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Fukushima: l’acqua contaminata sarà scaricata in mare
Foto Shutterstock
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Redazione
3 anni fa
Il governo e le agenzie nipponiche competenti hanno dato il via libera al piano in una riunione alla Kantei, la sede del premier. “Non abbiamo altra scelta”

Il Giappone ha deciso di scaricare nell’oceano oltre 1,25 milioni di tonnellate di acque reflue dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, duramente colpita dal sisma e dal successivo tsunami del 2011. La mossa impopolare, divenuta improcrastinabile, è stata bollata come “irresponsabile” da Corea del Sud e Cina, ma ha ottenuto il pieno sostegno degli Stati Uniti.

La spianata di migliaia di serbatoi, al ritmo di 140 tonnellate di acqua giornaliera necessaria per raffreddare i reattori danneggiati, sarà satura al più tardi nell’autunno del 2022, intralciando ancora di più le complesse opere di decommissionamento della struttura atteso tra il 2041 e il 2051.

“Non abbiamo altra scelta”
Il governo e le agenzie nipponiche competenti hanno dato il via libera al piano in una riunione alla Kantei, la sede del premier. “Non abbiamo altra scelta che affrontare la questione delle acque reflue perché dobbiamo procedere con lo smantellamento dei reattori nucleari”, ha ammesso il primo ministro Yoshihide Suga. “Il governo farà di tutto per garantire la sicurezza e per evitare qualsiasi danno, anche a livello di reputazione”, ha aggiunto. Tepco, il gestore dell’impianto, sarà incoraggiato a scaricare l’acqua in circa due anni, secondo le linee guida approvate nella riunione, seguendo un rigido protocollo dell’Autorità di regolazione nucleare giapponese (Nra) e dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) dell’Onu: il paradosso è che, rispettando i parametri, il volume delle acque rilasciate in mare e ripulite di elementi radioattivi come stronzio e cesio, ma contaminate di trizio, saranno meno pericolose di quelle degli obiettivi fissati dalla stessa centrale nucleare di Daiichi prima dell’incidente. E il trizio, isotopo dell’idrogeno e difficilmente separabile dall’acqua, è rilasciato in mare dai reattori nucleari di tutto il mondo.

“Liquidi trattati e diluiti con acqua”

Le linee guida richiedono che i liquidi trattati siano diluiti con almeno 100 volumi uguali di acqua marina prima di essere scaricati nell’oceano. In questo modo, il trizio sarebbe pari a un settimo del limite raccomandato per l’acqua potabile dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Governo e Tepco intensificheranno il monitoraggio nelle zone di pesca e nelle spiagge, mentre il settore agricolo, forestale e ittico parteciperà alla raccolta e all’analisi dei campioni, così come i governi locali. Un comitato di esperti ambientali esaminerà il processo di monitoraggio e fornirà indicazioni. Le rassicurazioni non hanno però convinto gli ambientalisti nipponici e il capo della federazione nazionale delle cooperative di pesca, Hiroshi Kishi, per il quale l’operazione è “assolutamente inaccettabile” e “calpesta i sentimenti dei pescatori non solo nella prefettura di Fukushima, ma in tutto il Giappone”.

C’è chi non ci sta
In Corea del Sud il ministero degli esteri ha convocato l’ambasciatore nipponico Koichi Aiboshi presentando una protesta formale dopo che Koo Yun-cheol, ministro per il coordinamento delle politiche governative, ha detto che Seul “si oppone con forza” all’operazione. Tokyo “rilascerà l’acqua radioattiva dopo averla diluita a livelli non dannosi per l’uomo. Ma la diluizione non cambierà il totale di radioattività dispersa”, ha denunciato a Seul una dichiarazione congiunta firmata da un’alleanza di 31 gruppi civici antinucleari e ambientalisti. La Cina ha esortato Tokyo a non procedere nei piani “senza l’autorizzazione” di altri Paesi e dell’Aiea, riservandosi “il diritto di dare ulteriori risposte”, ha puntualizzato il portavoce del ministero degli esteri, Zhao Lijian. “Ringraziamo il Giappone per i suoi sforzi trasparenti nella decisione di smaltire l’acqua trattata dal sito di Fukushima Daiichi. Attendiamo con impazienza il continuo coordinamento del governo giapponese con l’Aiea”, ha scritto invece su Twitter il segretario di Stato degli Usa Antony Blinken. A Vienna, sede dell’Aiea, i rappresentanti di Corea del Sud e Cina hanno da tempo avviato il pressing sulla vicenda, in base a quanto verificato dall’agenzia di stampa italiana Ansa: i negoziati saranno complessi, tra i nuovi scossoni geopolitici, le dinamiche interne e i rancori storici e territoriali ancora irrisolti tra i tre Paesi.

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