Comitato Sì alla porta d’accesso del Locarnese
Altro che Davide contro Golia
©Gabriele Putzu
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Redazione
2 giorni fa
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Il vero Golia è chi può permettersi di investire centinaia di migliaia di franchi per tappezzare il Ticino con la propria propaganda, nella speranza di mascherare una cronica mancanza di argomenti con fiumi di manifesti e slogan finanziari. Il Comitato “Salva Viale Cattori” si presenta come un gruppo spontaneo e popolare, ma dietro la facciata da “cittadini qualunque” si cela una campagna ben finanziata e organizzata, pronta a difendere interessi locali ed economici mascherandoli da sensibilità ambientale o urbanistica. Il Nodo Intermodale di Locarno-Muralto non è un capriccio della politica, ma un investimento strategico, discusso per anni e approvato da ogni livello istituzionale – comunale, cantonale e federale. È il frutto di un processo democratico e trasparente, non di un’imposizione dall’alto e se tante persone - politiche e non - lo sostengono è proprio perché è un progetto ponderato e ben studiato. Proprio al fine di ascoltare nuovamente tutte le voci si è deciso nel 2021 di sospendere per oltre due anni l’iter progettuale al fine di valutare nuovamente eventuali alternative. Da questo processo è scaturita un’unica variante tecnicamente fattibile e che, seppur molto peggiorativa rispetto a quella di base, permetteva di evitare il passaggio di bus su viale Cattori. La stessa è stata respinta dal Consiglio Comunale di Muralto e soprattutto dagli stessi referendisti!

La nuova fantomatica variante è già stata scartata

Il progetto attuale non esclude, ma valorizza l’intera area della stazione, rispondendo a criteri di mobilità sostenibile, sicurezza e funzionalità. Chi lo contesta preferisce bloccare tutto, cavalcando un “no” pretestuoso che non propone alternative concrete, ma solo rinvii e veti incrociati. Dire che “non si è contro il nodo” ma poi affossarne ogni passo è solo un gioco retorico. Infatti la nuova fantomatica variante proposta ultimamente dai contrari è già stata valutata a più riprese e scartata perché non fattibile tecnicamente. Sebbene l’area a nord della stazione sia lunga, risulta infatti troppo stretta per permettere le manovre dei bus articolati, l’allineamento alle banchine e la creazione di marciapiedi rialzati a norma per persone con mobilità ridotta. Gli spazi limitati non consentirebbero inoltre di accogliere un numero sufficiente di stalli per i bus, né di garantire una convivenza sicura ed efficiente tra traffico automobilistico e trasporto pubblico in entrata e uscita da via Stazione. A questo si aggiunge il fatto che sul piazzale nord è prevista la creazione di un autosilo di due piani con 240 posteggi e una vasta terrazza verde sul tetto, pensata come naturale prolungamento del sagrato della chiesa di San Vittore. Inserire il terminale dei bus in questa zona significherebbe rinunciare a oltre 140 parcheggi in un comparto già carente sotto questo aspetto e non permetterebbe di separare le auto dai bus creando importanti conflitti su via stazione a scapito della fluidità del traffico stradale. Dal punto di vista infrastrutturale i limiti sono molteplici, sotto l’area si trova infatti la stazione della Centovallina, mentre a lato le FFS intendono realizzare un quarto binario con relativo marciapiede, necessario per gestire l’aumento dell’utenza ferroviaria, aspetti che rendono ancora più irrealizzabile l’ipotetica variante.

Perché votare sì

Va considerato anche che i terreni del piazzale nord sono di proprietà privata: ciò che implicherebbe costose e lunghe procedure di esproprio o acquisto, con un aggravio economico di molto superiore ai 7,1 milioni di franchi di quota cantonale prevista per il progetto attuale. In sintesi, il piazzale nord non rappresenta un'alternativa sostenibile né dal punto di vista tecnico, né da quello economico o urbanistico. Fermare oggi questo progetto significa paralizzare la mobilità del Locarnese per un altro decennio. Significa lasciare una delle aree più trafficate senza una soluzione efficace per trasporto pubblico, automobilisti, pendolari, studenti e turisti. Significa rinunciare a un’infrastruttura moderna e orientata al futuro. Si ricorda infine l’esito della votazione cantonale sul collegamento Locarno-A2. Abbondavano anche allora gli imbonitori secondo cui in due anni avremmo avuto un progetto migliore. Ne sono passati ormai quasi venti, e la soluzione per ora non si scorge ancora all’orizzonte...  Il 15 giugno votiamo SÌ Per un Locarnese che guarda avanti, non per chi ha interesse a mantenere tutto fermo.

 


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