economico.

Per tutti questi motivi, come conformemente alla presa di posizione del Consiglio Federale, è necessario essere coerenti e votare NO all'iniziativa sulla biodiversità, al fine di continuare a proteggere i nostri terreni agricoli, la nostra economia, e non da ultimo il benessere delle future generazioni.

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