
Se il Canton Ticino fosse un’azienda, sarebbe fallito da tempo: basta guardare i bilanci degli ultimi anni per capire l’estrema gravità della situazione che coinvolge indirettamente tutti noi cittadini.
Quel che mi preme sottolineare è come da decenni si ragiona secondo una logica superata, quella che presume fondi inesauribili, grazie al prelevamento di tasse e imposte, che autorizzano a spendere e mantenere, senza metterne in discussione il reale e sostenibile bisogno, servizi di ogni genere. Quest’ultimi servono alla popolazione e ci mancherebbe, ma vi sono quelli essenziali e quelli non vitali.
Non possiamo più permetterci un Cantone che fa o vorrebbe far tutto. Purtroppo siamo arrivati al tempo dei sacrifici veri e reali, anche se questo esercizio avrebbe dovuto iniziare anni fa.
Dopo l’approvazione delle iniziative di Lega e PS sui premi di cassa malati – che comporteranno nuove uscite e meno entrate, è indispensabile cambiare mentalità, adottando quella di un’azienda privata che non può spendere più di quanto incassa e che sa tagliare dove le spese sono eccessive e investire laddove è possibile e indispensabile per la propria continuità.
Da anni la gestione cantonale dibatte sulla eventuale possibilità di esternare alcuni servizi, di cederli ad attori esterni sotto mandato di prestazione. L’attuale situazione economica però ben evidenza come sia ora di trovare un modo o un modello per alleggerire i costi generali, appaltando o tagliando servizi che, dati alla mano, il Ticino non può più permettersi di sostenere.
Per quanto riguardano gli investimenti, c’è chi sostiene che è indispensabile ora come ora rallentarli al minimo necessario e chi invece vorrebbe mantenere la spesa attuale e forse anche aumentarla.
Ma oggi i numeri dicono che questa voce di bilancio pesa per circa tre miliardi di franchi che prima o poi, qualcuno dovrà rimborsare ai creditori.
Serve dunque un deciso cambio di mentalità, con una logica manageriale, capace di superare il gioco politico dei compromessi e di guardare all’interesse generale. Bisogna scegliere con coraggio dove intervenire e come intervenire.
In futuro servono e serviranno persone che nel dirigere l’orchestra sappiano ragionare come imprenditori e questo non vale solo per il Governo ma anche per gli alti funzionari e i quadri medio-superiori. Una cultura imprenditoriale che con il tempo l’Amministrazione ne beneficerà e ovviamente anche i Comuni che a loro volta sicuramente si adegueranno.
Apparati pubblici più efficaci ed efficienti, razionalizzando servizi e scegliendo i giusti e proporzionati investimenti secondo le proprie possibilità.
Tiziano Galeazzi - Deputato UDC in Gran Consiglio - già Municipale di Lugano
