La ripresa delle trattative con l’Unione Europea dopo il fallimento dell’accordo quadro istituzionale sta già facendo discutere. Nella seduta dell’8 novembre il Consiglio federale ha analizzato i risultati dei colloqui esplorativi con l’UE e ha incaricato il Dipartimento federale degli affari esteri di elaborare un progetto di mandato negoziale coinvolgendo i dipartimenti interessati.
Ma quali sono i punti che dividono il mondo politico e quello del lavoro? Le prime reazioni sono state di segno opposto, con il giudizio sostanzialmente positivo da parte della politica e dell’economia, ma con l’UDC che promette battaglia e i sindacati che chiedono garanzie per la protezione dei lavoratori.
Le Lega ha subito alzato i toni con un titolo a tutta pagina sul Mattino di domenica scorsa. Secondo il consigliere nazionale Lorenzo Quadri la posta in gioco è la sovranità e l’indipendenza della Svizzera, che “con la ripresa dinamica-automatica del diritto UE ed i giudici stranieri, cesserebbero di esistere. Anche il destino dei diritti popolari sarebbe segnato: se le leggi ce le dettano gli eurobalivi, quel che i cittadini votano non conta più una cippa”.
Sul fronte opposto, tra gli altri, il PLR, per il quale la via bilaterale è di “vitale importanza per la nostra economia e la nostra società e deve quindi essere ulteriormente sviluppata”. Il partito nazionale nella sua presa di posizione ha criticato l’atteggiamento di blocco ideologico da parte dei sindacati, definendolo irresponsabile e dannoso, in quanto mette a rischio posti di lavoro e indebolisce la protezione dei salari. Per il Centro e i Verdi la ripresa delle trattative è un primo passo verso la stabilizzazione degli accordi bilaterali. Mentre i socialisti vorrebbero un mandato negoziale completo, “molto più ambizioso in termini di politica europea e con un elevato grado di trasparenza democratica”.
Intanto, domani il presidente francese Emmanuel Macron sarà a Berna per una visita ufficiale. E in agenda, oltre alle questioni riguardanti la sicurezza e la prosperità in Europa ci saranno anche gli obiettivi della Svizzera in materia di stabilizzazione e ulteriore sviluppo della via bilaterale con l’UE.
Si riuscirà, questa volta, a trovare una soluzione di compromesso o le posizioni sono ormai troppo cristallizzate?
“Svizzera-UE: percorso minato” è il titolo di Matrioska in onda questa sera alle 19,30 su TeleTicino. Ospiti di Marco Bazzi, il consigliere di Stato Norman Gobbi, il neo-consigliere nazionale del PLR Simone Gianini, il deputato dell’UDC Alain Bühler, e Jacques Ducry, leader di Costituzione radicale e presidente onorario del NUMES, il Nuovo movimento europeo Svizzera. In collegamento Skype, Giangiorgio Gargantini, segretario del sindacato UNIA, e Michele Rossi, Delegato relazioni esterne della Camera di commercio.