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Il film documentario - cinema del Cabaret della Svizzera Italiana
2 anni fa
Con tutta la sua storia fino allo struggente addio del Monte Ceneri, è in rampa di lancio. Il decollo avverrà il 19 ottobre alle 20.30: Non da Cape Canaveral né da Bajkonur, bensì dal CineStar di Lugano in Anteprima, con la vivace presenza del pubblico!

Ci saranno i protagonisti della grande avventura del Cabaret che risponderanno alle domande degli spettatori, cabaret nel cabaret!  Poi la proiezione, due anni di nostro durissimo lavoro bello.  Si tratta del documentario completo di un’ora e quaranta minuti in versione grande schermo.  Abbiamo fatto i topi d’Archivio scoprendo opali, formaggini e pepite, battendo il territorio Svizzera Italiana, che significa anche e per fortuna Grigioni Italiano.  Perché questo è stato il geniale, non più ripetuto DNA del Cabaret: Per una volta Ticino e Grigioni Italiani insieme a esprimere lungo trent’anni ben sedici spettacoli con una serie di extra in occasione di elezioni e di fine d’anno. Due generazioni di svizzero Italiani hanno potuto respirare il dolce venticello, a volte refolo a volte raffica, di quel senso di libertà portato dalla satira del Cabaret. Un fatto di costume e di politica, un fatto nuovo nelle nostre lande, unicum che a tutt’oggi è rimasto tale: Nostalgia e traccia di un bel tempo che fu da ricordare ai giovani mangiatori di like. Questo, grazie ai padri fondatori Renato Agostinetti (Ticino) e Guglielmo Riva (Grigioni Italiano). Con un manipolo di dilettanti puri, il Cabaret è cresciuto nel tempo fino al livello dell’eccellenza professionistica, ed era gente che la mattina andava a lavorare, che teneva famiglia. Sei mesi di prove poi per due anni in giro per teatri, palestre, tendoni, con puntate anche oltre S. Gottardo. Con Misha abbiamo fatto i segugi, occhiali scuri, bavero alzato, rovistando archivi e territorio, la feconda miniera dei temi e delle idee del Cabaret. Abbiamo incontrato gente, memoria, animali che ci fermavano per strada, topografie intonse e altre ferite dall’autostrada, e peggio ancora dai capannoni - scatoloni spuntati come funghi pet-de-loup, brutti da non sognare di notte. Abbiamo più volte messo a dura prova il deus ex machina del Cabaret Renato Agostinetti, autore e collante di un gruppo assai variegato di teste pensanti, spesso tutt’altro che docili e mai di certo benpensanti. Abbiamo cooptato la Moviola del Calcio facendone la Moviola dell’Archivio del Cabaret. Renato presto Beato, così riferiscono da Roma, l’abbiamo portato in studio, gli abbiamo mostrato momenti di suoi spettacoli con telecamere di campo e controcampo, cogliendogli sul nascere le emozioni all’apparire di sperduti ricordi. Abbiamo incontrato politici cresciuti col Cabaret che adesso rimpiangono perché si accorgono che non c’è più. Ci siamo visti e rivisti più volte, in tempo di covid, coi pipistrelli Chico Gregori, Ezio Piccolo, Stefan Ograbek, Angelo Zanetti, Franco Lazzarotto, Stefano de Fanti, Roberto Lenzi, con le attrici Franca Canevascini e Giovanna Pellandini, con gli attori Paolo Ferrazzini, Gilberto Fusi, Candido del Don, coi musicisti Giotto Piemontesi e Zeno Onez Gianola. Un lungo raccogliere di briciole e tasselli, poi la sorpresa del montaggio nell’accostarli e scoprire che due elementi estrapolati da due spettacoli diversi e lontani nel tempo generano la meraviglia di un terzo nuovo sketch da tenere nella memoria reparto non ti scordar di me. Questo è Il Cabaret sempre verde che appena lo tocchi sgorga nuove idee e tanta potenziale inesplosa creatività! Considerazione: Peccato che non ci sia più. Domanda: Ma sarebbe possibile oggi?

Victor J. Tognola

 

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