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L'Europa si spacca sull'invio di truppe in Ucraina
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14 minuti fa
Tutti gli aggiornamenti sul conflitto.
15 minuti fa
L'Europa si spacca sull'invio di truppe in Ucraina
È quanto emerge dal vertice di Parigi indetto dal leader francese Emmanuel Macron.

L'Europa si presenta ancora una volta spaccata all'appuntamento con la storia. Con lo spauracchio di essere esclusi dal dialogo avviato fra Donald Trump e Vladimir Putin sull'Ucraina, i principali leader del Continente si sono incontrati e hanno discusso, ma poi hanno lasciato l'Eliseo e il presidente Emmanuel Macron -che li aveva convocati per un summit di crisi- senza trovare una linea comune, a cominciare dall'ipotetico invio di truppe di pace in Ucraina auspicato dall'ospite.

Oltre tre ore d'incontro

Dopo più di tre ore, i capi dei governi di Francia, Italia, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Danimarca, Polonia e Olanda - alla presenza dei vertici Ue e della Nato - si sono trovati solo sui principi generali, ovvero sulla necessità di condividere le scelte con gli Stati Uniti, l'esigenza di garantire una pace giusta e di proteggere l'Ucraina. Macron ha addirittura fatto precedere la riunione da un gesto eloquente, una telefonata di una ventina di minuti con Donald Trump, un segnale di mano tesa e di volontà di collaborazione. Ma non è bastato.

Olaf Scholz contro l'invio di truppe in Ucraina

Il primo ad uscire dalla riunione è stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ribadendo la necessità che Europa e Stati Uniti agiscano "sempre insieme" per la sicurezza di tutti. Scholz ha insistito in particolare sull'aumento del "finanziamento" dello sforzo europeo per la sicurezza, accettando di andare oltre le regole di bilancio di solito invalicabili per la Germania. Quanto invece al dossier che più di ogni altro ha spaccato i partecipanti, il possibile invio di truppe in Ucraina, il cancelliere è il capofila di quelli che non ne vogliono neppure sentir parlare, almeno per il momento. Si è definito anzi "irritato" da chi ha avanzato questo tema: "Credo - ha detto - che sia del tutto prematuro parlarne ora. Anzi sono anche un po' irritato per questo dibattito. Voglio dirlo chiaramente: qui si discute sulla testa degli ucraini di trattative di pace che ancora non hanno avuto luogo, alle quale gli ucraini non hanno detto di sì e non si sono nemmeno seduti al tavolo".

Anche Giorgia Meloni contrariata

Arrivata per ultima al vertice, quando tutti erano seduti attorno al tavolo già da un'ora, anche Giorgia Meloni non ha nascosto le sue perplessità, a partire dal formato ristretto della riunione, che ha escluso ad esempio gli Stati baltici e del Nord, i più esposti al rischio di estensione del conflitto. Non si possono apparecchiare caminetti "anti-Trump", né scegliere una linea in contrasto con gli Stati Uniti, sarebbe stato il senso del ragionamento della premier, secondo cui l'opzione di inviare truppe europee di deterrenza in Ucraina sarebbe "la più complessa e la meno efficace", soprattutto senza adeguate "garanzie di sicurezza" per Kiev. Meloni avrebbe quindi esortato a "esplorare altre strade" e soprattutto a coinvolgere e farsi coinvolgere da Washington, perché "è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza comune".

La visione polacca e quella britannica

Il polacco Tusk, ha ammesso che i rapporti fra Europa e Stati Uniti entrano ormai in "una nuova fase" ed ha riferito che "tutti i partecipanti" alla riunione ne hanno convenuto. Ma, ha aggiunto, si rendono conto "unanimemente" che "un aumento delle spese di difesa è assolutamente necessario". Come Madrid, anche Varsavia però è risultata quanto meno riluttante all'ipotesi di stivali sul terreno, opzione alla quale ha invece aperto Keir Starmer, primo ministro britannico che la settimana prossima andrà a Washington da Trump e vorrebbe ricoprire il ruolo di "facilitatore" fra Europa e Usa. Come lui la pensa anche la Svezia, che pure non partecipava alla riunione di oggi.

Un vertice senza risultati

Macron, dopo aver salutato i suoi ospiti, ha sorpreso un po' tutti non prendendo la parola in nessun modo dopo il vertice, un atteggiamento inedito per lui, che ama solitamente comunicare ai francesi il risultato delle sue iniziative: segno che le sue proposte per trovare un'unità di intenti europea non hanno dato frutti. La richiesta, insistita, per un impegno ad inviare truppe e sempre più armi per difendere l'Ucraina e garantire una pace giusta non hanno convinto la maggioranza degli invitati. Stando ad alcuni funzionari informati sui preparativi per l'incontro di Parigi, il capo dell'Eliseo aveva abbozzato l'ipotesi della creazione di una "forza di rassicurazione" da posizionare non su una futura linea di cessate il fuoco in Ucraina, ma "al di qua".

"L'Ucraina merita la pace

L'assenza, preventivata da Parigi, di un documento finale di questa riunione, sempre definita "informale" proprio per evitare spaccature irreparabili, rende impossibile capire quali siano stati i temi "esclusi" dai disaccordi, e quelli sui quali invece si potrebbe lavorare ad un'intesa. "L'Ucraina merita la pace attraverso una posizione di forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico di tutta la sua parte di assistenza militare all'Ucraina", sono state le parole di Ursula von der Leyen dopo aver lasciato l'Eliseo.

4 ore fa
Riunione dell'Ue sull'Ucraina, la Svizzera non è stata invitata
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Lo ha detto l'addetto stampa del Dipartimento federale degli affari esteri.

La Svizzera non è stata invitata a Parigi alle consultazioni odierne tra paesi europei, con la presenza di UE e NATO, sulla situazione in Ucraina e sulla sicurezza dell'Europa. Lo ha riferito a Keystone-ATS Michael Steiner, addetto stampa del Dipartimento federale degli affari esteri. Questo incontro era informale e ha riunito solo un numero limitato di rappresentanti di Stati, ha precisato Steiner. Negli scorsi anni, la Svizzera ha organizzato due importanti conferenze sull'Ucraina. Nel 2022, l'Ukraine Recovery Conference a Lugano ha definito i punti chiave del processo di ricostruzione del paese dopo la guerra. Otto mesi fa, la Confederazione ha accolto i rappresentanti di circa 90 Stati e organizzazioni internazionali al Bürgenstock (NW) per la Conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina.

15 ore fa
"L'incontro con Putin? Molto presto"
Donald Trump non è stato in grado di fornire una data sui possibili colloqui con il presidente russo, ma prevede che avverranno molto presto.

"Nessuna data stabilita, ma potrebbe essere molto presto". Cosi' il presidente Usa Donald Trump ai reporter che gli hanno chiesto i tempi di un incontro con il suo omologo russo Vladimir Putin. "Tipo questo mese?", hanno incalzato i cronisti. "Beh, sarà presto. Vedremo cosa succede, si stanno incontrando adesso", ha detto riferendosi agli imminenti colloqui a Riad tra americani e russi. "Questo avrebbe dovuto essere fatto quattro anni fa, tre anni fa, prima che iniziasse, ma avrebbe dovuto essere fatto subito dopo che è iniziato, invece di farlo ora, tre anni dopo", ha aggiunto.

Il ruolo della Gran Bretagna

Dal canto suo, il primo ministro britannico Keir Starmer ha dichiarato di essere pronto a inviare truppe in Ucraina, qualora fosse necessario per garantire la sicurezza della Gran Bretagna e dell'Europa. Il Regno Unito sta svolgendo un ruolo di primo piano nel supportare Kiev nella guerra contro la Russia, il che "significa anche essere pronti e disposti a contribuire alle garanzie di sicurezza per l'Ucraina inviando le nostre truppe sul campo se necessario", ha scritto Starmer sul Daily Telegraph.

Distrutti 90 droni ucraini nella notte in territorio russo

Intanto, Mosca afferma che le difese aeree hanno intercettato e distrutto stanotte 90 droni ucraini sul territorio russo e un missile guidato Neptune sul Mar d'Azov. Lo riporta l'agenzia di stampa Tass, citando il Ministero della Difesa della Russia.

Attaccate diverse zone dell'Ucraina

Da parte loro, le autorità di Kiev affermano che le forze russe hanno attaccato stanotte diverse zone dell'Ucraina, causando danni e disservizi. Lo riportano i media locali. In particolare 10 droni russi avrebbero preso di mira la città di Zaporizhzhia colpendo alcuni magazzini, che hanno preso fuoco. Interruzioni di corrente dovute ai raid si sono verificate invece a Kherson. Esplosioni anche a Kharkiv, attaccata da velivoli senza pilota di tipo Shahed.

un giorno fa
Ucraina: riunione a Parigi domani dei "principali paesi europei"
Lo ha confermato il Ministro degli Esteri francese Barrot.

La Francia, attraverso il suo ministro degli esteri, Jean-Noel Barrot, conferma la riunione domani a Parigi sull'Europa e la situazione in Ucraina dei "principali paesi europei".

Partecipanti ancora non precisati

Il presidente francese Emmanuel Macron riunirà domani a Parigi "i principali paesi europei" per discussioni incentrate sulla "sicurezza europea", ha confermato il ministro Barrot. Intervistato dalla radio France Inter, il 41enne non ha precisato quali saranno i partecipanti a questa "riunione di lavoro".

un giorno fa
"Le parole di Trump provano il suo impegno per la pace"
Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino Peskov. Pochi giorni fa Trump aveva dichiarato che l'Ucraina "potrebbe essere russa un giorno".

Le dichiarazioni di Donald Trump provano il suo impegno per la pace e il presidente americano è il benvenuto in Russia in qualsiasi momento voglia farvi visita. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalle agenzie di Mosca.

"Altri leader stranieri sarebbero ben accolti" alle celebrazioni

Peskov ha aggiunto che qualsiasi altro leader straniero sarebbe bene accolto se decidesse di partecipare il prossimo 9 maggio alle celebrazioni a Mosca per l'80esimo anniversario della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale.

2 giorni fa
Zelensky: "Ho rifiutato l'accordo con gli USA sulle terre rare"
Secondo il presidente ucraino, l'accordo "deve essere collegato con le garanzie di sicurezza".

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky annuncia di aver rifiutato l'accordo con Washington sulle terre rare. Zelensky dice che l'accordo "deve essere collegato con le garanzie di sicurezza". "L'accordo - ha detto il leader ucraino, come riporta Rbc Ukraina - era pronto a livello ministeriale. Ma io sono il presidente e avrò un'influenza sulla qualità di questo documento. Ed è per questo che non ho lasciato che i ministri firmassero l'accordo, perché non è pronto, secondo me. Non è ancora pronto a proteggere i nostri interessi", ha detto.

2 giorni fa
Mosca: "Conquistato un altro villaggio nell'Ucraina orientale"
Le truppe russe avanzano lentamente ma inesorabilmente da mesi contro le forze ucraine meno numerose e meno equipaggiate.

L'esercito russo ha rivendicato oggi la conquista di un altro villaggio ucraino nella regione orientale di Donetsk, dove le sue truppe avanzano lentamente ma inesorabilmente da mesi contro le forze ucraine meno numerose e meno equipaggiate. Il ministero della Difesa di Mosca ha fatto sapere che unità del 'Raggruppamento Centro' hanno preso il controllo di Berezivka, una località situata vicino a una strada che collega due roccaforti ucraine nella regione: le città di Pokrovsk e Kostiantynivka.

2 giorni fa
Zelensky: "Pronti a un piano comune, ma Trump incontri prima me"
Il presidente ucraino a Monaco punta il dito contro Putin: "Parla a tu per tu con l'America, proprio come prima della guerra quando si incontrarono e sembrava che volessero spartirsi il mondo".

"Ovviamente noi abbiamo il nostro piano. Il nostro piano è il nostro Paese. Ma abbiamo bisogno di una prospettiva comune. Siamo pronti per un piano comune". Lo ha detto a Monaco il presidente ucraino Volodymyr Zelenksy, riferendo del colloquio telefonico con Donald Trump. "Mi ha detto che dobbiamo vederci. Io gliel'ho confermato e ho detto che per noi è importante che ci incontriamo prima noi due", rispetto al bilaterale con Vladimir Putin. Zelenksky ha detto di aver avuto un "buon colloquio" con il presidente Usa.

"Il gioco di Putin"

"Guardate cosa sta cercando di fare Putin ora. Questo è il suo gioco: Putin parla a tu per tu con l'America, proprio come prima della guerra quando si incontrarono e sembrava che volessero spartirsi il mondo. Poi, Putin cercherà di far salire il presidente degli Stati Uniti sulla Piazza Rossa il 9 maggio di quest'anno, non come leader rispettato, ma come sostegno della sua stessa performance. Non ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di un vero successo. Abbiamo bisogno di una vera pace", ha aggiunto Zelensky.

2 giorni fa
Berset, per una pace duratura coinvolgere Kiev ed Europa
Per il segretario generale del Consiglio d'Europa, senza questi due attori a bordo la situazione non sarà mai stabile.

Il segretario generale del Consiglio d'Europa Alain Berset si è espresso contro l'esclusione di Kiev e dell'Europa da eventuali negoziati per porre termine alla guerra in Ucraina. Senza questi due attori a bordo, la pace non sarà mai stabile, ha dichiarato l'ex consigliere federale all'emittente svizzerotedesca SRF.

Non escludere Ucraina ed Europa

La pace deve essere giusta e se possibile deve durare per sempre, ha detto in un'intervista diffusa questa mattina. Berset si è espresso a margine della Conferenza sulla sicurezza, in corso di svolgimento a Monaco di Baviera. Il timore è che Ucraina e Europa siano scavalcate nei colloqui di pace dal presidente americano Donald Trump e da quello russo Vladimir Putin. Un'eventualità che anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha respinto, ricordando che il suo Paese e il Vecchio Continente devono avere un posto al tavolo delle trattative.

4 giorni fa
"Un drone russo ha colpito la copertura dell'impianto di Chernobyl"
Lo ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram.

Un drone d'attacco russo con una "testata altamente esplosiva" ha colpito la notte scorsa il sarcofago della centrale nucleare di Chernobyl, ovvero la massiccia struttura in acciaio e cemento che copre il reattore 4 del sito: lo ha reso noto sulla piattaforma di messaggistica Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aggiungendo che è scoppiato un incendio ma che non è stato segnalato un aumento delle radiazioni. Zelensky ha sottolineato che il sarcofago colpito "protegge il mondo dalle radiazioni del reattore 4 distrutto della centrale nucleare di Chernobyl".

"Una minaccia per il mondo intero"

"L'Ucraina ha costruito questa protezione insieme ad altri paesi d'Europa e del mondo, insieme all'America, con tutti coloro che vogliono una vera sicurezza per le persone", ha ricordato. "La Russia di oggi è l'unico stato al mondo che può attaccare tali strutture, occupare il territorio delle centrali nucleari e condurre ostilità senza considerare le conseguenze. E questa è una minaccia terroristica per il mondo intero". Il sarcofago della centrale nucleare di Chernobyl "è stato danneggiato da questo drone. Un incendio è stato spento. Il livello di radiazione non è aumentato e questo viene costantemente monitorato. Secondo le prime stime i danni alla struttura di protezione (...) sono ingenti".
"La Russia effettua attacchi di questo tipo ogni notte contro le infrastrutture ucraine e le nostre città. La Russia continua ad espandere il suo esercito. La Russia non cambia la sua folle retorica statale antiumana. E questo significa che (il presidente russo Vladimir) Putin sicuramente non si sta preparando a negoziati (di pace). Si sta preparando a continuare a ingannare il mondo. Ecco perché abbiamo bisogno della pressione unitaria di tutti coloro che danno valore alla vita: pressione sull'aggressore. La Russia deve assumersi la responsabilità di ciò che fa".

"Fuoco ucraino sulla centrale termoelettrica di Zaporizhzhia"

Intanto le autorità filorusse nella regione di Zaporizhzhia, nell'Ucraina sudorientale, stando a quanto riporta l'agenzia di stampa ufficiale russa Tass, hanno reso noto che ieri notte la centrale termoelettrica di Zaporizhzhia (Tpp) è stata gravemente danneggiata da un attacco delle forze ucraine che ha lasciato più di 50'000 residenti senza elettricità. "Le forze armate ucraine hanno lanciato un attacco di artiglieria contro la centrale termoelettrica di Zaporizhzhia. Non ci sono vittime o feriti tra il personale o tra i civili", si legge in un comunicato del ministero regionale dell'energia. "In seguito al bombardamento, le apparecchiature elettriche hanno subito danni critici e c'è stata un'interruzione di corrente per più di 50'000 utenti nella città di Energodar e nei distretti di Kamensko-Dneprovsky e Veselovsky". La Tpp si trova a pochi chilometri dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia ed è occupata dalle forze russe dal maggio del 2022.

"La centrale nucleare di Zaporizhzhzia funziona normalmente"

La centrale nucleare di Zaporizhzhzia (Znpp), pure occupata dalle forze russe, stando a Tass ha indicato questa mattina che l'impianto funziona normalmente dopo l'attacco di ieri notte alla Tpp. "L'impianto nucleare di Zaporizhzhia non è stato danneggiato nell'attacco di artiglieria ucraino della notte scorsa contro la centrale termoelettrica di Zaporizhzhzia. L'impianto nucleare funziona normalmente," ha spiegato la portavoce della Znpp, Yevgeniya Yashina.

4 giorni fa
Gli Stati Uniti si spartiscono l'Ucraina, del Pero: "L'Europa con un pugno di mosche"
© Shutterstock - Ticinonews
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Conflitto russo-ucraino, i negoziati si avvicinano grazie alla telefonata di Donald Trump al leader russo Vladimir Putin. I due hanno dichiarato di essere pronti per delle trattative. Ma quali le ripercussioni per l'Europa? Ne abbiamo parlato con Mario del Pero, professore di storia e politica statunitense a Sciences Po.

Donald Trump spinge per una soluzione in Ucraina e, dopo la lunga telefonata con il presidente russo Vladimir Putin, ha annunciato di voler "iniziare subito i negoziati" e che intende incontrare il leader del Cremlino in Arabia Saudita. Il presidente statunitense ha dichiarato che la tregua potrebbe avvenire “in un futuro non troppo distante”, ma un'adesione di Kiev alla NATO non sarebbe "realistica". Nel frattempo, Trump ha sentito anche Volodymyr Zelensky. "Apprezzo il suo genuino interesse per come possiamo realizzare insieme una vera pace" ha scritto su X il presidente ucraino. "Abbiamo discusso di molti aspetti, diplomatici, militari ed economici, e il presidente Trump mi ha informato di ciò che Putin gli ha detto" ha poi aggiunto Zelensky. "Crediamo che la forza dell'America, insieme all'Ucraina e a tutti i nostri partner, sia sufficiente a spingere la Russia verso la pace". E in questi possibili e futuri negoziati potrebbe inserirsi anche la Cina, che da informazioni riportate dal Wall Street Journal sembrerebbe voler spingere per avere un suo ruolo di pacificatore. Nelle ultime settimane, infatti, i funzionari cinesi – scrive la testata americana – hanno lanciato la proposta alla squadra del tycoon tramite intermediari di tenere un vertice tra i due leader per facilitare “gli sforzi di mantenimento della pace dopo un'eventuale tregua”. Tuttavia, Washington e Bruxelles guarderebbero alla mossa con scetticismo, dati gli stretti legami vantati dal Dragone con Mosca.

“Il sostegno militare americano all’Ucraina verso il capolinea”

Ma cosa leggere dietro a questa apparente, repentina, accelerazione degli eventi sul fronte ucraino? Siamo davvero davanti a una concreta prospettiva di pace? Se sì, quali sono le condizioni credibili? E poi, chi è il vero vincitore e chi il vero perdente? Domande che abbiamo rivolto a Mario del Pero, professore di storia e politica statunitense a Sciences Po. “È abbastanza evidente che il sostegno economico e militare all'Ucraina da parte degli USA sta arrivando al capolinea. E questo per due ragioni principali”. Del Pero ci ha infatti spiegato che una parte del mondo politico, così come una parte dell'opinione pubblica statunitense, non lo sostiene più. “Da un lato sta arrivando al termine perché c'è un nuovo presidente alla Casa Bianca, che ha delle idee diverse. Dall’altro, perché le illusorie aspettative di una possibile implosione del regime di Putin, o di successi militari ucraini, dopo l'eroica resistenza iniziale di Kiev, non si è realizzata”. Motivazioni, queste, che hanno spinto gli Stati Uniti a decidere di staccare la spina, “ma per farlo c’è bisogno di un accordo, che viene proposto a Putin e poi negoziato da Russia e USA. Sui termini, tuttavia, l’Ucraina – e ancora meno l’Europa – avrà poca voce in capitolo. Quindi quando si parlerà concretamente di come realizzare questi elementi di convergenza, potrebbero esserci dei problemi”.

“Verso una dipendenza dagli USA”

Ma quali sono questi terreni di convergenza? “Per prima cosa ci saranno delle acquisizioni territoriali russe rispetto ai confini precedenti il 2014. Fra questi sicuramente la Crimea, ma anche altre parti dell'Ucraina orientale. In secondo luogo, non vi sarà un ingresso dell'Ucraina nella NATO, quindi non ci sarà una garanzia securitaria atlantica. Ma a questo punto sarà comunque necessario fornire qualche tipo di garanzia di questo tipo all’Ucraina. E io credo che finiranno per darla gli stessi Stati Uniti. Ma lo faranno con una contro partita pesantissima, ovvero con una corsia preferenziale per gli USA al fine di controllare le risorse naturali di cui è ricco il paese”. Cosa ne consegue? “Credo che ne consegua una prospettiva di sovranità abbastanza limitata”, afferma del Pero. “E questo perché, in termini securitari, ci sarà una dipendenza dagli USA, i quali presentano una volatilità politica. Ma una garanzia atlantica è ben altra cosa di una garanzia negoziata bilateralmente con un altro soggetto, ovvero gli USA. Quello che credo si sta delineando è una sovranità limitata in termini di controllo delle proprie risorse”. E per del Pero non è una bella prospettiva, “anche se da studioso cerco di capire come si arriva a tutto ciò, e cosa questo ci dica sul mondo che abbiamo davanti”.

“Se c’è una parte sconfitta è proprio l’Europa”

Ma in tutto questo, l'Europa rimane con un pugno di mosca in mano? “Io credo che se c’è una parte sconfitta, questa è proprio quella europea. Parliamo ormai di un'Europa che sarà appoggiata alle risorse energetiche russe, che negli ultimi anni sono sempre meno disponibili, ma si fatica a trovare fonti di approvvigionamento alternative o comunque a buon mercato”. Si tratta dunque di un’Europa divisa e lacerata, “e questo perché la minaccia è interna. Si tratta di disgregazioni, implosioni e crisi democratica interna piuttosto che di aggressione russa. Più che di Putin dovremmo avere paura della fragilità delle nostre democrazie e del progetto europeo. La guerra in Ucraina, così come la profonda crisi che stanno attraversando Francia e Germania, hanno dato un colpo troppo pesante per pensare al rilancio del progetto europeo. Forse una delle opzioni sul tavolo è che singole questioni, come quella securitaria, con un nucleo ristretto di paesi europei, cerchi di integrarsi e agire di comune intesa”.

L'intervista completa

5 giorni fa
Trump, "Incontrerò Putin in Arabia Saudita"
Lo ha annunciato il presidente statunitense dopo la telefonata avuta con il presidente russo.

Donald Trump spinge per una soluzione sull'Ucraina e, dopo la lunga telefonata con il presidente russo Vladimir Putin - resa nota ieri - ha annunciato di voler "iniziare subito i negoziati" e, che intende incontrare il leader del Cremlino in Arabia Saudita. Trump ha annunciato che lui e Putin hanno "concordato di lavorare insieme, molto da vicino, anche visitando le rispettive nazioni". In serata, poi, il presidente americano ha rilanciato annunciando che l'incontro con il leader russo "avverrà in Arabia Saudita", senza dare altri dettagli, sottolineando che la tregua in Ucraina potrebbe avvenire "in un futuro non troppo distante", ma che un'adesione di Kiev alla NATO non sarebbe "realistica". Nel frattempo il presidente USA ha sentito anche Zelensky, il quale ha dichiarato che nessuno più dell'Ucraina vuole la pace. "Ho avuto una lunga e dettagliata conversazione con il presidente Trump. Apprezzo il suo genuino interesse per come possiamo realizzare insieme una vera pace", ha scritto su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Abbiamo discusso di molti aspetti, diplomatici, militari ed economici, e il presidente Trump mi ha informato di ciò che Putin gli ha detto - ha aggiunto -. Crediamo che la forza dell'America, insieme all'Ucraina e a tutti i nostri partner, sia sufficiente a spingere la Russia verso la pace". Da Parigi i ministri degli esteri del gruppo Weimar plus, dal canto loro, hanno affermato che: "Continueremo a sostenere l'Ucraina fino a una pace giusta, globale e duratura".

5 giorni fa
Trump: "Concordato con Putin l'inizio dei negoziati sull'Ucraina"
Lo ha annunciato lo stesso presidente americano sul suo social Truth.

Il presidente degli Usa Donald Trump ha annunciato sulla sua rete sociale Truth Social che lui e il suo omologo russo Vladimir Putin hanno "concordato di lavorare insieme, molto da vicino, anche visitando le rispettive nazioni. Abbiamo anche concordato di far iniziare immediatamente i negoziati (sull'Ucraina) alle nostre rispettive squadre e inizieremo chiamando il presidente ucraino (Volodymyr) Zelensky per informarlo della conversazione, cosa che farò adesso." "Ho chiesto al segretario di Stato Marco Rubio, al direttore della Cia (i servizi segreti civili) John Ratcliffe, al consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz e all'ambasciatore e inviato speciale Steve Witkoff di guidare i negoziati che, sono fermamente convinto, avranno successo".

Trump invitato a Mosca

Dal canto suo, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall'agenzia di stampa ufficiale russa Ria Novosti, ha affermato che Putin ha invitato Trump a Mosca. Il capo del Cremlino ha concordato con l'inquilino della Casa Bianca che una "soluzione di lungo termine" in Ucraina può essere raggiunta attraverso i negoziati, ha indicato Peskov, citato dall'agenzia di stampa ufficiale russa Tass. Peskov, ha confermato che Putin e Trump hanno avuto oggi una telefonata, durata circa un'ora e mezza. "Ho appena avuto una lunga e altamente produttiva telefonata con il presidente russo Vladimir Putin. Abbiamo discusso di Ucraina, Medio Oriente, energia, intelligenza artificiale, il potere del dollaro e vari altri argomenti", ha scritto Trump su Truth Social. "Abbiamo entrambi riflettuto sulla grande storia delle nostre nazioni e sul fatto che abbiamo combattuto così bene insieme nella Seconda Guerra mondiale, ricordando che la Russia ha perso decine di milioni di persone e noi, allo stesso modo, ne abbiamo perse così tante! Abbiamo parlato dei punti di forza delle nostre rispettive nazioni e del grande vantaggio che un giorno avremo nel lavorare insieme. Ma prima, come entrambi abbiamo concordato, vogliamo fermare i milioni di morti che si verificano nella guerra tra Russia e Ucraina. Il presidente Putin ha persino usato il mio forte motto della campagna, 'buon senso'. Entrambi ci crediamo molto". "Milioni di persone - ha proseguito Trump - sono morte in una guerra che non ci sarebbe stata se fossi stato presidente, ma c'è stata, quindi deve finire. Non si devono perdere altre vite! Voglio ringraziare il presidente Putin per il tempo e gli sforzi dedicati a questa chiamata e per la liberazione, ieri, di Marc Fogel, un uomo meraviglioso che ho salutato personalmente ieri sera alla Casa Bianca. Credo che questo sforzo porterà a una conclusione positiva, spero presto!". Fogel, detenuto in Russia dal 2021 con l'accusa di traffico di marijuana, è libero da ieri.

5 giorni fa
Il Cremlino rifiuta uno scambio di territori con l'Ucraina
"La Russia non ha mai discusso e non discuterà mai di scambiare il suo territorio", ha detto il portavoce Dmitry Peskov.

Il Cremlino rifiuta uno scambio di territori con l'Ucraina, ipotesi evocata ieri da Volodymyr Zelensky in un'intervista al Guardian come possibile base per le trattative. "Questo è impossibile. La Russia non ha mai discusso e non discuterà mai di scambiare il suo territorio", ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov riferendosi alla regione di Kursk parzialmente occupata dall'esercito ucraino.

5 giorni fa
Da Berna 1,5 miliardi di franchi per la ricostruzione e lo sviluppo
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Entro il 2028 (prima fase) saranno utilizzati 1,5 miliardi di franchi provenienti dai crediti della cooperazione internazionale (CI). Per finanziare i restanti 3,5 miliardi di franchi per la seconda fase (2029–2036), il Consiglio federale intende esaminare fonti supplementari.

Il programma nazionale 2025-28 segna l’inizio di un processo di sostegno sull’arco di dodici anni da parte della Confederazione per la ricostruzione, le riforme e lo sviluppo sostenibile in Ucraina. Nella riunione del 12 febbraio 2025, il Consiglio federale ne ha definito le priorità: protezione della popolazione civile, pace, ripresa economica e rafforzamento delle istituzioni. A questo scopo sono previsti, fino al 2028, 1,5 miliardi di franchi provenienti dai fondi della cooperazione internazionale. Il programma sarà attuato sotto la responsabilità del delegato del Consiglio federale per l’Ucraina, l’ambasciatore Jacques Gerber.

Sostegno all'Ucraina

Dall’inizio dell’aggressione militare russa, la Confederazione sostiene l’Ucraina e la sua popolazione in quattro ambiti prioritari: aiuti umanitari, processi di riforma, sostegno diplomatico alla pace e partecipazione al processo di ricostruzione. Con la «Ukraine Recovery Conference» tenutasi a Lugano nel 2022, il Consiglio federale ha posto la prima pietra miliare per la ricostruzione. Poco meno di due anni dopo (10 aprile 2024), il Consiglio federale ha precisato il suo impegno a lungo termine decidendo di sostenere il Paese con un totale di 5 miliardi di franchi nei 12 anni a venire. Sono previsti strumenti diversi a seconda della regione e del momento: aiuti umanitari, proseguimento delle riforme, promozione della pace e ricostruzione. Entro il 2028 (prima fase) saranno utilizzati 1,5 miliardi di franchi provenienti dai crediti della cooperazione internazionale (CI). Per finanziare i restanti 3,5 miliardi di franchi per la seconda fase (2029–2036), il Consiglio federale intende esaminare fonti supplementari.

Programma nazionale con tre settori prioritari

Il programma nazionale 2025-2028, adottato dal Consiglio federale nella riunione del 12 febbraio 2025, segna l’inizio del processo di sostegno della Svizzera sull’arco di 12 anni, e getta le basi di diverse attività volte a fornire aiuti d’emergenza, a stabilire una pace equa e duratura e a offrire prospettive per il futuro alla popolazione. Il programma nazionale 2025-28 si concentra su tre settori:

· Ripresa economica: la guerra ha inferto un duro colpo all’economia del Paese. La Confederazione lavora con le PMI ucraine per aiutarle a integrarsi nel mercato globale. Oltre al mantenimento e allo sviluppo del settore privato, compresa l’agricoltura, si pone l’accento anche sulla ricostruzione delle infrastrutture urbane e sulla riparazione delle infrastrutture danneggiate o distrutte dalla guerra (in particolare nei territori del fronte).

· Servizi pubblici: la garanzia dei servizi di base – sanità, istruzione, servizi sociali, energia, trasporti nonché trattamento dell’acqua e delle acque reflue – può aprire prospettive future per i cittadini, compresi quelli che stanno considerando di fare ritorno in Ucraina. L’obiettivo è aiutare le autorità ucraine a fornire servizi pubblici di buona qualità senza discriminazioni o corruzione. La Confederazione promuove anche il coinvolgimento delle autorità locali e regionali nel processo di ricostruzione.

· Protezione della popolazione civile e pace: in caso di guerra, la protezione e la sicurezza rimangono esigenze primarie. La Confederazione si occupa di aiuti d’emergenza e di sminamento umanitario, della ricerca e dell’identificazione delle persone disperse, nonché della documentazione e del perseguimento delle violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani. Fare luce sulle sorti dei soldati e dei civili dispersi è di fondamentale importanza sia per la popolazione traumatizzata dalla guerra che per l’instaurazione di una pace duratura.

Partenariati di vario genere

Per valorizzare in modo mirato le competenze svizzere sono necessari dei partenariati: con le autorità, con il settore privato, con la comunità scientifica e con le organizzazioni non governative. Un terzo dei fondi (circa 500 milioni di franchi) è destinato a misure di ricostruzione in collaborazione con aziende svizzere. Le basi giuridiche esistenti saranno adeguate e integrate per garantire che questo approccio alla ricostruzione sia sistematizzato e conforme agli obblighi giuridici internazionali. A tal fine, il 29 gennaio 2025 il Consiglio federale ha adottato il mandato negoziale per un trattato internazionale limitato nel tempo con l’Ucraina, attualmente in consultazione presso le commissioni parlamentari competenti per la politica estera. Per attuare il programma nazionale l’Esecutivo ha istituito, lo scorso settembre, un gruppo di lavoro guidato dal delegato del Consiglio federale per l’Ucraina. Il delegato è direttamente subordinato ai capi del DFAE e del DEFR ed è supportato da tre unità amministrative: la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e la Divisione Pace e diritti umani per il DFAE e la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) per il DEFR.

6 giorni fa
Mercenario svizzero ucciso al fronte in Ucraina
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È il primo soldato rossocrociato che muore nel conflitto. La conferma è arrivata dal Dipartimento federale degli affari esteri.

Per la prima volta dall'inizio dell'invasione russa nel 2022, un mercenario svizzero è morto in prima linea in Ucraina. L'ambasciata svizzera a Kiev è stata informata del decesso dall'esercito ucraino all'inizio dell'anno, ha dichiarato stamattina a Radio SRF il responsabile dei media del Dipartimento federale degli affari esteri, Michael Steiner. L'uomo è stato apparentemente ucciso durante un combattimento, ha aggiunto Steiner. Le circostanze della sua morte non sono chiare. Non si sa quindi in quale unità lo svizzero abbia prestato servizio e in quale area fosse di stanza. L'esercito ucraino non ha rilasciato alcuna informazione in merito.

La giustizia militare svizzera aveva già aperto diversi procedimenti penali contro cittadini elvetici in relazione alla guerra in Ucraina due anni fa, a febbraio. Le persone coinvolte erano sospettate di aver preso parte ai combattimenti come volontari o mercenari. Secondo il diritto penale militare svizzero, il servizio all'estero può essere punito con una pena detentiva fino a tre anni o una multa. Non è certo che il procedimento si concluda. Le indagini sono molto difficili nel caso di un Paese in guerra.

6 giorni fa
Zelensky: "A un eventuale tavolo delle trattative offriremo alla Russia uno scambio di territori"
Lo ha affermato il presidente ucraino in un'intervista.

Se Donald Trump riuscirà a portare Ucraina e Russia al tavolo delle trattative, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che ha intenzione di offrire alla Russia uno scambio territoriale diretto, rinunciando ai territori che Kiev detiene nella regione russa di Kursk da quando è stata lanciata un'offensiva a sorpresa sei mesi fa. "Scambieremo un territorio con un altro", ha detto in un'intervista al Guardian, aggiungendo di non sapere quale parte del territorio occupato dalla Russia l'Ucraina avrebbe chiesto in cambio. "Non lo so, vedremo. Ma tutti i nostri territori sono importanti, non c'è una priorità", ha detto.

"Senza gli Usa non ci sono garanzie di sicurezza"

Se Trump ritirasse il sostegno degli Stati Uniti all'Ucraina, l'Europa da sola non sarebbe in grado di colmare il divario, ha poi proseguito Zelensky. "Ci sono voci che dicono che l'Europa potrebbe offrire garanzie di sicurezza senza gli americani, e io dico sempre di no", ha detto il presidente ucraino. "Le garanzie di sicurezza senza l'America non sono vere garanzie di sicurezza", ha aggiunto. Zelensky ha affermato che è fondamentale per la sicurezza dell'Ucraina che il supporto militare degli Stati Uniti continui, citando l'esempio dei sistemi Patriot. "Anche da questo piccolo esempio si può vedere che senza l'America, le garanzie di sicurezza non possono essere complete".

I contatti tra Trump e Putin

Trump ha ammesso di aver già parlato con il presidente russo Vladimir Putin per telefono nel tentativo di avviare i negoziati. Zelensky ha definito "molto importante" che il presidente degli Stati Uniti incontri una delegazione ucraina prima di vedere Putin, ma si è fermato prima di criticare Trump per le sue dichiarazioni opache. "Chiaramente non vuole che tutti conoscano i dettagli, e questa è una sua decisione personale", ha detto. "Non c'è ancora una data" per incontrare Trump, ha inoltre dichiarato il presidente ucraino nell'intervista, anche se il suo team sta lavorando per fissarne una. Alla conferenza di Monaco è invece atteso un incontro con il segretario di Stato Marco Rubio.

7 giorni fa
"Pronto ad ogni dialogo, ma Usa e Ue devono garantire che non ci abbandoneranno"
Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista.

"Se avessi la consapevolezza che l'America e l'Europa non ci abbandoneranno, ci sosterranno e forniranno garanzie di sicurezza, sarei pronto a qualsiasi formato di dialogo": lo ha detto, in un'intervista alla tv britannica Itv ripresa dal Guardian, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo la telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin sulla fine del conflitto. "Un conflitto congelato - ha affermato - porterà a più aggressioni ancora e ancora. Chi vincerà i premi e passerà alla storia come vincitore? Nessuno. Sarà una sconfitta assoluta per tutti, sia per noi, come è importante, sia per Trump", ha detto il leader ucraino.
Trump, ha detto Zelensky come riporta Reuters online, "non ha bisogno solo di porre fine alla guerra, ha bisogno di agire in modo che Putin non abbia più alcuna possibilità di muoverci guerra. Questa è la cosa principale e tutti dovrebbero riconoscerlo. Sarebbe una vittoria". Il leader ucraino ha affermato che Kiev non vuole che si ripeta l'esperienza degli accordi di pace e dei colloqui che non hanno prodotto risultati negli anni prima all'invasione su vasta scala di Mosca del febbraio 2022. E questo, ha detto, significa mettere in atto garanzie di sicurezza. "Se ci sono garanzie di sicurezza, allora possiamo parlare di una fine della 'fase calda' della guerra. Dovete capire che abbiamo bisogno di sapere esattamente come finirà questa guerra. Che siamo tutti dalla stessa parte dell'America e dell'Europa", ha detto.

9 giorni fa
Trump ha parlato al telefono con Putin
Il presidente USA ha affermato di avere un piano concreto per porre fine alla guerra in Ucraina.

Il presidente statunitense Donald Trump ha parlato al telefono con il leader russo Vladimir Putin per cercare di negoziare la fine della guerra in Ucraina: lo ha detto lo stesso Trump al New York Post in un'intervista esclusiva a bordo dell'Air Force One venerdì.

I morti in battaglia

"È meglio che non lo dica", ha detto Trump quando gli è stato chiesto quante volte i due leader hanno parlato. Ma il presidente Usa ritiene che Putin "si preoccupi" dei morti sul campo di battaglia. "Vuole vedere le persone smettere di morire", ha aggiunto. "Tutte quelle persone morte. Giovani, belle persone. Sono come i vostri figli, due milioni di loro - e senza motivo", ha detto Trump, aggiungendo che guerra "non ci sarebbe mai stata" se lui fosse stato presidente nel 2022.

Da sempre "buon rapporto con Putin"

"Ho sempre avuto un buon rapporto con Putin", ha poi sottolineato, a differenza del suo predecessore: "Biden è stato un imbarazzo per la nostra nazione. Un completo imbarazzo". Trump ha quindi affermato di avere un piano concreto per porre fine alla guerra. "Spero che sia veloce. Ogni giorno la gente muore. Questa guerra è così brutta in Ucraina. Voglio porre fine a questa dannata cosa". Rivolgendosi al Consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, che lo ha raggiunto nel suo studio a bordo dell'Air Force One, il presidente ha affermato: "Facciamo partire questi incontri. Vogliono incontrarsi. Ogni giorno muoiono persone. Giovani soldati belli vengono uccisi. Giovani uomini, come i miei figli. Da entrambe le parti. Su tutto il campo di battaglia".

9 giorni fa
Zelensky, "Putin arruola 100 mila uomini, non solo contro di noi"
Il presidente ucraino esorta i paesi europei ad aumentare la spesa per la difesa viste le intenzioni di Putin.

Vladimir Putin sta arruolando nel suo esercito altri 100 mila uomini, secondo fonti di intelligence, tradendo così la sua vera intenzione, che non è trattare la pace ma prolungare la guerra. E non solo contro l'Ucraina. Dunque, i Paesi europei dovrebbero reagire, e aumentare, fra l'altro, la propria spesa per la difesa. Lo ha affermato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

100mila uomini

"Putin non si sta preparando per i negoziati, non per la pace, ma per la continuazione della guerra. E non solo contro di noi, contro l'Ucraina. Ora stanno aumentando il loro esercito di oltre 100 mila soldati. Tutti i partner della Nato dovrebbero saperlo e rendersene conto", ha detto Zelensky citato da Rbc-Ukraina e da altri media. L'Ucraina, ha detto Zelensky, è pronta a trasmettere informazioni rilevanti e la comunicazione appropriata, e tutti i Paesi europei dovranno rafforzare la propria difesa. "Dobbiamo vedere insieme quali sono le minacce e quali sono le nostre contromisure. È necessaria una chiara comprensione: qui, in Europa, ogni Paese dovrà rafforzare la propria difesa e l'obiettivo del 5% del Pil per la difesa non scomparirà dall'agenda", ha affermato.

Visita del presidente del Comitato militare della Nato

Zelensky ha inoltre rivelato che per la prima volta è in visita a Kiev, per esprimere il sostegno della Nato, il presidente del Comitato Militare della Nato, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. Lo scrivono i media ucraini. "Oggi, il nuovo capo del Comitato militare della Nato è in Ucraina. Il suo primo viaggio è nel nostro Paese per supportare gli ucraini. Lo apprezziamo. Oggi abbiamo discusso dei preparativi per Ramstein e delle esigenze della nostra difesa, la nostra difesa comune", ha osservato il presidente ucraino.

10 giorni fa
Berset: "La Russia non resti impunita per l'aggressione all'Ucraina"
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L'ex consigliere federale spera di ottenere un accordo fra gli Stati per la creazione di un tribunale speciale entro la fine dell'anno. Questa istituzione avrà il compito di giudicare i crimini dell'aggressione russa, ma non quelli di guerra.

Il Consiglio d'Europa vuole, come noto, istituire un tribunale speciale per giudicare l'aggressione della Russia contro l'Ucraina e creare un meccanismo di compensazione per i danni inflitti. "Si tratta di garantire che le violazioni dei diritti non rimangano impunite", ha affermato il segretario generale dell'organo Alain Berset, in un'intervista concessa all'agenzia francese Afp. Qualche giorno fa, gli esperti legali di una quarantina di paesi, della Commissione europea e del Consiglio d'Europa, hanno gettato le basi di un futuro tribunale speciale. Questa istituzione avrà il compito di giudicare i crimini dell'aggressione russa, ma non quelli di guerra, che restano di competenza della Corte internazionale di giustizia.

Raccogliere le richieste di risarcimento

"I tribunali esistenti non sono autorizzati ad occuparsi del crimine di aggressione: è quindi necessaria una giurisdizione specifica", spiega Berset. Con un "testo quasi pronto", l'ex consigliere federale spera di ottenere un accordo fra gli Stati per la creazione di tale tribunale entro la fine dell'anno, un obiettivo "ambizioso". Un registro dei danni è già stato aperto. Serve a raccogliere le richieste di risarcimento degli ucraini legate all'invasione di Mosca iniziata nel febbraio 2022. Le domande riguardano distruzioni di proprietà privata o la morte di un parente, ma "stiamo per includere altre categorie", precisa il friburghese.

Le cifre

Stando a Berset, attualmente i danni registrati sono 13'000. In soldoni, si parla di oltre 150 miliardi di dollari. Un totale che ovviamente non può far altro che crescere, aggiunge il politico svizzero. "Nella logica della riparazione, spetta a chi ha causato il danno pagare", prosegue l'ex consigliere federale soffermandosi sulla questione del finanziamento del meccanismo. I negoziati sono però molto complicati; da due anni gli Stati stanno discutendo sulla possibilità di usare i beni russi congelati, senza che un'intesa sia ancora stata raggiunta.

10 giorni fa
Trump è pronto a raddoppiare le sanzioni contro Mosca
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Lo ha detto in un'intervista al quotidiano New York Post Keith Kellogg, inviato speciale degli Usa per il conflitto in Ucraina.

Il presidente degli Usa Donald Trump è pronto a raddoppiare le sanzioni degli Stati Uniti verso la Russia per porre fine alla sua guerra contro l'Ucraina: lo ha detto in un'intervista al quotidiano New York Post Keith Kellogg, inviato speciale degli Usa per il conflitto in Ucraina, aggiungendo che sia Kiev che Mosca dovranno fare concessioni per porre fine alle uccisioni "di portata industriale" causate dal conflitto. Per Kellogg, l'applicazione delle sanzioni alla Russia è "solo circa un tre" su una scala da uno a dieci su quanto possa essere dolorosa la pressione economica. Si potrebbero specialmente aumentare "le sanzioni che prendono di mira la produzione e le esportazioni di petrolio". "Se c'è qualcuno che capisce cos'è la leva finanziaria, è il presidente Trump, e lo si può vedere da ciò che ha fatto di recente", ha affermato l'inviato Usa.

Riunito insieme al suo team al completo

Giovedì scorso Trump ha riunito il suo "team completo" di consiglieri e membri del gabinetto concentrati sulla sicurezza nazionale, dal vicepresidente James David Vance (conosciuto come J.D. Vance) al segretario al Tesoro Scott Bessent. Kellogg ha detto che hanno discusso su come usare tutti gli elementi del potere nazionale per porre fine alla guerra. L'obiettivo è arrestare la violenza prima di negoziare i complessi accordi di pace, perché "non si può uscire da questa guerra uccidendo", data la mancanza di interesse della Russia nell'impedire ingenti perdite delle proprie truppe. "Per la Russia, questo è in un certo senso nel loro Dna nelle operazioni militari: fondamentalmente, sei in una lotta di logoramento", ha detto. "Se guardi alla storia, non vorresti mai entrare in una lotta di logoramento con i russi, perché è così che combattono. Ci sono abituati. Voglio dire, questo è un paese che era disposto a perdere, e lo ha fatto, 700'000 uomini nella battaglia di Stalingrado in sei mesi, e non ha battuto ciglio", osserva l'ex generale statunitense. "E quindi - spiega - la pressione non può essere solo militare. Bisogna fare pressione economica, bisogna fare pressione diplomatica, qualche tipo di pressione militare".

13 giorni fa
Zelensky si dice "pronto a negoziati diretti con Putin"
Il presidente ucraino lo ha affermato nel corso di un'intervista.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky afferma che sarebbe pronto a "negoziati diretti" con lo zar del Cremlino Vladimir Putin. "Se questa è l'unica opzione con cui possiamo portare la pace ai cittadini ucraini e non perdere vite sicuramente opteremo per questa scelta", ha detto Zelensky, precisando che richiederà anche la presenza di altri partecipanti, in una intervista al giornalista britannico Piers Morgan.

15 giorni fa
Zelensky: "Usa e Ue partecipino alle trattative per i colloqui di pace"
Il presidente ucraino vorrebbe vedere tutte le parti coinvolte. "Parlare dell'Ucraina senza di noi è pericoloso per tutti", ha sottolineato.

Gli Stati Uniti e l'Unione Europea dovrebbero unirsi all'Ucraina e alla Russia al tavolo delle trattative per i futuri colloqui di pace. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista all'Associated Press (Ap). I commenti arrivano dopo che il leader americano Donald Trump ha detto che il suo team è già impegnato in discussioni "molto serie" con la parte russa su come porre fine alla guerra in Ucraina. Colloqui che non includono Kiev "sono molto pericolosi", ha affermato Zelensky all'Ap. "Possono avere le loro relazioni, ma parlare dell'Ucraina senza di noi è pericoloso per tutti", ha sottolineato il presidente riferendosi alle parole del tycoon.

"Vorrei vedere tutti al tavolo delle trattative"

Zelensky ha detto che il primo passo per l'Ucraina è tenere un incontro di alto livello con il presidente Usa, in modo che Kiev e Washington possano sviluppare i propri piani per un cessate il fuoco. Le parti potranno quindi passare alle discussioni che coinvolgono la Russia. "Credo che prima di tutto dobbiamo tenere un incontro con Trump", che è tra l'altro qualcosa che tutti in Europa vogliono", ha affermato il leader ucraino. Dopo tale l'incontro "dovremmo passare a una sorta di formato di conversazione con i russi", ha detto. "Vorrei vedere gli Stati Uniti, l'Ucraina e i russi al tavolo delle trattative. E ad essere onesti dovrebbe esserci anche una voce dell'Ue: penso che sarebbe giusto, efficace. Ma come andrà a finire, non lo so".

"Trump potrebbe convincere Putin minacciando sanzioni"

Zelensky ha detto all'Ap che Mosca non è interessata a tenere colloqui di pace a causa del suo vantaggio sul campo di battaglia, ma che Trump potrebbe costringere il presidente russo Vladimir Putin a negoziare minacciando sanzioni più severe contro la Russia. Gli Usa dovrebbero anche continuare a fornire armi a Kiev, ha affermato. "Penso che questi siano i passi più vicini e importanti". Zelensky ha anche affrontato i commenti del segretario di Stato americano Marco Rubio, che il 30 gennaio ha affermato che la guerra ha fatto tornare indietro il suo Paese "di 100 anni". "Rubio deve prima di tutto venire in Ucraina  - ha commentato - per vedere cosa ha fatto la Russia, ma anche per vedere cosa ha fatto il popolo ucraino, cosa è stato in grado di fare per la sicurezza dell'Ucraina e del mondo".

17 giorni fa
I nordcoreani lasciano il fronte dopo le gravi perdite
"Nelle ultime tre settimane non abbiano rilevato attività né abbiamo segnalato scontri armati con i nordcoreani", ha detto all'agenzia Afp il portavoce delle forze speciali ucraine, Oleksandr Kindratenko. "Di conseguenza - ha aggiunto l'ufficiale - riteniamo che siano stati ritirati a causa delle pesanti perdite che hanno subito". Dello stesso avviso fonti ucraine e americane citate dal New York Times.

Gli ucraini e gli americani avevano lanciato l'allarme per il loro arrivo nell'autunno scorso, insieme alle autorità di Seul. Ora, a distanza di tre mesi, Kiev e Washington affermano che le migliaia di soldati nordcoreani che si erano uniti ai russi per combattere nella regione di Kursk hanno lasciato il fronte, dopo aver subito pesanti perdite anche per le difficoltà di coordinamento con le forze del Cremlino che li avevano praticamente mandati allo sbaraglio. "Nelle ultime tre settimane non abbiano rilevato attività né abbiamo segnalato scontri armati con i nordcoreani", ha detto all'agenzia Afp il portavoce delle forze speciali ucraine, Oleksandr Kindratenko. "Di conseguenza - ha aggiunto l'ufficiale - riteniamo che siano stati ritirati a causa delle pesanti perdite che hanno subito". Dello stesso avviso fonti ucraine e americane citate dal New York Times.

Sopravvissuta solo la metà dei soldati

Dei circa 11'000 soldati inviati da Pyongyang in novembre, afferma il comandante delle forze armate di Kiev, Oleksandr Syrsky, è rimasta la metà. Le truppe ucraine che hanno combattuto contro di loro li hanno descritti come "feroci guerrieri", ma la disorganizzazione nei loro ranghi e la mancanza di coesione con le unità russe hanno iniziato quasi subito a provocare vittime nelle file nordcoreane, secondo un funzionario ucraino. Il risultato sarebbe stato che le truppe di Kim Jong Un sarebbero state lasciate a cavarsela da sole, coadiuvate solo da pochi veicoli blindati. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non ha commentato. Sulla vicenda dei nordcoreani, ha detto, "ci sono molte opinioni diverse, corrette e scorrette, false e che distorcono la realtà". "Probabilmente - ha aggiunto - non è appropriato per noi commentare ogni volta queste cose". Per la verità Mosca non ha mai commentato la questione, e non ha mai confermato o smentito l'invio dei soldati del Paese eremita. Ma Putin ha ricordato l'articolo 4 del trattato di partenariato strategico bilaterale, da lui firmato durante una visita a Pyongyang nel giugno dello scorso anno, che prevede assistenza militare reciproca in caso di aggressione alla Corea del Nord o alla Russia. E un'aggressione è considerato l'attacco alla regione russa di Kursk, lanciato in agosto, che ha portato le truppe di Kiev ad occupare una piccola porzione di questo territorio.

"Liberato il 60% dei territori del Kursk dagli ucraini"

Due settimane fa il ministero della Difesa di Mosca aveva detto che, oltre a proseguire la loro lenta ma costante avanzata nell'est dell'Ucraina, le truppe russe hanno liberato il 60% (circa 800 chilometri quadrati) del territorio occupato dagli ucraini nel Kursk e che oltre 50'000 militari di Kiev impegnati nell'offensiva sono stati uccisi o feriti. Ora Mosca afferma inoltre che in un villaggio di quelli riconquistati, Russkoye Porechnoye, i soldati russi hanno scoperto i corpi di 22 civili uccisi a sangue freddo dagli occupanti, che li avrebbero nascosti negli scantinati di alcune case rurali. Il Comitato investigativo russo ha affermato di avere identificato cinque soldati ucraini responsabili del massacro, affermando che tra le loro vittime vi sono anche otto donne che sarebbero state violentate prima di essere uccise. La portavoce del Comitato, Svetlana Petrenko, ha detto che le accuse nei loro confronti sono "aver commesso un attacco terroristico, stupro e violenza sessuale di gruppo". Uno dei soldati è stato mostrato alla televisione russa mentre confessa i crimini che gli sono attribuiti, con grande fatica anche perché affetto dalla balbuzie. Altre immagini mostrano quello che è stato presentato come il recupero di alcune delle salme. La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha parlato di "crimini disumani" che dimostrano le radici "terroristiche e neonaziste del regime di Kiev", che gli occidentali "sponsorizzano con centinaia di miliardi di dollari ed euro". "Nonostante tutta la sordità della comunità internazionale e la sua riluttanza a prestare attenzione a tali atrocità, dobbiamo continuare instancabilmente a fare appello alla sua coscienza e alla sua attenzione", ha affermato da parte sua il portavoce Peskov.

20 giorni fa
Gli Usa tagliano gli aiuti esteri, diverse Ong ucraine rischiano di chiudere
La decisione è stata presa dopo che lunedì scorso il presidente degli Stati Uniti aveva firmato un ordine che sospendeva temporaneamente i programmi di assistenza all'estero per 90 giorni, in attesa di una revisione dei loro finanziamenti.

Numerosi progetti umanitari con sede in Ucraina sono stati sospesi a causa del congelamento degli aiuti esteri da parte degli Stati Uniti: lo hanno dichiarato diverse fonti all'AFP. Le organizzazioni a sostegno dei veterani, i media locali e l'assistenza sanitaria sono tra quelle che hanno subito una riduzione dei finanziamenti da parte di Washington, con molti piccoli organi di stampa locali e gruppi di assistenza che hanno annunciato di essere costretti a chiudere. "La maggior parte dei progetti ha l'ordine di fermarsi", ha dichiarato una fonte della missione dell'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID).

L'ordine di Trump

Il segretario di Stato americano Marco Rubio venerdì ha ordinato di fermare praticamente tutti gli aiuti esteri degli Stati Uniti, ad eccezione dei finanziamenti a Israele e all'Egitto. La decisione è stata presa dopo che lunedì scorso il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva firmato un ordine che sospendeva temporaneamente i programmi di assistenza all'estero per 90 giorni in attesa di una revisione dei loro finanziamenti.

A rischio l'attività di diverse Ong

Alcune organizzazioni non governative (ONG) ucraine e internazionali hanno scritto sulle reti sociali di essere state colpite dal congelamento. Olga Kucher di Veteran Hub ha dichiarato all'AFP che lunedì l'ONG ucraina ha dovuto sospendere il lavoro della sua filiale nella città centrale di Vinnytsia. L'organizzazione offre consulenze legali e supporto psicologico a chi si trova in difficoltà. Un operatore umanitario di un'ONG americana in Ucraina, in parte finanziata dall'USAID, ha dichiarato che un progetto di assistenza ai gruppi di soccorso ucraini che stava per essere avviato è stato "messo in pausa". "Non sappiamo se sarà completamente cancellato o ridotto", ha dichiarato a condizione di anonimato. L'operatore ha spiegato che la sua organizzazione avrebbe dovuto fornire un sostegno di diversi milioni di dollari a una mezza dozzina di ONG ucraine, alcune delle quali ora rischiano di chiudere.
Dall'invasione della Russia nel febbraio 2022, l'USAID ha fornito all'Ucraina 2,6 miliardi di dollari in aiuti umanitari, 5 miliardi di dollari in assistenza allo sviluppo e più di 30 miliardi di dollari in sostegno diretto al bilancio, secondo il suo sito web.

21 giorni fa
L'Ue rinnova le sanzioni contro la Russia
Lo ha annunciato l'Alta Rappresentante Kaja Kallas via social, affermando che "Mosca deve pagare per i danni che sta causando".

I ministri degli Esteri dell'Ue hanno approvato a Bruxelles il rinnovo delle misure settoriali contenute nei quindici pacchetti di sanzioni approvati dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina nei confronti della Russia, superando il veto minacciato nei giorni scorsi dall'Ungheria. "L'Europa mantiene la parola - ha annunciato l'Alta Rappresentante Kaja Kallas via social - i ministri degli Esteri dell'Ue hanno appena deciso di estendere nuovamente le sanzioni alla Russia. Ciò continuerà a privare Mosca delle entrate per finanziare la sua guerra. La Russia deve pagare per i danni che sta causando".
Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjartò ha aggiunto, via social, che "l’Ungheria ha ricevuto le garanzie richieste riguardo alla sicurezza energetica del nostro Paese. La Commissione Europea si è impegnata a proteggere i gasdotti e gli oleodotti che portano agli Stati membri dell'Ue. Ha chiarito che l'integrità delle infrastrutture energetiche che riforniscono gli Stati membri è un importante problema di sicurezza per l'Ue nel suo complesso. Inoltre, sta cercando garanzie dall'Ucraina per garantire la fornitura di petrolio all'Unione".

24 giorni fa
Putin: “Pronto a negoziati diretti con Trump sull’Ucraina”
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Il presidente russo ha detto di avere sempre avuto relazioni basate sulla fiducia con il tycoon. Kiev però avverte: "Nessun negoziato senza la partecipazione dell'Ucraina".

Il presidente russo Vladimir Putin ha detto di essere pronto a trattative dirette con il suo omologo statunitense Donald Trump sull'Ucraina. Lo riferisce l'agenzia di stampa ufficiale russa Tass. Il capo del Cremlino ha pure affermato di avere sempre avuto relazioni basate sul pragmatismo e la fiducia con il tycoon.

Putin: “A Trump fu rubata la vittoria nel 2020”

Putin ha anche dichiarato che a Trump è stata "rubata la vittoria" nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2020. "Se fosse stato presidente, allora forse non ci sarebbe stata la crisi che è avvenuta in Ucraina", ha detto lo "zar" in un'intervista al giornalista televisivo Pavel Zarubin, ripresa dalle agenzie russe. Sull'Ucraina si è manifestato anche il Ministero degli esteri. Nonostante tutte le dichiarazioni, non vi sono segnali che l'Ucraina e l'Occidente siano pronti a negoziati di pace, afferma il ministero citato da Tass.

Altolà da Kiev

“Non potranno esserci negoziati fra Putin e Trump sulla guerra in Ucraina senza la partecipazione dell'Europa e della stessa Ucraina”, afferma però la presidenza a Kiev. "Lui (Putin) vuole negoziare il destino dell'Europa, senza l'Europa. E vuole parlare dell'Ucraina senza l'Ucraina", ha indicato sul servizio di messaggistica Telegram il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak. "Questo non accadrà. Putin deve tornare alla realtà, o verrà riportato indietro. Non è così che vanno le cose nel mondo moderno".

25 giorni fa
Zelensky, "Colloqui con Putin se Trump fornirà garanzie"
Il presidente ucraino ha parlato delle condizioni per i colloqui di pace con Putin per raggiungere un risultato equo.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto all'agenzia Bloomberg che potrebbe avere colloqui con quello russo Vladimir Putin se il presidente degli Stati Uniti Donald Trump fornirà all'Ucraina garanzie di sicurezza. La dichiarazione è stata rilanciata dalla Tass.

Colloqui "equi"

I colloqui di pace con la Russia devono essere "equi", e questo "dipende" non solo "dagli Stati Uniti", ma anche "dall'Unione Europea", ha scritto poi su Telegram, commentando l'intervista. "La fine della guerra dovrebbe essere una vittoria di Trump, non di Putin", aveva detto il capo dello Stato all'agenzia di stampa statunitense, aggiungendo che senza garanzie di sicurezza forti e irreversibili da parte degli Stati Uniti e dell'Europa, un cessate il fuoco potrebbe permettere alla Russia di riarmarsi e rinnovare la sua offensiva. "L'unica domanda è quali garanzie di sicurezza, e onestamente voglio capire prima dei colloqui", aveva aggiunto.

Da cosa dipendono i negoziati

"I negoziati possono essere equi o ingiusti. E qui molto dipende da come guardiamo alla giustizia, in modo uguale o diverso - sottolinea Zelensky sul suo account Telegram -. Dipende dagli Stati Uniti d'America, dalla nuova amministrazione, dall'Unione Europea, dalla loro opinione, dalla loro indipendenza. Oggi dipende anche dalla posizione alleata di America ed Europa, in un certo senso dal Sud globale". "La domanda è se l'Ucraina sarà, come una volta nel formato Normandia, da sola e con tutti gli altri. Oppure (se) l'Ucraina sarà con i suoi alleati e questa volta la Russia sarà sola. Questo è il senso di negoziati equi", prosegue Zelensky, che conclude: nell'intervista a Bloomberg "ho parlato delle condizioni per i colloqui di pace e dell'importanza del sostegno dei partner per raggiungere un risultato equo nel dialogo con la Russia".

un mese fa
Trump a Putin: “Subito un accordo per la fine della guerra o ci saranno sanzioni”
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Il presidente statunitense ha esortato il suo omologo russo ad adoperarsi per far cessare il conflitto. "Patteggia ora e metti fine a questa ridicola guerra".

Se non ci sarà un accordo a breve per l'Ucraina con la Russia "non avrò altra scelta se non imporre più tasse, dazi e sanzioni su tutto quello che viene venduto dalla Russia negli Stati Uniti". Lo ha detto il presidente statunitense Donald Trump. "Non cerco di fare male alla Russia. Mi piace il popolo russo e ho sempre avuto una relazione molto buona con il presidente Putin. Non dobbiamo dimenticarci che la Russia ci ha aiutato durante la Seconda guerra mondiale", ha scritto Trump su Truth.

“Facciamola finita con questa guerra”

"Patteggia ora e metti fine a questa ridicola guerra", ha aggiunto ancora il tycoon rivolgendosi a Putin. "Se non ci sarà un accordo a breve, non avrò altra scelta se non imporre nuove tasse, dazi e sanzioni su tutto quello venduto dalla Russia e vari altri Paesi partecipanti negli Stati Uniti. Facciamola finita con questa guerra, che non sarebbe mai iniziata se fossi stato presidente. Lo possiamo fare in modo semplice o in modo difficile. E' il momento di fare un accordo, non dovrebbero essere perse altre vite", ha concluso Trump.

un mese fa
Missili balistici russi su Kiev, "Almeno 4 morti"
L'allarme aereo nella capitale ucraina è scattato alle 5:50 locali (le 4:50 in Svizzera).

Almeno quattro persone sono morte e altre tre sono rimaste ferite in un attacco con missili balistici lanciato questa mattina dalle forze russe: lo riporta Ukrainska Pravda. In seguito all'attacco, sono stati registrati incendi e danni alle infrastrutture, inclusa la stazione Lukyanivska della metropolitana. L'allarme aereo nella capitale ucraina è scattato alle 5:50 locali (le 4:50 in Svizzera), riportano i media. "Purtroppo abbiamo già quattro morti nel quartiere di Shevchenkiv, i feriti sono tre", ha scritto su Telegram il capo dell'Amministrazione militare di Kiev, Tymur Tkatchenko. Da parte sua, il sindaco della città Vitali Klitschko ha segnalato su Telegram che "anche la conduttura dell'acqua è stata danneggiata nel quartiere di Shevchenkiv".

un mese fa
Zelensky: "Mi fido di Meloni"
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Il presidente ucraino ha incontrato la premier italiana e ha commentato positivamente quanto si sono detti. "Ho un ottimo rapporto con lei, grazie per il supporto".

"Mi fido di lei". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rispondendo a chi gli chiedeva se la premier Giorgia Meloni aiuterà l'Ucraina con il leader eletto americano Donald Trump.

"La ringrazio per il supporto che sta dando all'Ucraina"

In un colloquio riportato dal Messaggero, Zelensky spiega che quello con Meloni "è stato un incontro molto positivo". Il presidente ucraino sottolinea: "Ho un ottimo rapporto con il vostro primo ministro. La ringrazio per tutto il supporto che sta dando all'Ucraina".

un mese fa
Trump apre al summit con Putin: "stiamo organizzando"
Lo ha affermato Donald Trump in un incontro con i governatori repubblicani.

Donald Trump apre ad un summit con Vladimir Putin dopo il suo insediamento. "Lui vuole incontrarsi e stiamo organizzando", ha detto il presidente eletto incontrando i governatori repubblicani a Mar-a-Lago, senza però fornire alcune dettaglio su tempi e modi. Il Cremlino ha confermato la disponibilità del leader russo a contatti con Trump, spiegando che "non ci sono condizioni preliminari" per l'avvio di un dialogo.

Intenzioni di Trump sull'Ucraina non ancora chiare

Il tycoon non ha ancora svelato le sue carte per mettere fine alla guerra in Ucraina. Durante la campagna elettorale aveva promesso che l'avrebbe risolta in 24 ore, ma negli ultimi giorni ha ammesso che sei mesi sono un arco temporale più realistico. L'inviato di Trump per l'Ucraina e la Russia Keith Kellogg si è detto fiducioso sulla possibilità che una soluzione venga trovata nei primi 100 giorni della nuova amministrazione, durante i quali il nuovo presidente potrebbe proporre una soluzione "accettabile" sia per Putin sia per il leader ucraino Volodymyr Zelensky. "La gente deve capire che non sta cercando di dare qualcosa a Putin. In realtà sta cercando di salvare l'Ucraina e la sua sovranità" e si assicurerà che qualsiasi accordo sia "equo e giusto", ha spiegato Kellogg in un'intervista a Fox, ribadendo come Trump parli con tutti, sia con gli avversari sia con i nemici.

Il rapporto tra Trump e Putin

The Donald e Putin si sono incontrati cinque volte durante i primi quattro anni di Trump alla Casa Bianca, e il presidente eletto ha rivendicato più volte pubblicamente il loro buon rapporto. Una relazione, secondo lui, che aiuterà a mettere fine alla guerra in Ucraina, un obiettivo che a suo avviso condivide anche Putin.

un mese fa
Karin Keller-Sutter e Volodymyr Zelensky stanno organizzando un nuovo incontro bilaterale
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La presidente della Confederazione lo ha annunciato su X, assicurando il sostegno della Svizzera all'Ucraina. Zelensky: "Apprezziamo la disponibilità di Berna a sostenerci".

La presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter ha parlato ieri per telefono con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo ha reso noto lei stessa su X, annunciando che si sta preparando un incontro bilaterale. Da parte sua Zelensky ha spiegato sul suo sito online che per l'Ucraina è importante che le relazioni con la Svizzera rimangano significative e orientate al raggiungimento di una rapida pace. "Apprezziamo la disponibilità della Svizzera a sostenerci sia a livello politico che organizzativo", ha affermato. Il leader ucraino non ha fornito indicazioni sulla data o sul luogo dell'incontro con Keller-Sutter. Tra due settimane si terrà a Davos (GR) l'annuale Forum economico mondiale (WEF); non è ancora noto se Zelensky vi parteciperà. Nel suo messaggio su X, la presidente della Confederazione ha assicurato a Zelensky il suo sostegno. Ha citato progetti umanitari e di ricostruzione a lungo termine nonché la volontà di contribuire al processo di pace attraverso i buoni uffici.

Lo scorso giugno, la Svizzera aveva organizzato una conferenza sulla pace in Ucraina al Bürgenstock (NW). All'incontro avevano partecipato oltre 40 capi di Stato e di governo. La Russia non era stata invitata. La maggioranza dei partecipanti al vertice aveva adottato idee per una pace duratura, ma non era riuscita a concordare una procedura chiara per coinvolgere la Russia in un processo di pace. L'Ucraina ha recentemente pianificato un secondo vertice.

un mese fa
Zelensky, "voglio parlare di pace con Trump prima che con Putin"
Lo ha detto il leader ucraino curante un'intervista con il pdcaster americano Lex Fridman, affermando che è "molto importante che l'Europa abbia una voce" nei colloqui.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di voler incontrare il futuro presidente americano Donald Trump per parlare di un piano di pace prima di ogni negoziazione con il presidente russo Vladimir Putin. "Prima di tutto con Trump, siamo d'accordo con lui su come porre fine alla guerra, su come fermare Putin", ha detto Volodymyr Zelensky in una intervista di tre ore con il podcaster americano Lex Fridman, affermando anche che è "molto importante che l'Europa abbia un voce" nei colloqui. "Trump e io raggiungeremo un accordo, e sono sicuro che sarà in grado di offrire forti garanzie di sicurezza con l'Europa, e poi potremo parlare con i russi", ha detto.

"Trump molto influente"

L'intervista, registrata alla fine di dicembre a Kiev, ha toccato molti argomenti ed è stata condotta da Lex Fridman in russo, con Zelensky che ha risposto alle domande in ucraino. La versione iniziale del video dell'intervista, però, prevedeva solo il doppiaggio inglese realizzato utilizzando l'intelligenza artificiale. Il presidente ucraino ha ribadito la sua aspettativa che Donald Trump possa porre fine alla guerra. "Ora vedo che quando parlo di qualcosa con Donald Trump - sia di persona che al telefono - tutti i leader europei mi chiedono 'come è andata?'" ha detto . "Ciò dimostra l'influenza di Donald Trump, e questo non è mai successo prima con un presidente americano, per mia esperienza", ha aggiunto Zelensky prima di aggiungere: "Ti dà fiducia che possa porre fine a questa guerra".

"Pace attraverso la forza"

Il presidente ucraino ha poi affermato: "Mi piace il messaggio del presidente Trump quando parla. Penso che condividiamo l'idea di pace attraverso la forza che è molto importante", ha detto. La vittoria elettorale dei repubblicani lo scorso novembre ha messo in dubbio il futuro del sostegno americano all'Ucraina, con il futuro presidente degli Stati Uniti che aveva promesso di porre fine alla guerra "in 24 ore". Per Zelensky queste di Trump "non sono solo parole". "Conto davvero su di lui e penso che la nostra gente conti davvero su di lui", ha detto. "Ha abbastanza potere per fare pressione su Putin", ha aggiunto il leader ucraino.

un mese fa
Kiev lancia offensiva nel Kursk. Mosca, "Respinta"
È quanto indicato dalle forze armate russe in un comunicato. La smentita ucraina non si è però fatta attendere.

L'esercito ucraino ha lanciato una nuova offensiva nella regione russa di Kursk, che secondo il ministero della difesa di Mosca è stata respinta dalle forze russe. "Intorno alle 9.00 (le 7.00 in Svizzera), il nemico ha lanciato un contrattacco per fermare l'avanzata delle truppe ucraine nella zona di Kursk", hanno indicato le forze armate russe in un comunicato, secondo le quali "il gruppo d'assalto dell'esercito ucraino è stato sconfitto dall'artiglieria e dagli aerei".

Smentita ucraina

"Kursk, buone notizie, la Russia sta avendo ciò che si merita", scrive però sul servizio di messaggistica Telegram Andriy Yermak, capo dell'Ufficio del presidente ucraino, commentando l'offensiva dell'esercito di Kiev nel Kursk. Gli fa eco, sempre su Telegram, il capo del Centro per la lotta alla disinformazione del Consiglio nazionale di difesa e sicurezza dell'Ucraina, Andriy Kovalenko: "Nella regione di Kursk, i russi sono molto preoccupati perché sono stati attaccati su più fronti ed è stata una sorpresa per loro. Le forze di difesa stanno lavorando", afferma l'alto funzionario.

un mese fa
Mosca: "Kiev ha perso 49mila soldati nel Kursk da inizio guerra"
lo ha dichiarato oggi il ministero della Difesa russo, aggiungendo che nelle ultime 24 ore le perdite sono ammontate a 340 unità.

Le forze armate ucraine hanno perso più di 49'000 uomini dall'inizio dei combattimenti nella regione russa di Kursk: lo ha dichiarato oggi il ministero della Difesa russo, aggiungendo che nelle ultime 24 ore le perdite sono ammontate a 340 unità. Lo riporta la Tass, senza specificare se le stime includano anche i feriti o solo i soldati caduti. Secondo il ministero, dall'inizio dei combattimenti nel Kursk, gli ucraini hanno perso 273 carri armati, 209 veicoli da combattimento di fanteria, 153 veicoli corazzati per il trasporto di personale, 1'461 veicoli da combattimento, 1'407 veicoli a motore, 340 cannoni d'artiglieria e 44 piattaforme di lancio Mlrs (a lancio multiplo).

2 mesi fa
Zelensky: "stop gas una delle più grandi sconfitte di Mosca"
È quanto sottolineato dal leader ucraino, denunciando il "cinico ricatto energetico" dei russi.

L'interruzione del transito del gas russo attraverso l'Ucraina rappresenta "una delle più grandi sconfitte di Mosca". Lo ha detto Volodymyr Zelensky. "Quando Putin ottenne il potere in Russia più di 25 anni fa, il pompaggio annuale di gas attraverso l'Ucraina verso l'Europa era di oltre 130 miliardi di metri cubi. Oggi, il transito del gas russo è pari a 0. Questa è una delle più grandi sconfitte di Mosca", ha sottolineato il leader ucraino, denunciando il "cinico ricatto energetico" dei russi.

2 mesi fa
Gazprom, interrotte le forniture di gas russo tramite l'Ucraina: "Accordi non rinnovati"
L'Unione Europea: "L'impatto sulla sicurezza dell'approvvigionamento dell'Ue sarà limitato".

"Le forniture di gas russo tramite l'Ucraina si sono interrotte alle 8 ora di Mosca" (le 6 in Svizzera), ha dichiarato stamattina Gazprom. "Dato che Kiev ha ripetutamente e chiaramente rifiutato di estendere gli accordi in tal senso" con la Russia, l'azienda "ha perso in data odierna la capacità tecnica e legale di far transitare il gas attraverso l'Ucraina": è quanto si legge in un comunicato di Gazprom, citato dall'agenzia di stampa Tass.

UE: "Impatto sull'Europa limitato" 

Dal canto suo, l'Europa ieri si è detta pronta per la fine del contratto di transito del gas russo attraverso l'Ucraina. "L'impatto sulla sicurezza dell'approvvigionamento dell'Ue sarà limitato", ha sottolineato una portavoce della Commissione europea, spiegando che l'infrastruttura europea è sufficientemente flessibile per garantire forniture di gas non russo ai Paesi dell'Europa centrale e orientale tramite "rotte alternative".

2 mesi fa
Zelensky: "Tutto per fermare la Russia e porre fine a guerra"
Il presidente ucraino in un discorso alla nazione in occasione del nuovo anno: "Che il 2025 sia il nostro anno. L'anno dell'Ucraina. Sappiamo che la pace non ci verrà regalata".

Il leader ucraino Volodymyr Zelensky, in un discorso alla nazione in occasione del nuovo anno, ha dichiarato che il suo Paese farà tutto il possibile per porre fine alla guerra con Mosca nel 2025 e fermare l'aggressione russa. "Che il 2025 sia il nostro anno. L'anno dell'Ucraina. Sappiamo che la pace non ci verrà regalata, ma faremo di tutto per fermare la Russia e porre fine alla guerra. Questo è ciò che ognuno di noi desidera", ha detto in un discorso diffuso sui social media.

2 mesi fa
Ucraina, dagli Usa altri 2,5 miliardi di aiuti militari
È quanto annunciato dal presidente Joe Biden.

Gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari all'Ucraina da 2,5 miliardi di dollari, con l'amministrazione Biden che si affretta a sostenere Kiev prima che il presidente eletto Donald Trump entri in carica. "Oggi sono orgoglioso di annunciare quasi 2,5 miliardi di dollari in assistenza alla sicurezza per l'Ucraina, mentre il popolo ucraino continua a difendere la propria indipendenza e libertà dall'aggressione russa", ha affermato il presidente Joe Biden in una dichiarazione.

2 mesi fa
Lavrov: "Le proposte di Trump sull'Ucraina non sono soddisfacenti"
Il ministro degli Esteri russo si dice contrario a "congelare" le ostilità lungo la linea di ingaggio e di trasferire agli europei l'ulteriore responsabilità di affrontare la Russia.

Mosca non è soddisfatta delle proposte del presidente eletto, Donald Trump, di rinviare l'adesione dell'Ucraina alla Nato per 20 anni e di dispiegarvi un contingente di forze di pace dell'Ue e del Regno Unito. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Serghei Lavrov in un'intervista all'agenzia Tass.

"A giudicare dalle numerose fughe di notizie e dall'intervista rilasciata dallo stesso Trump a Time il 12 dicembre, sta parlando di "congelare" le ostilità lungo la linea di ingaggio e di trasferire agli europei l'ulteriore responsabilità di affrontare la Russia. Non siamo certo soddisfatti delle proposte avanzate", ha detto.

Ancora nessun segnale ufficiale dagli Stati Uniti sulla soluzione ucraina

Allo stesso tempo, Lavrov ha osservato che Mosca per il momento non ha ricevuto alcun segnale ufficiale dagli Stati Uniti sulla soluzione ucraina. "Fino al 20 gennaio - data dell'insediamento - Donald Trump ha lo status di 'presidente eletto', e tutta la politica su tutti i fronti è determinata dal presidente in carica e dalla sua amministrazione. E finora, solo quest'ultima è autorizzata a impegnarsi con la Russia per conto degli Usa, come ci viene regolarmente comunicato, questo accade di tanto in tanto, ma in tali contatti non si parla di trattative con l'Ucraina", ha spiegato il ministro degli Esteri russo.

2 mesi fa
Gazprom interrompe le forniture di gas alla Moldavia
La decisione è legata al rifiuto di saldare il debito per le forniture da parte della Moldavia.

Gazprom azzererà le forniture di gas alla Moldavia dal primo gennaio 2025 a causa delle violazioni contrattuali del rifiuto di saldare il debito per le forniture. Lo ha reso noto la compagnia russa in un comunicato, come riporta la Tass. Gazprom ha inviato una notifica a Moldovagaz in cui si afferma che "sulla base delle disposizioni del contratto e delle norme applicabili della legislazione russa, Gazprom introdurrà una restrizione sulle forniture di gas naturale alla Repubblica di Moldavia a 0 metri cubi al giorno dalle 8 ora di Mosca del primo gennaio 2025".

2 mesi fa
Zelensky, "Fico vuole aprire un nuovo fronte contro l'Ucraina"
Stando al presidente ucraino il premier slovacco ha minacciato di interrompere le forniture di energia elettrica all'Ucraina.

Robert Fico vuole aprire un "secondo fronte energetico contro l'Ucraina a spese degli interessi del popolo slovacco". Lo ha detto Volodymyr Zelensky rispondendo al premier slovacco che aveva minacciato di interrompere le forniture di energia elettrica all'Ucraina. "La politica miope di Fico ha già privato il popolo slovacco di un risarcimento per la perdita del transito del gas russo. Ora rischia di privare gli slovacchi di altri 200 milioni di dollari all'anno, che l'Ucraina paga per l'elettricità importata", ha aggiunto Zelensky. "Qualsiasi decisione arbitraria a Bratislava o gli ordini di Mosca a Fico in merito all'elettricità non possono tagliare la fornitura di energia elettrica dell'Ucraina, ma possono certamente tagliare i legami delle attuali autorità slovacche con la comunità europea", ha avvertito il leader ucraino, come riporta Ukrinform.

Fico ha incontrato Putin

Ieri Fico - che nei giorni scorsi era volato a Mosca per incontrare Vladimir Putin, offrendosi di ospitare negoziati di pace - ha dichiarato che il suo paese potrebbe rispondere alla decisione dell'Ucraina di sospendere il transito del gas russo dal primo gennaio 2025, interrompendo le forniture di elettricità all'Ucraina o esplorando altre misure.

2 mesi fa
Putin: "vogliamo chiudere la guerra, non solo congelarla"
È quanto ha affermato il presidente russo. Si parla inoltre della possibilità di svolgere dei colloqui di pace in Slovacchia.

La Russia cerca di far finire il conflitto, non di congelarlo. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dalla Tass. Rispondendo a una domanda dei giornalisti sui piani di Donald Trump per congelare la guerra in Ucraina, Putin ha risposto: "Cerchiamo anche di porre fine al conflitto". Putin ha aggiunto che il presidente americano Joe Biden nel 2021, prima quindi dell'invasione russa dell'Ucraina, gli offrì di rinviare l'adesione di Kiev alla Nato, ha riferito la Tass.

La questione del gas, possibili colloqui in Slovacchia

La Russia è pronta a fornire gas attraverso l'Ucraina a chiunque, ma è impossibile alle condizioni di Kiev, ha precisato il presidente russo, citato dalla Tass. La Slovacchia è pronta ad ospitare i colloqui tra Russia e Ucraina per mettere fine alla guerra, e per Mosca va bene, ha affermato Putin citato dalla Tass. Nei giorni scorsi il premier slovacco Robert Fico è stato ricevuto al Cremlino. "Si è parlato principalmente di un accordo di pace in Ucraina", ha commentato il presidente russo.

2 mesi fa
Riaperti gli aeroporti di Mosca
Le restrizioni sono state revocate all'inizio del pomeriggio, ora svizzera. Non è stato dato sapere quali fossero le minacce alla sicurezza dei voli civili.

Gli aeroporti di Mosca (Sheremetyevo, Domodedovo, Vnukovo e Zhukovsky) che erano stati temporaneamente chiusi hanno ripreso le loro attività. Lo riferisce l'agenzia federale russa per i trasporti aerei, citata dalla Tass.

Una minaccia alla "sicurezza dei civili" non ben precisata

"Le restrizioni alle partenze e agli arrivi sono state revocate alle 16.39", ossia le 14.39 in Svizzera. "Le restrizioni temporanee erano state imposte per garantire la sicurezza dei voli civili", spiega l'agenzia senza fornire ulteriori dettagli.

2 mesi fa
Aeroporti di Mosca chiusi temporaneamente
Gli impianti sarebbero stati chiusi per "garantire la sicurezza dei voli degli aerei civili"

L'ente di controllo dell'aviazione russa ha dichiarato che tutti e quattro gli aeroporti di Mosca e quello di Kaluga, 160 km a sud-ovest della capitale, sono stati appena chiusi temporaneamente, senza fornirne il motivo. Lo riporta Sky News.

La conferma dell'Agenzia federale

"Sono state imposte restrizioni temporanee alle operazioni degli aeroporti di Sheremetyevo, Domodedovo, Vnukovo, Zhukovsky e Kaluga per garantire la sicurezza dei voli degli aerei civili", si legge nel comunicato dell'Agenzia federale per il trasporto aereo, come ripreso da Interfax. Tutti questi aeroporti hanno sospeso gli arrivi e le partenze, afferma l'agenzia di stampa russa.

2 mesi fa
Kiev, raid russo nel mercato di Nikopol, 8 feriti
È quanto riferiscono le autorità locali, come riportato da Ukrainska Pravada.

Il mercato centrale di Nikopol è stato colpito in un raid russo e al momento 8 persone risultano ferite. Lo riferiscono le autorità locali, come riporta Ukrainska Pravda. I feriti, quattro uomini e due donne, sono stati ricoverati in ospedale.

2 mesi fa
'La Russia non pone precondizioni per trattare con Kiev'
È quanto dichiarato dal ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov in un'intervista ai media.

La Russia non ha posto alcuna precondizione per i colloqui sulla soluzione del conflitto in Ucraina, ma insiste affinché gli accordi già conclusi vengano attuati, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov in un'intervista ai media russi e stranieri, citato dall'agenzia Tass. "Quando ci viene detto che la Russia propone delle precondizioni (per i colloqui di pace), rispondo che non si tratta di precondizioni ma piuttosto richieste che ciò che è stato concordato in precedenza venga messo in pratica", ha detto il capo della diplomazia russa.

2 mesi fa
L'inviato di Trump per la Russia e l'Ucraina critica l'attacco di Mosca a Natale
Così Keith Kellog: "Gli Stati Uniti sono più determinati che mai a portare la pace nella regione".

"Il giorno di Natale dovrebbe essere un momento di pace, invece l'Ucraina è stata brutalmente attaccata. Lanciare attacchi missilistici e con droni nel giorno della nascita del Signore è sbagliato. Il mondo osserva da vicino le azioni di tutte e due le parti. Gli Stati Uniti sono più determinati che mai a portare la pace nella regione". Lo afferma Keith Kellog, l'inviato di Donald Trump per la Russia e l'Ucraina.

2 mesi fa
"La Russia sta bombardando il settore energetico ucraino"
In Ucraina, nonostante il Natale, è stata una notte di attacchi aerei con missili e droni: sono state segnalate esplosioni in varie città, tra cui Kiev.

I media di Kiev affermano che la Russia ha lanciato stanotte un massiccio attacco aereo con missili e droni contro l'Ucraina, prendendo di mira città in tutto il Paese.

La situazione

Oltre che a Kharkiv, esplosioni sono state segnalate in particolare a Dnipro e Kremenchuk. Diverse città ucraine hanno imposto blackout di emergenza durante l'attacco. L'aeronautica militare di Kiev ha riferito che bombardieri strategici russi Tu-95 si sono alzati in volo durante la notte e che un certo numero di missili da crociera Kalibr erano stati lanciati dal Mar Nero. La città orientale di Kharkiv in particolare è stata presa di mira da almeno sette attacchi missilistici, secondo il governatore regionale Oleh Syniehubov. I raid hanno causato incendi e danni alle infrastrutture civili, con due persone rimaste ferite e ricoverate in ospedale.

Il ministro dell'energia parla dell'attacco in corso al settore energetico

Il ministro dell'Energia ucraino German Galushchenko ha dichiarato stamattina che la Russia sta bombardando il settore energetico del Paese, senza specificare quali città siano sotto attacco.

2 mesi fa
Trump: "Voglio incontrare Putin al più presto"
Così il tycoon all'evento Turning Point USA a Phoenix, in Arizona.

Donald Trump ha lasciato intendere oggi che potrebbe incontrare Vladimir Putin agli inizi della sua presidenza. Parlando all'evento Turning Point USA a Phoenix, in Arizona, il tycoon ha ribadito di voler porre fine "rapidamente" alla guerra in Ucraina. "Una delle cose che voglio fare rapidamente è incontrare il presidente Putin e anche lui è d'accordo", ha detto Trump.

2 mesi fa
Putin: "In Ucraina ci avviciniamo ai nostri obiettivi"
Il presidente russo, in conferenza stampa, ha anche detto che "Mosca è pronta per i negoziati per porre fine alla guerra, ma anche Kiev deve esserlo".

La situazione nel conflitto in Ucraina sta cambiando "drasticamente" e la Russia si avvicina al raggiungimento dei suoi "obiettivi prioritari". Lo ha detto il presidente Vladimir Putin nella sua conferenza stampa di fine anno. Putin ha affermato che le truppe ucraine saranno costrette a lasciare la regione russa di Kursk, ma non ha voluto indicare una data esatta per la conclusione dell'operazione. "Non voglio indicare una data esatta, perché in tal caso le truppe si sentirebbero costrette ad accelerare le operazioni, a rischio di perdite maggiori", ha detto rispondendo a una donna che telefonava in diretta da un rifugio nella regione di Kursk. "Noi siamo pronti a negoziati, ma abbiamo bisogno che gli ucraini siano pronti a negoziati e a compromessi" per mettere fine al conflitto, ha poi affermato Putin, aggiungendo che "la politica è l'arte del compromesso e i negoziati sono un compromesso". Il presidente russo ha rivelato di essere pronto a incontrare il presidente eletto americano Donald Trump, sottolineando di non avere parlato con lui per "oltre quattro anni".

2 mesi fa
Ucraina, dalla Svizzera un pacchetto di aiuti umanitari da 45 milioni
Gli aiuti, spiega il Dipartimento federale degli affari esteri, "serviranno per ripristinare le infrastrutture energetiche, risanare gli alloggi danneggiati e sopperire ai bisogni urgenti in seguito ai bombardamenti russi".

Anche quest'inverno la Svizzera stanzia un pacchetto di aiuti umanitari per la popolazione ucraina: quasi 45 milioni di franchi che serviranno per ripristinare le infrastrutture energetiche, risanare gli alloggi danneggiati e sopperire ai bisogni urgenti in seguito ai bombardamenti russi. Oltre la metà della produzione energetica ucraina è venuta a mancare, lasciando milioni di persone senza un accesso adeguato all'elettricità, al riscaldamento e all'acqua, indica un comunicato odierno del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). La Svizzera si impegna soprattutto a favore dei gruppi vulnerabili della popolazione, tra cui vi sono gli sfollati interni e le persone che vivono in prossimità del fronte o in regioni remote. A questo scopo, la Direzione dello sviluppo e della c