Giorgio Chiappini
Imposta preventiva, diamo dinamismo al mercato dei capitali
Redazione
2 anni fa
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Il mercato dei capitali ricopre da sempre una grande importanza per le società, come per gli enti di diritto pubblico, in quanto permette loro di finanziarsi attraverso un canale diverso da quello bancario. Tale mercato ha però una limitazione che rende i titoli di debito meno appetibili per gli investitori esteri: l’imposta preventiva.

Quest’ultima prevede che il 35% degli interessi percepiti dal prestatore finisca nelle tasche della Confederazione. Se il contribuente è domiciliato in Svizzera, tale importo gli viene reso al momento in cui esso dichiara correttamente gli interessi nella sua dichiarazione d’imposta. Se invece l’investitore è estero, la procedura per recuperare l’imposta preventiva è complicata e spesso prevede soltanto un rimborso parziale se non addirittura nullo.

Va da sé che le società elvetiche preferiscono emettere le loro obbligazioni in paesi terzi in cui l’imposta preventiva non è riscossa. Si tratta dunque di uno svantaggio competitivo per la nostra piazza finanziaria (che negli ultimi anni ha già sofferto abbastanza) che da un lato vede i propri volumi inferiori a quelli che potenzialmente potrebbero essere, mentre dall’altro evidenzia una difficoltà superiore per le nostre società a finanziare la loro crescita tramite il riscorso a capitali esteri. 

Il comitato referendario, che si oppone all’abolizione dell’imposta preventiva, sostiene che ciò comporterà un incremento della criminalità fiscale e in una perdita di gettito fiscale di poco inferiore al miliardo di franchi. Tuttavia non considerano come la regolamentazione inerente lo scambio automatico di informazioni garantisca come gli interessi siano tassati in modo corretto e dunque le perdite fiscali attese saranno più contenute rispetto a quanto da loro preventivato.

La seconda tesi del comitato contro l’abolizione dell’imposta preventiva sostiene invece che a beneficiare di tale misura saranno prevalentemente gli investitori esteri, in quanto l’imposta preventiva continuerà a essere riscossa sui conti bancari dei cittadini svizzeri.

In questo caso occorre stare attenti a non confondere benefici con incentivi. Chiaramente per un cittadino svizzero non cambierà nulla direttamente, mentre per uno straniero sì, in quanto non si vedrà più tassato con la prospettiva di recuperare poco o nulla tale importo.

Ciò nonostante, per capire appieno la portata di tale riforma, è necessario non essere miopi focalizzandosi esclusivamente sul gettito fiscale, ma osservare il potenziale indotto per la nostra piazza finanziaria. Non solo i nostri i nostri mercati vedranno crescere i propri volumi e la propria centralità, ma, soprattutto, le nostre aziende saranno più interessanti per gli investitori esteri con un conseguente impatto positivo su crescita e sviluppo.

 Giorgio Chiappini, Consigliere comunale PLR Massagno 

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