Estero
Schiaffo a Macron tra la folla
Redazione
3 anni fa
Fermate due persone nel sud-est della Francia: sarebbero due “gilet gialli” e avrebbero partecipato a una manifestazione non autorizzata contro Macron che si è svolta poco prima

Si chiamano Damien e Arthur e hanno entrambi 29 anni i due fermati per lo schiaffo al presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, oggi nel sud-est della Francia. Stando a “fonti informate” citate da Le Figaro, i due graviterebbero nell’ambiente dei “gilet gialli”. Damien e Arthur sono originari del vicino paese di Saint-Vallier, incensurati. A dare lo schiaffo è stato Damien, esperto di arti marziali, in particolare kendo, e delle antiche arti marziali europee.

I due avrebbero partecipato a una manifestazione non autorizzata contro Macron, che si è svolta poco prima dell’arrivo del presidente, nella vicina città di Valence. Vi partecipavano 25 persone fra cui agricoltori, gilet gialli e militanti di estrema sinistra. I manifestanti sono stati respinti dalla polizia e hanno ripiegato su Tain-l’Hermitage, dove c’è stata poco dopo l’aggressione. Tutte le persone presente nel perimetro della visita del presidente erano stati perquisiti prima dell’accesso alla zona, comunque transennata.

Durante l’aggressione, l’uomo ha urlato il grido di battaglia dei Capetingi, i seguaci di Ugo Capeto, terza dinastia dei re di Francia: ‘Montjoie! Saint-Denis!”. Ha poi aggiunto chiaramente “a bas la Macronie”, abbasso il macronismo, uno slogan piuttosto diffuso nelle manifestazioni di protesta.

Non lasciamo dibattito in mano violenti
“Va tutto bene, bisogna relativizzare questo incidente che ritengo un fatto isolato”: lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, dopo l’incidente dello schiaffo subito oggi mentre era a contatto con la folla oggi durante una visita a Tain L’Hermigate, nel sud-est del paese. “Non permettiamo - ha detto Macron rispondendo alle domande del quotidiano locale, Le Dauphiné Libéré - che fatti isolati, o individui ultraviolenti, come ce n’è sempre qualcuno anche nelle manifestazioni, si impossessino del dibattito pubblico, non lo meritano”.

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