
A due settimane dall’uccisione dei due ibis eremita nella Riserva Pian di Spagna, la Polizia provinciale ha scoperto un nuovo grave episodio di bracconaggio in Valtellina. Stando a quanto anticipato dalla Provincia di Como, il blitz è scattato in una zona di passo molto frequentata dagli uccelli migratori, dove sostano tordi e allodole, in Alta Valle. Lì un cacciatore della Bassa Valtellina aveva allestito il proprio capanno e nei giorni scorsi ha abbattuto un’averla maggiore, specie protetta che nidifica nel Nord Europa e sverna più a sud. Durante il controllo, gli agenti hanno trovato richiami vivi con sigilli contraffatti, strumenti acustici ed elettromagnetici vietati, oltre a due fucili e diverse munizioni. Tutto il materiale è stato sequestrato.
Denunciato
L’uomo è stato denunciato alla Procura per uso di richiami abusivi, contraffazione di sigilli, abbattimento di specie protetta e maltrattamento di animali. Reati per i quali rischia sanzioni penali pesanti. Sul posto anche un veterinario dell’Ats della Montagna, che ha constatato le cattive condizioni dei richiami tenuti in gabbia, e un ornitologo in qualità di tecnico ausiliario di polizia giudiziaria. Le due allodole usate come richiami avevano anelli falsificati: un sistema utilizzato per mascherare esemplari catturati in natura. Il bracconiere aveva cercato di occultare i dispositivi illeciti interrandone persino i fili, ma gli agenti – coordinati dal comandante Marco Testa – sono riusciti a individuare tutto il materiale. Un nuovo segnale d’allarme su un fenomeno che continua a minacciare la fauna selvatica valtellinese.
