
Arriva la proposta di modifica costituzionale che chiede l’introduzione di quote di sbarramento nel sistema elettorale cantonale del 4%.
Un partito con un elettorato inferiore al 4% non è degno di essere rappresentato sul palcoscenico della politica? E’ il pensiero soggiacente alla proposta. E’ quello che inducono a credere coloro che stanno affilando le lame sostenendo la modifica costituzionale del sistema elettorale ticinese. Non molto inclusiva come idea, per usare un termine in voga e ampiamente abusato. In fondo si tratta di un’espulsione forzata delle formazioni che con la loro presenza hanno mostrato che in fondo la partecipazione alla vita politica dei disillusi, quelli che disertano le urne, non è poi totalmente in declino. Gli elettori si risvegliano quando si affaccia in politica qualcuno che li coinvolge e parla cristiano, sollevando gli argomenti che contano. Se la proposta venisse accettata? I cittadini che hanno sostenuto un partito che ha ottenuto meno del 4% dei suffragi (circa il 14 % della popolazione votante) perderebbero il diritto ad essere rappresentati. E, ai partiti coinvolti, verrebbe levata l’autorizzazione a partecipare al beneamato modello democratico. Fuori voi! Troppo piccoli! I piccoli partiti sono proprio quelli che fanno emergere gli argomenti di cui la politica non vuole discutere. In fondo gli elettori che si sono legati alle formazioni nuove che non raggiungono il 4%, chiedono di sollevare questioni serie che sfuggono o non interessano alla maggioranza. Queste formazioni potrebbero crescere … oppure sparire, però senza spintoni, per cortesia. Certo che danno fastidio ed è la prerogativa del dissenso. Sbarrando il dissenso, si consolida il circolo vizioso del “Tutto a noi”. Una controrivoluzione della maggioranza. Ridurre alla passività i cittadini che si organizzano attorno ad un partito nuovo. Era stato sufficiente un Nano Bignasca per “Spaccare tutto” e ora spuntano altri movimenti non allineati e partono gli idranti. I nuovi partiti nascono perché qualcosa non funziona.
Massimo Delorenzi