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Omicron “vive” fino a otto giorni sulla plastica
© CdT/ Chiara Zocchetti
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Keystone-ats
2 anni fa
Tale caratteristica, rilevata da uno studio della Kyoto Prefectural University of Medicine, contribuirebbe a spiegare la sua velocità di diffusione

Da uno studio della Kyoto Prefectural University of Medicine, in Giappone, emerge una nuova caratteristica della variante Omicron che potrebbe contribuire a spiegare la sua velocità di diffusione: mantiene la capacità di infettare anche dopo essere stata nell’ambiente per un lungo periodo di tempo, fino a otto giorni. Solo la variante Alfa ha mostrato una resistenza analoga.

Solo la variante Alfa ha dimostrato resistenza analoga
La ricerca è stata pubblicata sulla piattaforma bioRxiv, che rende disponibile gli studi in attesa di revisione della comunità scientifica. La ricerca ha misurato i tempi di sopravvivenza e persistenza su diverse superfici del virus SARS-CoV2, sia nella versione originaria, sia nelle varianti che si sono succedute. I test hanno mostrato che la variante Omicron riesce a sopravvivere 193,5 ore (circa 8 giorni) su una superficie di plastica (polistirene), più di tre volte rispetto al ceppo originario (56 ore) e della variante Gamma (59,3 ore); notevolmente più di Delta (114 ore) e Beta (156,6 ore). Solo la variante Alfa, con 191,3 ore ha mostrato una resistenza analoga.

“La più alta stabilità ambientale tra le varianti”
Omicron sopravvive, inoltre 21,1 ore su un modello di pelle. Anche in questo caso notevolmente più di quanto riuscisse al virus di Wuhan (8,6 ore), alla variante Gamma (11 ore) e Delta (16,8 ore). Simile invece la sopravvivenza di Alfa (19,6 ore) e Beta (19,1 ore). La variante Omicron ha mostrato inoltre una più alta capacità di resistere ai disinfettanti rispetto al ceppo di Wuhan, ma analoga a quella delle altre varianti e non tale da richiedere pratiche di disinfezione aggiuntive rispetto a quelle consuete.

“Questo studio ha mostrato che Omicron ha la più alta stabilità ambientale tra le varianti, ciò suggerisce che questa caratteristica possa essere uno dei fattori che hanno permesso alla variante Omicron di sostituire la variante Delta e diffondersi rapidamente”, scrivono i ricercatori.

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