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Tutti pazzi per l’app che fa “cambiare sesso”
Redazione
4 anni fa
FaceApp sta spopolando di nuovo sui social, grazie a un nuovo filtro che trasforma le foto degli utenti nel sesso opposto. E c’è chi si è sbizzarrito

Molti si saranno resi conto, negli scorsi giorni, del ritorno di FaceApp, l’applicazione aveva spopolato già nel 2019 consentendo di invecchiare le foto scattate sul cellulare. Ora dilaga di nuovo su internet grazie a una nuova funzione, introdotta recentemente: il cambio sesso. Instagram e Facebook si sono dunque affollati di donne diventate uomini e uomini diventate donne, coinvolgendo anche celebrità, locali e meno, come i Blues Brothers.

Il ritorno alla popolarità dell'applicazione si deve proprio all'introduzione del nuovo filtro che, sfruttando l'intelligenza artificiale come il precedente, permette di trasformare il proprio volto come se si appartenesse al sesso opposto. In Ticino alcuni utenti si sono sbizzarriti trasformando alcuni degli "eroi" della lotta al Covid-19, come Garzoni, Merlani e Cocchi che potete vedere nella foto principale. In Italia tante le celebrità “faceappate”, da Michelle Hunziker a Laura Pausini, fino a un improbabile Maurizio Costanzo.

Ad alcuni il fenomeno però, come capitò già con il filtro invecchiante, dà già noia, tanto da arrivare a lanciare ironiche proteste.

Timori per la privacy? Questa volta sembra di no
Alla prima apparizione dell'applicazione, l'anno scorso, erano seguite numerose polemiche su un eventuale utilizzo improprio dei dati da parte degli sviluppatori del programma, ovvero Wireless Lab, una società con sede a San Pietroburgo fondata da un ex dirigente del più famoso motore di ricerca in Russia. I dubbi erano sorti dal fatto che l'azienda inizialmente non aveva fornito informazioni su che fine facessero le foto caricate dagli utenti, e si temeva che queste potessero essere utilizzate per fini incerti nel Paese dell'est. A seguito delle proteste FaceApp aveva assicurato che i dati non venivano condivisi con terze parti e, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, ora la ditta cancella automaticamente le foto dal cloud, ovvero l’archivio virtuale, a 48 ore dalla loro creazione, come sottolineato nella politica aziendale relativa alla privacy.

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