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Il “finto Banksy” rimarrà esposto
Gli organizzatori e i curatori, pur non condividendo le modalità dei giovani dello “Sciopero per il clima” condividono il tema e il messaggio dell’azione

l giorno 5 aprile scorso, degli ignoti hanno collocato in forma non autorizzata una stampa su carta incorniciata con didascalia, nel contesto della mostra Bansky, “Building castles in the sky” presso Messe Basel. Questa stampa appare realizzata nello stile tipico dell’artista britannico soggetto della mostra e riporta in basso a destra il suo logo/firma.

Tale azione è stata poi rivendicata attraverso un comunicato stampa rilasciato dal movimento svizzero “Sciopero per il clima”. In riferimento a questo evento, GC Events, Associazione MetaMorfosi e i curatori della mostra Ste- fano Antonelli, Gianluca Marziani e Acoris Andipa, esprimono le seguenti considerazioni. L’azione messa in atto dal movimento svizzero “Sciopero per il clima” sembra mostrare quanto l’artista britannico Banksy appaia come elemento al contempo catalizzatore e ispiratore di molti dei discorsi critici sul mondo che le nuove generazioni stanno intraprendendo e come la potenza comunicativa sprigionata dal suo lavoro possa fare da piattaforma espressiva e di rilancio per le azioni, le idee e le istanze delle sensibilità̀, di cui via via si prendono carico le nuove generazioni di giovani pensatori.

Pur comprendendo l’idea di una creatività̀ in risonanza con la mostra su Banksy, e pur condividendo le tematizzazioni di fondo, i curatori e gli organizzatori “ritengono che agire in forma non autorizzata all’interno di uno spazio che ospita un evento pubblico in cui sono esposte opere di rilevante valore culturale nonché́ economico, il quale si svolge inoltre in un regime di estrema insicurezza nel contesto di una pandemia globale, sia un atto da condannare per le modalità̀ in cui è stato perpetrato”. Insomma, se le modalità non sono condivisibili gli organizzatori e i curatori condividono “il tema e il messaggio che questa azione ha inteso propagandare ed è loro intenzione accogliere e sostenere le istanze che il movimento ‘Sciopero per il clima’ colloca a presidio della preservazione dell’ambiente, alla più̀ ampia questione climatica e all’impatto di scala geologica dell’attività̀ umana sulla Terra, che ci convoca a pensare collettivamente al futuro del nostro pianeta”.

Attraverso questa iniziativa il museo sfuma i suoi perimetri e si apre al “fuori”, la mostra diventa una macchina culturale interattiva che ispira l’agire critico e al contempo ne accoglie le forme sensibili sotto forma di azioni ed espressioni creative inedite, e che sembra dare forma ad una nuova forma di interazione culturale tra territorio e istituzioni. In forza di queste considerazioni, i curatori, d’accordo con gli organizzatori, hanno ritenuto opportuno includere l’opera nel progetto espositivo, esito dello studio su Bansky, proposto in questa mostra. Il lavoro verrà̀ quindi esposto, unitamente ad un corredo testuale che ne racconti la storia e il messaggio. Inoltre, al termine della mostra valuteremo se con quest’opera si potrà finanziare la causa della lotta al cambiamento climatico.

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