Hockey
Vicky Mantegazza: "Abbiamo il sesto budget della lega"
©Gabriele Putzu
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Redazione
un anno fa
Il presidente dell'Hockey Club Lugano, ospite negli studi di Teleticino, ha fatto un primo bilancio della stagione appena conclusa dai bianconeri.

Il presidente dell'Hockey Club Lugano Vicky Mantegazza è stato ospite di Patrick Della Valle negli studi di Teleticino. La chiacchierata ha toccato temi che hanno permesso di fare un primo bilancio della stagione appena trascorsa dai bianconeri. Si è parlato della questione allenatori, del direttore sportivo Hnat Domenichelli e del futuro sulle rive del Ceresio. La stagione è stata difficile e tribolata e ne è consapevole anche il numero uno del Lugano: "È stata una Regular Season disastrosa, poi ci siamo rialzati nel finale di stagione qualificandoci per i pre-playoff. Abbiamo eliminato il Friborgo, che era un osso duro, e poi siamo incappati nel Ginevra: una grande squadra. Ci abbiamo provato e non abbiamo neanche sfigurato, però alla fine ha vinto il migliore", sostiene Mantegazza.

"Chris non era quello di Ginevra"

Il campionato dei bianconeri si è aperto con Chris McSorley a vestire i panni dell'allenatore del Lugano, ma la sua seconda stagione sulle rive del Ceresio è durata poco. "L’anno scorso, quando abbiamo finito la stagione eliminando il Ginevra, non eravamo soddisfatti, ma pensavamo che Chris avesse bisogno di un anno di transizione per conoscere la nuova realtà. Sinceramente in agosto, quando siamo andati a fare il torneo in Germania, avevamo il sentore che qualcosa non funzionasse alla perfezione. Si continuava a dire che non c’era niente e che ci voleva tempo. Alla fine, avremmo dovuto avere il coraggio di prendere la decisione di staccarci dall’allenatore, anche se avevamo ancora un minimo di consapevolezza che Chris potesse fare quel clic e ritornare il Chris che tutti conoscevamo a Ginevra", ribadisce il presidente del Lugano. "Quando abbiamo deciso di prendere Chris", prosegue Mantegazza, "abbiamo scelto di puntare su di lui perché cercavamo un allenatore che potesse portare delle emozioni sulla panchina del Lugano. Dopo l’anno a porte chiuse avevamo uno spogliatoio un po’ piatto: pensavamo che 'Chris-vulcano' potesse svegliare qualcosa in noi". Purtroppo "è arrivata un’altra persona rispetto a quella di Ginevra: è arrivato un agnellino e non era quello che cercavamo noi. Da quel lato lì siamo rimasti profondamente delusi dal suo modo di fare", ribadisce Mantegazza. Le voci sul Chris McSorley come un allenatore di passaggio si sono moltiplicate, ma secondo il presidente del Lugano non è andata così: "Lui ci ha garantito che Lugano non era un passaggio. Ne avevamo parlato prima di firmare il contratto. Ci ha detto di essere entusiasta di venire a Lugano con una nuova sfida. Non l’ho mai sentito e visto una volta parlare di Sierre, mai", conferma il numero uno bianconero. 

Gianinazzi come prodotto del vivaio

Il Lugano ha poi deciso di cambiare l'allenatore a stagione in corso e sulla panchina dei bianconeri è arrivato Luca Gianinazzi: "Quando ci siamo ritrovati a capire che dovevamo fare qualcosa perché rischiavamo di fare una frittata 'Giana' è stato l’unico nome che veramente abbiamo preso in considerazione. Erano un paio di anni che si parlava del suo futuro e del fatto che sarebbe stato uno che avrebbe fatto parlare di sé. Abbiamo fatto degli incontri e deciso di puntare su di lui. È arrivo con mesi di anticipo, ma era già programmato che fosse lui il nuovo allenatore del Lugano dopo Chris. Crediamo molto nella sua persona, nel suo modo di vivere l’hockey. Lui è proprio un 'nerd dell’hockey'. Malgrado la giovane età è un ragazzo che è molto maturo e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno", dice Mantegazza. Quando si viene dal mondo della sezione giovani e ci si trova davanti determinati giocatori "ci può essere un attimo di sbandamento, ma lui ha gestito benissimo questa cosa con il supporto di tutto il club. Non è stato 'buttato lì', l’abbiamo supportato e abbiamo lavorato dietro le quinte. Lui è una persona che sa anche camminare con le sue gambe. Ha tantissima personalità e questo mi piace molto", afferma Mantegazza.

L'operato di Hnat Domenichelli

Il direttore sportivo del Lugano dichiarava qualche mese fa che Gianinazzi sarebbe stato il suo ultimo allenatore: "Non so perché abbia detto questa cosa", sostiene Vicky Mantegazza, "Spero che 'Giana' vada avanti tanto cosicché anche Hnat possa continuare con noi. Potremmo finalmente avere il tempo di costruire qualcosa insieme senza dover continuare a cambiare persone. Probabilmente lui è rimasto scottato da quello che ci ha portato Chris McSorley. Non si aspettava di ritrovarsi dove ci siamo ritrovati e conoscendolo avrà pensato che se se avesse sbagliato anche questa volta, forse non sarebbe stato il suo lavoro", chiarisce il presidente del Lugano. La stagione di Hnat Domenichelli è stata movimentata, ma Vicky Mantegazza non ha ancora avuto modo di tirare le somme: "Non abbiamo ancora avuto tempo di sederci tutti attorno ad un tavolo. Questa settimana ci sono i meeting con i giocatori, con lo staff e con i medici. Quando avremo tutti gli argomenti metteremo in discussione tutto quanto, non solo l’operato di Hnat, ma anche il mio e quello di Marco Werder. Dobbiamo capire cosa è successo dopo questa tribolata stagione", sostiene il presidente bianconero. "C’è fiducia in Domienchelli. Come tutti noi ha fatto degli errori, però ha avuto la capacità di riuscire a portare qua grandi giocatori e a rinnovare il contratto ad altri importanti giocatori", continua Mantegazza, "Non dico una fesseria quando faccio il nome di Thürkauf. Tenerlo a Lugano non era evidente. Calvin ora è uno dei nostri pilastri grazie a Hnat che l’ha trattenuto. Valuteremo tutto quanto a mente fredda e lucida, però di base siamo soddisfatti del lavoro di Hnat"

Il budget del Lugano

Il Covid e la conseguente diminuzione del budget nelle casse bianconere hanno influito sulle scelte sportive della società sulle rive del Ceresio e anche Mantegazza è d'accordo: "Sicuramente ha influito tanto. Quando si diminuisce il budget in qualsiasi campo si hanno delle ripercussioni. Purtroppo il Covid ci ha tagliato le gambe e abbiamo dovuto prendere questa decisione. Devo dire che Hnat è una persona molto furba e intelligente. È riuscito con un budget ridotto a costruire una squadra che ha da dire la sua". Quello che si domandano molti tifosi è se c'è una correlazione tra il budget del Lugano e la sua posizione in classifica, ma il presidente del Lugano chiarisce: "Ad essere onesta ci sono davanti a noi delle squadre, come il Rapperswil, che hanno un budget inferiore la nostro. Noi siamo attorno alla sesta posizione come budget. Io continuo a dire che è solo nella testa della gente che il Lugano sia una delle società più ricche. Non è più il Lugano degli anni ’80 come, non è più l’hockey degli anni 80", prosegue Mantegazza, "Lo vediamo anche negli altri club. Il Losanna è una delle potenze economiche dell’hockey svizzero in questo momento e non ha fatto neanche i pre-playoff. L’hockey moderno è uno sport complicato. Negli ultimi anni ci sono solo 4 squadre che hanno sempre disputato i playoff e una di queste è il Lugano. Di questo dobbiamo essere orgogliosi", afferma il presidente.

Quale futuro per i bianconeri?

Uno degli obiettivi "sarà di fare crescere ogni singolo giocatore che abbiamo. Arriveranno parecchi giovani e lavoreremo con loro. Non sempre per forza chi più spende vince il campionato. Noi vogliamo trovare le ricette per poter appassionare la gente, far tornare la gente allo stadio e far divertire tutti. Se stiamo tutti uniti magari riusciamo a costruire qualcosa di bello", sostiene la numero uno del club sottocenerino. "Malgrado tutto, siamo l’Hockey Club Lugano. Abbiamo una società molto forte e molto seria. Abbiamo una struttura impostata nella giusta maniera. Abbiamo anche una bella città, una mentalità più aperta. Lugano è ancora un club attrattivo e spero che nel mondo ci siano ancora delle persone che non seguono solo il 'dio denaro'", sostiene Mantegazza. "Purtroppo la stagione nella quale ci siamo trovati non ha permesso all’allenatore di poter usare questi ragazzi per poterli fare crescere. È un mix di tutto questo. A Biasca hanno giocato tanto, hanno avuto molto ghiaccio. Adesso quello che faranno l’anno prossimo questi ragazzi io ancora non lo so, perché non ci siamo ancora trovati a discutere, però abbiamo già in rosa Canonica che torna a Lugano e arriverà anche Peltonen". E ancora: "Siamo molto contenti che Zanetti abbia sfruttato l’occasione che gli ha dato 'Giana'. Adesso è un titolare fisso della nostra squadra". Mantegazza sofferma infine velocemente sulla questione Arcobello: "Giusto per fare chiarezza, a Lugano è lo staff tecnico a decidere chi è il capitano. Questo capitano è stato scelto da Chris e poi mantenuto per tutta la stagione". L’anno prossimo "se Gianninazzi reputerà che Arcobello non è il capitano che si aspetta prenderà la sua decisione in merito". La stagione è stata sotto tono? "Sì, è vero. I numeri parlano chiaro, però mi lascia ben sperare che magari c’è stato qualcosa che abbiamo fatto sbagliato ad agosto. Tuttavia, sono tutte valutazioni che discuteremo con chi di dovere, poi prenderemo la decisione del caso. Io non posso ancora dire chi partirà e chi no, oltretutto non tocca a me dirlo. Sarà il direttore sportivo a farlo, sia per quanto riguarda Arcobello sia per quanto riguarda Carr", conclude Mantegazza.

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