È il momento di fare un bilancio parziale sulla stagione dell'Hockey Club Lugano. È il primo campionato di Luca Gianinazzi come allenatore sin dall’inizio e i bianconeri cambiano faccia: diversi giovani in rosa, l’evoluzione esponenziale degli uomini di punta e l’euforia di una vera e propria stagione zero per dare il via ad un nuovo progetto vincente. Sulle rive del Ceresio però ci sono ancora diversi dubbi sui valori della squadra e sugli obiettivi che potranno centrare Gianinazzi e i suoi uomini.
La porta straniera non rende
L’inizio di stagione di Mikko Koskinen non convince e lo staff bianconero ha dirottato il suo interesse sul portiere svizzero Niklas Schelgel. Il finlandese ha una percentuale di parate dell'87,96% e solo Mayer del Servette ha fatto peggio (87,16%). Le prestazioni dell’estremo difensore straniero non solo non sono all’altezza del suo pedigree, ma hanno ripercussioni sulla fiducia dei propri compagni di reparto. L’innesto graduale di Schlegel ha superato le aspettative: il portiere zurighese ha una percentuale di parate del 91,50%, in linea con la media nazionale. La società bianconera non ha più dubbi e appoggia l’idea di avere una coppia svizzera a difesa della porta; è ufficiale, infatti, l’acquisizione dei diritti sportivi di Joren Van Pottelberghe per la prossima stagione, con il portiere ex Bienne che si giocherà la titolarità con Schelgel.
Poche certezze, molti punti di domanda
La società bianconera ha messo a disposizione di Gianinazzi giocatori interessanti del calibro di Jesper Peltonen e il giovane Leandro Hausheer, con il primo che si è preso diversi minuti sul ghiaccio, mentre il secondo ha lasciato intravedere buone giocate senza però strafare. Discorso inverso invece per Joey LaLeggia, da cui ci si attendono prove di alto livello, punti e l’apporto di un giocatore d’esperienza di 31 anni che ha già calcato palcoscenici di tutto rispetto. Il canadese però, oltre ai 13 punti (5G, 8A) ha fatto storcere più volte il naso ai tifosi che si attendono da lui un impatto maggiore. Altri dubbi riguardano gli svizzeri con diversi anni di National League alle spalle: si parla di Calle Andersson, Santeri Alatalo e Samuel Guerra. I tre difensori non riescono a convincere la tifoseria e mettono a referto solo 11 punti in totale. Se Alatalo ha ancora qualche chance per l’importanza che ricopre nello spogliatoio, gli altri due iniziano ad avere meno minutaggio, con Andersson che è finito a fare il settimo difensore nelle ultime uscite dei bianconeri.
La dipendenza dallo strapotere della prima linea
Quando uno o più giocatori offrono delle prestazioni di alto livello per più partite consecutive e la squadra si trasforma in una schiacciasassi senza rivali, non rimane che lustrarsi gli occhi e godersi il momento. Il problema sorge quando per un motivo o per l'altro queste prestazioni vengono a mancare. È il caso del Lugano che, per ora, non si vede confrontato con queste problematiche, ma qualora la linea di Carr-Thürkauf-Joly si fermasse, potrebbe crollare. Il terzetto delle meraviglie ha messo a segno 67 punti in tre con Daniel Carr (23 punti, 11G, 12A) e Calvin Thürkauf (24 punti, 11G, 13A) a primeggiare nella classifica Top Scorer della National League. Lo strapotere di questa linea propone ai tifosi giocate di alto livello, gol a raffica e un’intesa disarmante. Quando i tre giocatori però incappano in una serata "no", il resto della squadra fatica a colmare questo gap. Basti pensare che la prima linea ha totalizzato il 45,60% delle reti bianconere: un dato incredibile. Da questo punto di vista il Lugano è ancora in attesa dei punti di Markus Granlund, che dalla sua ha l’infortunio che l’ha tenuto fuori dal ghiaccio per diverso tempo, e di Arttu Ruotsalainen (8 punti, 3G, 5A). I bianconeri, infatti, si aspettano più giocate decisive da parte del folletto finlandese che, occupando uno slot stranieri, può e deve fare di più.
Promossi
Jesper Peltonen, Daniel Carr, Michael Joly, Calvin Thürkauf.
Rimandati
Santeri Alatalo, Joey LaLeggia, Luca Fazzini, Markus Granlund.
Bocciati
Mikko Koskinen, Calle Andersson, Samuel Guerra, Arttu Ruotsalainen.