Parigi
Rinascita di Notre-Dame, i giardini della discordia
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Keystone-ats
un anno fa
Dopo l'acceso dibattito sul rifacimento della guglia - alla fine è stato deciso di ricostruirla identica a quella innalzata nell'Ottocento dell'architetto Eugène Viollet-Le-Duc- le proteste riguardano ora il progetto di ammodernamento delle immediate vicinanze della cattedrale.

A quattro anni dall'incendio del 15 aprile 2019, Notre-Dame-de Paris avanza a passo spedito verso la rinascita ma non mancano le polemiche su ciò che bisogna fare o non fare, tra custodi della tradizione e fautori del cambiamento. Dopo l'acceso dibattito sul rifacimento della guglia - alla fine è stato deciso di ricostruirla identica a quella innalzata nell'Ottocento dell'architetto Eugène Viollet-Le-Duc- le proteste riguardano ora il progetto di ammodernamento delle immediate vicinanze della cattedrale.

Le opposizioni

Nel giugno scorso, il paesaggista belga, Bas Smets, si è aggiudicato il concorso per riammodernare il sagrato e i giardini intorno al gioiello dell'arte gotica - di cui parte nel cosiddetto 'Square Jean XXIII' (anno 1844) - per un finanziamento di di 50 milioni di euro. I lavori delle zone circostanti dovrebbero cominciare al termine dei restauri di Notre-Dame, con riapertura dell'edificio al pubblico idealmente prevista per l'8 dicembre 2024 Festa dell'Immacolata Concezione. Nel progetto, Smets prevede di unire le aree verdi intorno alla cattedrale per dare al sagrato l'apparenza di una "radura", come se Nostra Signora di Parigi potesse risorgere da uno spazio bucolico nel cuore della capitale, ma molti si oppongono. Una petizione lanciata sul web per chiedere che la zona venga "riallestita in modo identico" ha già raggiunto da aprile 50.000 firme. I firmatari bocciano, tra l'altro, l'idea del paesaggista di unificare i due giardinetti (square) situati ad est di Notre-Dame per farne un solo spazio verde più esteso, che consenta di "giocare e fare pic-nic".

"Perderà la sua anima"

"Con uno scrigno snaturato, Notre-Dame perderà la sua anima", sostiene il promotore della petizione, Baptiste Gianeselli, che dice voler "difendere la città che ama e il suo patrimonio". Critiche bocciate dal comune parigino. "Con questi stessi argomenti - ribatte l'assessore Emmanuel Grégoire - oggi non ci sarebbero la Tour Eiffel, la piramide di Pei al Louvre, il Centre Pompidou e nemmeno il patrimonio haussmaniano". "Non si può mantenere tutto identico", rincara il sindaco di Paris-Centre, Ariel Weil. Associazioni ciclicamente opposte ai progetti della Ville de Paris, come anche Stéphane Bern, celebre divulgatore televisivo impegnato nella difesa dei beni culturali, si appellano in una lettera aperta al presidente Emmanuel Macron e alla sindaca, Anne Hidalgo, di optare per il "semplice restauro dei giardini", nei quali campeggia anche un busto del grande commediografo veneziano morto a Parigi, Carlo Goldoni (1707-1793).

Quattro condizioni

L'11 maggio scorso, la Commissione nazionale del patrimonio e dell'architettura (Cnpa), il cui parere è solo consultivo, ha dato il via libera al progetto di Smets ma a quattro condizioni, tra cui il mantenimento delle cancellate intorno ai giardini. A oltre quattro anni dal rogo che ha stravolto l'Europa, la cattedrale gotica sta ritrovando progressivamente la bellezza di un tempo, grazie all'esercito di operai, artigiani, restauratori e restauratrici, anche italiane, al lavoro senza sosta per ripulirla e bonificarla. Prima dell'incendio, Notre-Dame accoglieva annualmente 12 milioni di visitatori, 2.400 funzioni religiose e 150 concerti. Il cantiere può contare su uno slancio di solidarietà senza precedenti, con doni da tutto il mondo per 844 milioni di euro.