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Mimmo, il delfino che ha scelto Venezia: tra meraviglia turistica e timori degli esperti
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Redazione
13 ore fa
Da mesi staziona nel bacino di San Marco e attira folle di curiosi, ma l’eccessiva vicinanza dei turisti e i tour in barca dedicati mettono a rischio il suo benessere. Gli esperti valutano se guidarlo verso zone più tranquille della laguna o verso il mare aperto.

A Venezia il nuovo “ospite” della laguna si chiama Mimmo: un delfino che da mesi ha scelto come casa il bacino di San Marco, proprio nel cuore della città e tra le rotte più affollate dai turisti. La sua presenza è ormai diventata un’attrazione, con visitatori che si avvicinano in barca per fotografarlo, lanciargli oggetti o addirittura cibo. Un comportamento che sta però preoccupando gli esperti.

La sua presenza e il monitoraggio

Il monitoraggio dell’animale è affidato ai biologi del CERT di Padova, centro specializzato nello studio dei cetacei. Il delfino appare in buona salute e perfettamente adattato all’ambiente lagunare, tanto che gli studiosi stanno valutando se lasciarlo dove si trova o tentare di allontanarlo verso il mare aperto per garantirne la sicurezza. La presenza dei delfini in laguna non è insolita, ma la permanenza così prolungata in un’area tanto rumorosa e trafficata lo è: il bacino di San Marco è attraversato continuamente da motoscafi, vaporetti e gondole, un contesto che normalmente allontanerebbe un animale selvatico.

Non stressato né intrappolato

Secondo i tecnici del Museo di Storia Naturale di Venezia, Mimmo non sembra affatto stressato né intrappolato: al contrario, appare in ottime condizioni e sembrerebbe rimanere nel bacino per scelta. Una delle possibili ragioni è la salinità dell’acqua, più alta del solito in questo periodo e quindi più simile a quella marina. Un’altra motivazione, più problematica, è l’offerta costante di cibo da parte dei turisti, che lo abituano a un’alimentazione innaturale e alla presenza ravvicinata delle persone. Proprio questo comportamento rischia di nuocergli. "Bisognerebbe vietare i tour in barca organizzati apposta per avvicinarlo e prevedere un presidio che impedisca alle persone di nutrirlo", ha dichiarato al Corriere della Sera Luca Mizzan, biologo e direttore del Museo. Resta ora da decidere il da farsi. L’ipotesi di spostarlo in un’area più tranquilla, come la zona di Chioggia, è sul tavolo, ma non è detto che il delfino non torni a San Marco attratto dal cibo. L’allontanamento, comunque, non avverrebbe con la cattura dell’animale: gli esperti pensano a un sistema di suoni per guidarlo fuori dalla laguna.