Cinema
Netflix ingloba Warner Bros. E per Hollywood il futuro si fa incerto
© Shutterstock - Ticinonews
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Redazione
12 ore fa
L’industria del cinema è in fermento dopo che è stato annunciato l'accordo tra Netflix e Warner Bros. Dubbi sul futuro della distribuzione dei film nelle sale cinematografiche. La divisione antitrust è ora chiamata ad esaminare le nozze.

Un terremoto, fortunatamente solo metaforico, scuote Hollywood: si tratta dell'acquisizione di Warner Bros da parte di Netflix, che elimina così - almeno sulla carta - un concorrente di peso. L'operazione, valutata intorno agli 82,7 miliardi di dollari, pone diversi interrogativi. Ticinonews ha parlato con gli esperti del settore per capire implicazioni e prospettive della questione. 

"Forse il più grande 'deal' dell'industria cinematografica"

"Netflix viene sicuramente ad introdursi in modo pesante nel flusso produttivo dell'industria tradizionale con questa operazione", spiega Roberto Pomari, ex direttore del PalaCinema di Locarno. "Il franchise DC Comics, la piattaforma HBO Max, gli archivi Warner, tra i più forniti, sono raccolti tutti da Netflix". La portata dell'accordo è immensa, secondo Pomari: "si tratta forse del deal più importante della storia dell'industria cinematografica". Lo stesso ex direttore è scettico riguardo alle affermazioni di Netflix, che sostiene di voler mantenere la distribuzione in sala: sarebbero "affermazioni di comodo, fatte per tranquillizzare il mercato". 

Conseguenze ancora tutte da vedere

E per quanto riguarda l'utenza di Netflix, invece? Pomari si aspetta un rincaro: "Netflix non può permettersi di investire senza avere un ritorno in tempi relativamente brevi". Ciò, in ogni caso, sarà facilitato dall'enorme redditività dell'industria dello streaming: "il paradosso è che Warner con una distribuzione in sala può fare 10-12 milioni grazie ai biglietti staccati; Netflix in una serata può guadagnare 100 milioni, e sono 100 milioni che derivano da degli abbonati". Per conoscere le conseguenze sul settore bisognerà aspettare. In primis, anche perché l'amministrazione Trump si è già detta "fortemente scettica" in merito all'operazione.