Gioventù Comunista
Contro la leva militare obbligatoria: solidarietà agli studenti e alle studentesse che scioperano in Germania!
©Chiara Zocchetti
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Redazione
11 giorni fa
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La Gioventù Comunista svizzera esprime la sua più ferma solidarietà agli studenti e alle studentesse che in Germania sciopereranno il 5 dicembre contro la leva militare obbligatoria, una lotta che sosteniamo da sempre e che ci lega ai nostri compagni e compagne all’estero specialmente in questo preoccupante frangente storico. Il riarmo europeo, sostenuto da NATO e UE, non è un pericolo unicamente per gli stati che aderiscono a tali organizzazioni guerrafondaie, ma anche per la Svizzera che sempre più si piega ai diktat di Washington e Bruxelles, seguendo pedissequamente i loro esempi di militarizzazione della società. Se nella nostra realtà nazionale a spaventarci c’è lo smantellamento del Servizio Civile in favore di quello militare – che contrastiamo promuovendo il relativo referendum - , la concretizzazione di progetti per coinvolgere coercitivamente le donne nell’esercito, l'invio di soldati all'estero e le sempre più numerose “cooperazioni” con l’Alleanza Atlantica che i nostri generali sostengono, in Germania la situazione appare ancora più buia. Il militarismo è infatti entrato sistematicamente all’interno delle scuole, nelle quali vengono promossi programmi educativi che trattano di tematiche relative alle esercitazioni belliche, all’arruolamento in massa della popolazione e all’ostilità verso tutto ciò che si può considerare esterno al potere euroatlantico. Inoltre, il settore scolastico è sempre fra quelli maggiormente colpiti dai tagli neoliberisti imposti dai nostri rispettivi governi. La giustificazione delle necessità finanziarie per tagliare sulla scuola perde sempre più credibilità per ogni centesimo speso per l’esercito: un vero e proprio pozzo senza fondo per cui i finanziamenti non bastano mai, né in Svizzera, sebbene sia già sovradimensionato, né in Germania.

In tale contesto, esprimiamo la nostra soddisfazione e la nostra stima verso i compagni tedeschi che coraggiosamente hanno scelto di mobilitarsi: un esempio che intendiamo seguire anche nel nostro Paese, come già lo abbiamo fatto nella nostra manifestazione del 15 marzo scorso per dire no alla NATO, sì alla Pace. Parole d’ordine alle quali affianchiamo a nostra volta la rivendicazione di una società demilitarizzata e che valorizzi la sua istruzione anziché il suo esercito

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