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Nave cargo in fiamme, si teme il disastro ambientale
Foto Shutterstock
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Redazione
3 anni fa
Lo Sri Lanka si prepara a fronteggiare la marea nera che potrebbe fuoriuscire da un momento all’altro dalla nave cargo devastata per 13 giorni da un incendio al largo delle coste della capitale

Lo Sri Lanka si prepara a fronteggiare la marea nera che potrebbe fuoriuscire da un momento all’altro dalla nave cargo devastata per 13 giorni da un incendio al largo delle coste della capitale Colombo e che rischia di provocare un disastro ambientale senza precedenti in un’isola conosciuta come un paradiso naturalistico.

Falliti a causa del maltempo i tentativi di salire a bordo da parte dei soccorritori per valutare la situazione e sondare le possibilità di rimetterla a galla e spostarla più lontano, la MV X-Press Pearl si è adagiata sul fondo dalla parte di poppa a 21 metri di profondità e viene sorvegliata a vista da elicotteri e mezzi navali.

A bordo ci sono 278 tonnellate di olio combustibile, 50 tonnellate di gasolio e 20 contenitori pieni di olio lubrificante. Sul posto anche un’imbarcazione della guardia costiera indiana con attrezzature adatte a contenere l’eventuale fuoriuscita di carburante. L’India aveva già partecipato alle operazioni per domare le fiamme che avevano iniziato a propagarsi il 20 maggio.

Una parziale rassicurazione è arrivata dal comandante dell’Autorità portuale dello Sri Lanka, Nirmal Silva: «Guardando il modo in cui la nave è bruciata, l’opinione degli esperti è che il petrolio a bordo potrebbe essersi esaurito, ma ci stiamo preparando per lo scenario peggiore», ha detto Silva, precisando tuttavia che non sono state osservate perdite di petrolio nelle ultime 36 ore. E non è ancora chiara l’origine delle macchie avvistate nei pressi delle spiagge di Negombo, a circa 40 chilometri da Colombo.

Ma non è solo il petrolio a minacciare il delicatissimo ecosistema marino. Nei 1’486 container a bordo, 81 dei quali classificati come «carico tossico», ci sono anche lingotti di piombo, 25 tonnellate di acido nitrico, altri prodotti chimici e cosmetici. Molti sono precipitati in mare e il mix che ne potrebbe derivare, sostengono gruppi ambientalisti, sarebbe micidiale.

Senza contare le tonnellate di microgranuli di plastica da imballaggio contenute in altri 28 container e che hanno sommerso le coste dell’area oltre a disperdersi in acqua. Da giorni le squadre di soccorso stanno tentando di ripulire le spiagge finora incontaminate, anche per non compromettere la ripresa del turismo post-Covid. Già ora «i danni all’ecosistema marino sono incalcolabili», secondo Hemantha Withanage, direttore esecutivo del Center for Environmental Justice dello Sri Lanka.

La pesca è sospesa in un raggio di 80 chilometri attorno alla nave ed è a rischio la fragile economia della zona. «Il divieto colpisce 4’300 famiglie del mio villaggio», ha detto all’Afp Denzil Fernando, capo del sindacato regionale dei pescatori. «La maggior parte delle persone - ha spiegato - vive con un pasto al giorno. Quanto tempo possiamo andare avanti così? O il governo ci permette di pescare o ci deve dare un risarcimento».

Nel paese monta la rabbia anche per il permesso accordato alla MV X-Press Pearl di dirigersi verso il porto di Colombo mentre era già nota la perdita di acido nitrico che poi ha provocato l’incendio e dopo essere stata respinta da India e Qatar.

E di risarcimenti ha cominciato a parlare anche il governo che - riporta la Bbc - ha avviato un’indagine penale sul disastro. «Calcoleremo i costi dall’inizio dell’incidente e chiederemo un risarcimento», ha annunciato in conferenza stampa il ministro dei porti Rohitha Abeygunewardene riferendosi a Singapore, dove la nave è stata immatricolata.

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