
Il peluche portafortuna a forma di ippopotamo non le è bastato: la giovane ingegnera tedesca Michaela Benthaus dell'Agenzia spaziale europea dovrà attendere ancora per diventare la prima persona con disabilità a varcare i confini dello spazio. Il volo suborbitale NS-37 della compagnia Blue Origin che avrebbe dovuto portarla a conquistare il primato è stato infatti rinviato a causa di un problema tecnico che si è palesato a pochissimi secondi dal decollo.
Missione rimandata
La giornata sembrava essere iniziata nel migliore dei modi, con il sole splendente sul deserto texano dove si trova la base di lancio della compagnia di Jeff Bezos. Michaela, salita sulla piattaforma di lancio con la sua sedia a rotelle, aveva preso posto nella capsula New Shepard insieme ai cinque compagni di viaggio: l'investitore Joey Hyde, l'ingegnere aerospaziale Hans Koenigsmann, l'imprenditore Neal Milch, l'investitore Adonis Pouroulis e l'autoproclamatosi "nerd dello spazio" Jason Stansell. Il decollo era previsto per le 10 ora locale (le 17 in Svizzera), ma il conto alla rovescia è stato interrotto una prima volta quando mancavano dieci minuti, a causa dei venti in quota. Dopo più di mezz'ora il countdown è ripreso, ma poi è stato nuovamente fermato quando mancavano appena 58 secondi al decollo, per colpa di un problema tecnico non meglio precisato. Blue Origin ha comunicato che valuterà al più presto una nuova opportunità di lancio. Come di consueto, il volo suborbitale sarebbe dovuto durare una decina di minuti, il tempo necessario per portare i sei passeggeri appena sopra la linea di Kármán (il confine tra atmosfera e spazio a 100 chilometri di altezza) in modo da sperimentare la microgravità.
Il sogno di una vita
Per Michaela raggiungere lo spazio rappresenta il sogno di una vita, diventato per lei ancora più importante dopo che nel 2018 ha perso l'uso delle gambe a causa di un grave incidente in mountain bike che le ha provocato una lesione del midollo spinale. Imperterrita, Michaela ha continuato a coltivare la sua passione per lo spazio e l'ambizione di renderlo più accessibile anche ai disabili. Obiettivo condiviso anche dall'astronauta britannico John McFall dell'Agenzia spaziale europea, che lo scorso febbraio è diventato il primo al mondo a ottenere l'abilitazione per le missioni di lunga durata a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
