Giorgio Cassina
AVS 21: una soluzione provvisoria, ma necessaria
Immagine Cdt/Zocchetti
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Redazione
2 anni fa
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La soluzione elaborata dal consigliere federale Berset e dal suo dipartimento intende dare una risposta ad un problema di fondamentale importanza che attanaglia la previdenza vecchiaia e superstiti svizzera (AVS, il primo pilastro del sistema previdenziale elvetico), la cui stabilità finanziaria è in pericolo. La proposta non contiene una riforma strutturale, ma dei correttivi che consentano di temporeggiare un certo tempo (circa 10 anni) al fine di permettere alla politica di elaborare una vera riforma dell’AVS, ritenuta ormai unanimemente necessaria.

Il nostro sistema previdenziale basato sui tre pilastri ha ormai la sua età. È entrato in vigore nel lontano 1972, quando la situazione economica e demografica della nostra società era ben diversa da quella di oggi. Allora la speranza di vita alla nascita era di circa dieci anni meno di oggi (seppur l’età pensionabile fosse la stessa), la Svizzera si trovava in un boom economico importante e inoltre la forbice tra natalità e mortalità non rappresentava fonte di preoccupazione, con i bambini nati che superavano di gran lunga le persone decedute. Oggi la situazione è cambiata. A fronte di un netto miglioramento della speranza di vita, l’età pensionabile è rimasta invariata, con la conseguenza che più persone rimangono in pensione più a lungo. Inoltre la popolazione invecchia progressivamente: alla moltitudine di persone nate nel famoso baby boom che sta invecchiando corrisponde da decenni una diminuzione delle nuove nascite.

Il principio di solidarietà tra generazioni su cui si basa l’AVS fu concepito in modo che il denaro versato dagli assicurati attivi in età lavorativa fosse direttamente trasferito ai pensionati. Il funzionamento corretto di tale sistema presuppone che il numero dei primi e dei secondi rimanga sostanzialmente equilibrato. Non appena invece una delle due parti della bilancia si “appesantisce”, come è attualmente il caso, ecco che il sistema finisce in una situazione di squilibrio che deve essere colmata. Servono insomma urgentemente dei correttivi, onde evitare che fra pochi anni le entrate dell’AVS non siano più sufficienti per finanziare tutte le rendite. Per tornare alla riforma sulla quale siamo chiamati ad esprimerci, la stessa sa più di cerotto temporaneo, ma è in ogni modo assolutamente necessaria per garantire il versamento delle rendite per i prossimi dieci anni. Nel frattempo, Consiglio federale e Parlamento dovranno riuscire a elaborare una soluzione che ripensi alla base il sistema dell’AVS. Viste le sconfitte rimediate dai precedenti tentativi di riforma sottoposti al giudizio popolare (2004, ’10, ’17), l’auspicio è che sia possibile muoversi velocemente e che non si punti su un unico cavallo.

Giorgio Cassina, membro GUDC Ticino

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