
È morto l'attore Robert Redford, aveva 89 anni. Famoso anche come regista e attivista ambientale, è scomparso questa mattina, 16 settembre 2025, nella sua abitazione nello Utah. La notizia è stata confermata dalla sua agente, Cindi Berger, che ha precisato che si è spento nel sonno, lasciando un’eredità artistica e civile che ha segnato la storia del cinema e dell’impegno ecologista. È stato uno dei più grandi protagonisti del cinema americano, apprezzato come attore, regista e attivista ambientale. La sua ultima apparizione sul grande schermo è stata in Avengers Endgame (2019), in un cameo. Ma alle scene aveva già dato addio l'anno prima, con il film 'The Old Man & The Gun' di David Lowery. Nel 2017 gli era stato conferito il Leone d'oro alla carriera.
La sua vita
Nato il 18 agosto 1936 a Santa Monica (California) da Marta W. Hart, casalinga, e Charles Robert, lattaio di origine irlandese, Redford vede morire la madre a soli 41 anni, abbandona così gli studi nel 1956 e parte per l'Italia e la Francia, per misurarsi con la vita d'artista. "Erano gli anni della depressione, c'erano pochi soldi, i miei avevano perso tutto. Si erano trasferiti a vivere su una roulotte, emigrando da Chicago in California. Un paio di amici dei miei genitori, impietositi per via del pancione di mia madre, avevano accettato di ospitarci nel bungalow". Dopo aver abbandonato gli studi e dopo un periodo trascorso in Europa Redford si avvicinò al teatro, debuttando a Broadway prima di imporsi a Hollywood negli anni Sessanta. Nel 1980 esordì alla regia con Gente comune, film sulla disgregazione di una famiglia dell'alta borghesia dopo la morte di un figlio. Il lungometraggio ottenne altri tre Oscar, incluso quello per il miglior film, ma forse il suo maggiore impatto fu come pioniere e promotore del cinema indipendente. Sempre sul fronte della regia, arrivano poi nel 1988 Milagro e il melò con Brad Pitt In Mezzo Scorre Il Fiume. È ancora dietro la macchina da presa per Quiz Show e per L'Uomo Che Sussurrava ai Cavalli, dal best-seller di Nicholas Evans. Nel 2007 dirige di nuovo Meryl Streep in Leoni per Agnelli, due anni dopo produce I Diari della Motocicletta. Attivista convinto, dedicò gran parte della sua vita alla difesa dell’ambiente e delle aree naturali americane, sostenendo campagne contro il cambiamento climatico e per la tutela dei parchi. Parallelamente, Redford fu un instancabile promotore di nuovi talenti: nel 1981 fondò il Sundance Institute e il relativo festival - oggi uno dei più importanti appuntamenti per il cinema indipendente - un'organizzazione non profit dedicata a coltivare nuove voci cinematografiche. Tre anni dopo aveva poi rilevato un festival cinematografico in difficoltà nello Utah e, qualche anno più tardi, lo aveva ribattezzato con il nome dell'istituto. Attivista convinto, dedicò gran parte della sua vita alla difesa dell’ambiente e delle aree naturali americane, sostenendo campagne contro il cambiamento climatico e per la tutela dei parchi. Redford odiava l'approccio hollywoodiano che a suo avviso tendeva a banalizzare il cinema e pretendeva che i suoi film avessero sempre un peso culturale, affrontando in molti casi temi complessi come il lutto o la corruzione in politica, resi accessibili e intensi per il pubblico anche grazie al suo immenso carisma.
Curiosità
Appena nato, il padre lo avrebbe portato, secondo un'usanza Sioux, a bagnarsi nell'acqua dell'oceano, senza provocare in lui alcun pianto. Ottimo segno per la cultura pellerossa. "Pare che mi sia messo addirittura a ridere", raccontava Redford. Capelli rossi irlandesi e volto pieno di rughe già da giovanissimo, Redford è perfetto in tutti i ruoli (tranne forse in quelli da cattivo). Incarna meglio l'eroe positivo, romantico, quello che ogni mamma americana vorrebbe come genero. Nel 1958, dopo alcuni ruoli in serie tv (Gli intoccabili, Perry Mason, Alfred Hitchcock presenta e Ai confini della realtà), esordisce sul grande schermo con Caccia di Guerra nel cui cast c'è anche Sydney Pollack che poi, da regista, ne fa il suo attore feticcio. È miglior attore emergente ai Golden Globe nel 1966, per il ruolo del produttore bisessuale sposato con Natalie Wood nel film Lo Strano Mondo di Daisy Clover. Arriva poi il western La Caccia di Arthur Penn con Jane Fonda e Marlon Brando e, nel 1969, con Paul Newman è ancora in un western di culto firmato da George Roy Hill come Butch Cassidy. Sempre Hill e la stessa coppia poi nel 1973 lavoreranno ad un altro film cult, La Stangata (7 Oscar). Per molti Redford è il romantico Hubbell con il suo amore tormentato per Katie Molosky (Barbara Streisand), militante comunista totalmente diversa da lui in Come Eravamo di Pollack, o Il Grande Gatsby del 1974 di Jack Clayton, tratto dall'omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald, in cui è il romantico Jay. Con Pollack arrivano poi il western Corvo Rosso Non Avrai Il Mio Scalpo! e la spy-story I Tre Giorni del Condor.
Il cinema
Nel corso della sua lunga carriera ha costruito una filmografia ricchissima che attraversa oltre cinque decenni di cinema. Dopo il successo mondiale con Butch Cassidy and the Sundance Kid (1969), che lo consacrò star accanto a Paul Newman, conquistò il pubblico con classici come La stangata (1973), Il candidato (1972), Come eravamo (1973), Il grande Gatsby (1974) e Tutti gli uomini del presidente (1976), diventando il volto elegante e insieme ribelle della Hollywood degli anni Settanta. Negli anni successivi seppe reinventarsi con ruoli più maturi, firmando e interpretando pellicole come L’uomo che sussurrava ai cavalli (1998), The Horse Whisperer, in cui univa sensibilità drammatica e passione per la natura, e continuando a sorprendere con prove intense in All Is Lost (2013), quasi interamente senza dialoghi, Truth (2015) e The Old Man & the Gun (2018), annunciato come il suo addio alle scene. Come regista debuttò con Gente comune (1980), vincendo l’Oscar, e proseguì con titoli di qualità come Quiz Show (1994), La leggenda di Bagger Vance (2000) e Leoni per agnelli (2007). Tra blockbuster, drammi intimisti e impegno autoriale, Redford ha saputo incarnare per decenni un’idea di cinema elegante, avventuroso e profondamente umano. Sul suo impegno politico e la sua anima pasionaria basti solo la frase detta dall'attore e regista nel 2012 al Lido di Venezia dove aveva presentato fuori concorso La regola del silenzio, thriller tra politica e impegno: "Ogni generazione ha la possibilità di diventare guida del proprio tempo. Mi rattrista vedere che la mia sia così corrotta da non cogliere questa opportunità che poi è anche un dovere che abbiamo rispetto ai giovani di oggi: dovremmo lasciare in eredità qualcosa di buono piuttosto che un mondo che sta marcendo".