USA
Scontro aperto tra Trump e Musk, il presidente americano: "Elon è impazzito"
Ats
un giorno fa
Per giorni i due hanno negato i dissidi dietro all'addio di Musk al suo ruolo nel governo. Il tycoon ha svelato di averlo cacciato "ed Elon ha dato di matto". La replica del patron di Tesla: "Senza di me Trump avrebbe perso le elezioni. È un ingrato".

È ormai rottura totale tra Donald Trump ed Elon Musk. Quello che fino a poche settimane fa era un rapporto strategico tra due dei personaggi più potenti e divisivi d’America si è trasformato in uno scontro a tutto campo, fatto di insulti, minacce, accuse reciproche e pesanti ripercussioni politiche, economiche e persino spaziali. "Abbiamo avuto un ottimo rapporto, ma Elon mi ha molto deluso", ha detto Donald Trump nello Studio Ovale accanto al cancelliere tedesco Friedrich Merz. Il presidente americano ha confermato quello che per giorni era stato smentito da entrambe le parti: la rottura c’è stata, ed è insanabile. "L’ho cacciato io dal governo", ha aggiunto, parlando dell’uscita di Musk dal suo ruolo di consulente. "Elon ha dato di matto", ha aggiunto. La replica del miliardario non si è fatta attendere: “Senza di me, Trump non avrebbe vinto le elezioni. I Democratici controllerebbero la Camera e i Repubblicani sarebbero 51 a 49 al Senato”. Poi l’affondo: “È un ingrato”. Al centro del conflitto c’è il “Big Beautiful Bill”, il maxi piano di spesa dei Repubblicani in discussione al Congresso. Trump lo definisce “una delle migliori leggi mai presentate, con 1'600 miliardi di tagli e il più grande sgravio fiscale della storia americana”. Musk, al contrario, lo considera un pasticcio approvato “nel cuore della notte, senza che nessuno l’avesse letto”. Secondo il presidente, le critiche di Musk derivano dalla fine degli incentivi per l’auto elettrica, ma Musk smentisce: “Mantenete pure quei tagli, ma eliminate la montagna di spese inutili. O fai una legge grassa e brutta, o una legge magra e bellissima”.

SpaceX, Wall Street e Tesla

Lo scontro si è poi spostato sul piano operativo. Dopo che Trump ha annunciato la volontà di interrompere i contratti pubblici con Elon Musk, il numero uno di SpaceX ha risposto con un messaggio shock: “SpaceX inizierà immediatamente a dismettere la navicella spaziale Dragon”. Un colpo potenzialmente devastante per i programmi spaziali americani: Dragon è infatti centrale per il trasporto verso la Stazione Spaziale Internazionale, per l’esplorazione di Marte (Red Dragon) e per il programma lunare (Dragon XL). Il conflitto tra i due colossi ha avuto ripercussioni immediate anche sui mercati. Tesla ha perso oltre il 14% in un solo giorno, bruciando circa 150 miliardi di dollari di capitalizzazione. Anche Trump Media and Technology Group ha sofferto, chiudendo in calo del 7,3%. Nei giorni precedenti, Tesla aveva già lasciato sul terreno un altro 8%, in un crollo complessivo di oltre 100 miliardi di dollari. Nella battaglia tra i due è intervenuto anche Steve Bannon, ex stratega di Trump e ora suo consigliere informale. In un’intervista al New York Times, Bannon ha chiesto che si annullino tutti i contratti pubblici con Musk e si indaghi sulla sua posizione legale: “Credo sia un immigrato illegale, andrebbe espulso immediatamente”.

Epstein, ombre sul presidente

Come se non bastasse, Elon Musk ha rilanciato anche uno dei temi più scottanti della politica americana: il caso Epstein. Secondo l’imprenditore, l’amministrazione Trump starebbe evitando di pubblicare i documenti completi per timore che coinvolgano direttamente il presidente. Alcuni atti già resi noti confermano che Trump volò almeno due volte sul jet di Epstein negli anni ’90, ma non è chiaro se i file ancora segreti contengano elementi nuovi. La Casa Bianca ha bollato l’uscita di Musk come “uno sfortunato episodio” e ha ribadito che il presidente è concentrato “sull’approvazione della legge storica”.

Provocazioni e sondaggi

Nel frattempo, Musk continua a rilanciare provocazioni. Su X ha risposto con un secco “Yes” a un post che chiedeva l’impeachment di Trump e la sua sostituzione con il senatore JD Vance. E poche ore dopo ha lanciato un sondaggio: “È ora di creare un nuovo partito politico in America che rappresenti davvero l’80% della popolazione di mezzo?”. In meno di un’ora, l’84% dei quasi 300mila partecipanti ha risposto “sì”.

Un divorzio che cambia gli equilibri americani

La frattura tra Trump e Musk non è solo personale. È simbolica e strategica. Riguarda il futuro dell’America: dai contratti federali all’auto elettrica, dalle politiche fiscali allo spazio, fino alla costruzione di un possibile nuovo soggetto politico. Uno scontro che mischia ambizioni presidenziali, visioni economiche divergenti e una sfida di potere senza precedenti tra due titani del nostro tempo.

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