La diretta
L'America ha scelto Trump, Harris chiama il tycoon per congratularsi
© KEYSTONE (AP Photo/Julia Demaree Nikhinson)
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«The Donald» è ufficialmente il 47. presidente degli Stati Uniti – Le congratulazioni di Viola Amherd e, in serata, quelle dell'attuale vicepresidente: «L'amministrazione Biden si impegnerà in una transizione pacifica» – Matteo Salvini: «Non saranno necessarie nuove armi a Kiev» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
6 mesi fa
Elezione di Trump, le reazioni dei quotidiani ticinesi
Corriere del Ticino e Regione si soffermano sulla netta vittoria del tycoon. Pelli: "Trump ha sfruttato gli errori e le incertezze della Harris". Ritzer: "Gli statunitensi hanno votato con la mano nel portafoglio".

L’elezione di Donald Trump a 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America ha trovato ampio spazio questa mattina negli editoriali pubblicati dai quotidiani ticinesi. Dalle colonne del Corriere del Ticino, il direttore Paride Pelli si sofferma sui numeri che hanno sancito la netta vittoria del tycoon, ma anche sulle “molte incognite” legate alla sua seconda presidenza.

Perché questo risultato

Secondo Pelli, Trump è stato in grado di rivolgersi agli americani “con più concretezza della Harris”, sfruttando “gli errori e le incertezze di quest’ultima e di chi l’aveva preceduta”, e proponendo ricette per l’economia interna più accurate rispetto a quelle dei democratici. Per quanto riguarda invece il tema della politica estera, “nessuno dei due candidati ha dato l’impressione di avere una linea definita". Infine, la presa del tycoon sulla questione immigrazione, altro argomento centrale negli Stati Uniti, è stata “da leader” e non ha concesso molto spazio alla sua rivale.

Gli Stati Uniti di (Latino)America

“Una definitiva latinoamericanizzazione degli Stati Uniti”. Così il direttore de laRegione, Daniel Ritzer, definisce il ritorno di Trump alla Casa Bianca. Infatti “ogni repubblica delle banane necessita di una guida carismatica in cui rispecchiarsi, alla quale tutto si perdona perché – dicono – con il suo temperamento sarà capace di risolvere ogni male che affligge la società”. Il 5 novembre, secondo Ritzer, gli statunitensi hanno votato “con la mano nel portafoglio e gli occhi rivolti ai prezzi degli scaffali dei supermercati”. E se le motivazioni economiche non sono sufficienti a spiegare il netto risultato in favore del tycoon, l’immagine di Trump dopo l’attentato di cui è stato vittima il 13 luglio, con la bandiera a stelle e strisce alle sue spalle, “ha conferito alla sua corsa quel tocco di realismo magico, probabilmente utile a renderla del tutto inarrestabile”.

 

 

6 mesi fa
Trump vince in Alaska
Lo afferma l'Associated Press

Donald Trump vince in Alaska, secondo le proiezioni dell'Associated Press.

6 mesi fa
Zelensky ha avuto uno scambio telefonico con Trump
«Abbiamo concordato di mantenere uno stretto dialogo e di far progredire la nostra cooperazione», ha dichiarato il presidente ucraino su X

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di aver avuto un «eccellente» scambio telefonico con Donald Trump dopo la sua vittoria alle elezioni presidenziali statunitensi. «Abbiamo concordato di mantenere uno stretto dialogo e di far progredire la nostra cooperazione», ha dichiarato il presidente ucraino su X. «Una leadership statunitense forte e incrollabile è essenziale per il nostro mondo e per una pace giusta», ha assicurato.

6 mesi fa
Biden sarà al giuramento di Trump in gennaio
Lo riporta Nbc citando alcune fonti

Joe Biden sarà al giuramento di Donald Trump in gennaio. Lo riporta Nbc citando alcune fonti.

6 mesi fa
Gli Obama si congratulano con Trump
«Questo non è ovviamente il risultato in cui speravamo» si legge in una nota

Barack e Michelle Obama si congratulano con Donald Trump e il suo vice JD Vance per la vittoria. «Questo non è ovviamente il risultato in cui speravamo. Ma vivere in una democrazia significa riconoscere che il nostro punto di vista non ha sempre la meglio e si deve essere disposti ad accettare una pacifica transizione», affermano dicendosi orgogliosi della campagna giocata da Kamala Harris. Barack e Michelle Obama ammettono quindi che gli ultimi anni sono stati difficili per l'America a causa della pandemia e dei rialzi dei prezzi. «Queste condizioni hanno creato dei venti contrari per i problemi», aggiungono.

6 mesi fa
Mike Pence si congratula con Trump e Vance
Lo stesso ha fatto con i nuovi membri repubblicani eletti in Congresso

Mike Pence invia la sue «sincere congratulazioni» al presidente-eletto Donald Trump e al suo vice JD Vance. Lo afferma l'ex vicepresidente, inviando le sue congratulazioni anche ai nuovi membri repubblicani eletti in Congresso.

6 mesi fa
Meloni sente Trump
Ne dà notizia Palazzo Chigi in una nota

«Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto stasera un primo colloquio telefonico con il presidente-eletto degli Stati Uniti d'America, Donald J. Trump, per congratularsi della vittoria elettorale». Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, spiegando che «la conversazione ha costituito l'occasione per confermare la solida alleanza, il partenariato strategico e la profonda e storica amicizia che da sempre legano Roma e Washington».

6 mesi fa
Il discorso di Kamala Harris: «La luce della promessa dell'America brucerà sempre luminosa»
Le parole della vicepresidente degli Stati Uniti

La vicepresidente Kamala Harris è salita sul palco della Howard University, a Washington, per pronunciare il suo concession speech, l'ultima apparizione della sua abbreviata campagna presidenziale. «La luce della promessa dell'America brucerà sempre luminosa» ha detto Harris. Lo sarà «finché continueremo a lottare» ha aggiunto. E ancora: «Sono orgogliosa della campagna che abbiamo corso e del modo in cui l'abbiamo corsa» ha detto Harris, con la voce rotta dall'emozione. Harris ha quindi confermato di aver parlato con Donald Trump, di essersi congratulata con lui per la vittoria e di aver affermato che l'amministrazione Biden «si impegnerà in un pacifico trasferimento di potere». «So che avete sentimenti contrastanti» ha poi detto rivolgedosi al pubblico. «Ma dobbiamo accettare il risultato del voto. Accetto la sconfitta, ma non è la fine della lotta per la nostra libertà. La lotta per il nostro Paese è un lavoro duro, ma ne vale sempre la pena».

6 mesi fa
Trump verso 312 grandi elettori, è al 51% nel voto popolare
Manca la «chiamata» di soli tre Stati

Quando manca ormai la «chiamata» di soli tre Stati, Donald Trump si appresta a vincere la corsa alla Casa Bianca con 312 grandi elettori su 538, dopo aver già superato la soglia magica dei 270.

Al momento, secondo le proiezioni della Fox, il leader repubblicano conta 292 elettori contro i 226 di Kamala Harris. Ancora in palio ci sono i 3 gradi elettori dell'Alaska, gli 11 dell'Arizona e i 6 del Nevada: in tutti e tre questi Stati Trump è saldamente in testa.

L'ex e futuro presidente ha incassato al momento quasi 72 milioni di voti popolari a livello nazionale (il 51%), contro i poco più di 67 milioni della sfidante democratica (47,5%).

6 mesi fa
Maduro a Trump: «Pronti a stabilire buone relazioni»
Il Venezuela aveva rotto le relazioni con Washington nel 2019

Dopo aver rotto le relazioni diplomatiche con Washington nel 2019 sotto la prima presidenza di Donald Trump, il governo venezuelano di Nicolas Maduro si dice adesso pronto a «stabilire buone relazioni» con gli Stati Uniti nonostante la vittoria del candidato repubblicano.

«Il Venezuela si congratula con il popolo degli Stati Uniti e con il presidente eletto Donald J. Trump», si legge in una nota del ministero degli Esteri di Caracas dove si afferma quindi che «il Venezuela sarà sempre disposto a stabilire buone relazioni con i governi degli Stati Uniti, in uno spirito di dialogo, rispetto e buon senso».

Il governo di Caracas sottolinea inoltre che «il riconoscimento della sovranità e dell'autodeterminazione dei popoli è fondamentale per la costruzione di un mondo nuovo, dove regni l'equilibrio tra nazioni libere» e ricorda poi che «il popolo venezuelano condivide legami storici con il popolo degli Stati Uniti, con il quale aspiriamo a percorrere un cammino di pace e giustizia sociale, dove non c'è spazio per la guerra, l'esclusione, la discriminazione».

Se dal punto di vista politico le relazioni bilaterali tra Usa e Venezuela attraversano una fase di estrema tensione per la contestata proclamazione della vittoria di Maduro alle presidenziali di luglio, dal punto di vista economico si tratta invece di uno dei momenti migliori. Washington è oggi il principale acquirente del petrolio venezuelano e, insieme alla Cina, il principale fornitore di beni importati.

6 mesi fa
Biden invita Trump alla Casa Bianca
Lo riferisce un funzionario dell'amministrazione citato dall'agenzia Bloomberg

Joe Biden ha parlato con Donald Trump e si è congratulato per la sua vittoria. Il presidente ha invitato Trump alla Casa Bianca per un incontro. Lo riferisce un funzionario dell'amministrazione citato dall'agenzia Bloomberg, secondo il quale Biden parlerà domani al Paese sul risultato delle elezioni e della transizione.

L'attuale presidente Usa ha parlato anche con Kamala Harris e si è congratulato per la sua campagna. Lo riferisce un funzionario dell'amministrazione, citato dai media.

6 mesi fa
Trump torna alla Casa Bianca: la reazione dei politici ticinesi
Fra delusione e soddisfazione, insegnamenti da cogliere e auspici in vista dal futuro, anche la politica ticinese reagisce all'elezione di Donald Trump

Fra delusione e soddisfazione, insegnamenti da cogliere e auspici in vista dal futuro, anche la politica ticinese reagisce all'elezione di Donald Trump, personaggio controverso ma a detta di molti col pregio di avere un programma politico più chiaro rispetto alla rivale Kamala Harris. Ticinonews ha quindi voluto far un giro di voci sulle Presidenziali statunitensi interpellando alcuni esponenti dei principali partiti ticinesi, iniziando con Nara Valsangiacomo dei Verdi, che non nasconde la sua delusione per l'elezione di Donald Trump.

Valsangiacomo: «Verso un’evoluzione preoccupante della protezione ambientale»
«È un peccato, un'occasione persa. Le politiche della presidenza Biden-Harris avevano portato delle misure concrete per raggiungere gli obbiettivi della politica climatica. Io penso soprattutto in questi termini. Il ritorno di Trump significherà non solo dei passi indietro in termini di politica climatica - lo ha già annunciato - ma anche delle misure che aveva già messo in atto nel suo primo termine che riguardavano portare indietro le politiche della tutela dell'ambiente del suolo, dell'acqua e dell'aria. Vedremo un'evoluzione molto preoccupante dal punto di vista della protezione dell'ambiente.

Branda: «Il tema dell’immigrazione è un combustibile fenomenale»
Più moderato, restando a sinistra, il giudizio del socialista Mario Branda, anche perché non sorpreso dall'esito delle urne. «Un risultato tutto sommato immaginabile, forse non in queste proporzioni e con questa nettezza con cui si è poi rivelata. Devo dire che i fattori possono essere molteplici - e lo sono -, però in politica il tema dell'immigrazione, della sicurezza e dei confini rimane sempre un combustibile fenomenale dal punto di vista di una campagna elettorale. Specialmente quando si è confrontati, come capita anche in America, con una popolazione anche in difficoltà o che sta subendo degli importanti processi di trasformazione.

Morisoli: «Chi ha condotto questo quadriennio deve piangere se stesso»
Ad essere invece sorpreso è il democentrista Sergio Morisoli, secondo cui un ritorno di questo genere, quindi di un ex presidente, «non sia mai successo prima nella storia, o perlomeno non nei recenti secoli. Per cui è una sorta di rivincita, ma si tratta soprattutto di un popolo che non ha mollato durante un quadriennio disastroso: quello condotto dai democratici. Quindi penso che chi ha condotto questo quadriennio deve rimpiangere se stesso per come lo ha condotto, perché il risultato lo abbiamo visto». E questo nonostante una politica meno protezionistica rispetto a Trump. Non si tratta dunque di una contraddizione per un liberale convinto?  «Dal mio punto di vista il protezionismo – anche se non mi piace - è uno strumento di ritorno da sfoggiare, perché il mondo non sta andando verso un mondo liberale o liberista o di liberi mercati. Ognuno fa i propri interessi e quando quelli commerciali non bastano, ecco che arrivano anche quelli militari come stiamo vedendo. Io penso che questo protezionismo (che può essere di breve o media durata) sia una soluzione per un continente grande come l'America, che è chiamato a giocare un ruolo di primo ordine a livello mondiale, quindi è una formula economica che sul momento può pagare».

Gobbi: «Una presidenza positiva per l’economia anche europea»
Un'elezione, quella di Trump, che soddisfa anche il leghista Norman Gobbi. «Sicuramente potrà dare degli spunti positivi, penso in particolare anche a una risoluzione del conflitto in Ucraina dato che il Cremlino si è detto disposto a sedersi a un tavolo di pace. Quindi credo che sia davvero una delle prospettive principali, perché se l'Europa è destabilizzata dai conflitti ecco che ne patiscono soprattutto gli europei e di conseguenza anche la Svizzera. Perciò credo che questa presidenza sia positiva, da un lato per l'economia americana, ma poi di riflesso anche per la realtà socio-economica europea, spero». Ma se avesse potuto, avrebbe votato Trump o Harris? «Avrei votato per Trump, perché incarna molto di più i miei valori e talvolta ha dei atteggiamenti sopra le righe, ma questo fa parte del personaggio».

Speziali: «Il presidente deve unire. Trump è una scelta problematica»
Un personaggio che Alessandro Speziali del PLR e Maurizio Agustoni del Centro valutano esattamente allo stesso modo. Per Speziali è chiaro «che nella nostra percezione è un personaggio estremamente controverso. Ha un linguaggio e un atteggiamento che alle nostre latitudini sarebbero inaccettabili. Certo, rappresenta l'anima di una larga parte dell'elettorato americano, ma ci si può aspettare l'elezione di un personaggio simile magari nel Parlamento. Il presidente deve essere anche una persona che unisce e riunisce attorno alle istituzioni. Abbiamo invece visto negli ultimi anni che le istituzioni le ha sfidate. Quindi, da questo punto di vista, è innegabilmente problematica la scelta. Però stiamo a vedere, non facciamo il processo alle intenzioni, vedremo soprattutto nella concretezza cosa avrà da dimostrare». Speziali ha poi voluto aggiungere che «il partito democratico deve interrogarsi parecchio perché sia sulla persona che i temi è stato sbagliato parecchio. Ogni tanto il centro sinistra si perde in battaglie di società che interessano poco e l'elettorato decide altrove».

Agustoni: «Chi si candida solo per fare opposizione non suscita entusiasmo»
Agustoni dal canto suo ritiene che lo scrutinio «insegna anche che chi si candida solo per fare opposizione a qualcun altro (o come alternativa a qualcuno) senza proporre un suo progetto, difficilmente riesce a suscitare l'entusiasmo dell'elettorato e forse questo è la motivazione principale per cui Harris non è stata eletta quale presidente degli USA».

6 mesi fa
Harris chiama Trump per congratularsi della vittoria
Lo riferisce la campagna della democratica

Kamala Harris ha chiamato Donald Trump per congratularsi per la vittoria. Lo riferisce la campagna della democratica.

Nella loro telefonata, Harris e Trump hanno discusso dell'importanza di «una pacifica transizione». Lo hanno detto fonti informate all'Associated Press.

Sul fronte giuridico, il procuratore speciale Jack Smith è in trattative con i vertici del Dipartimento di Giustizia su come porre fine ai procedimenti penali contro Donald Trump. Lo riporta Cnn citando alcune fonti, secondo le quali le trattative dureranno diversi giorni.

Smith ha incriminato Trump per l'assalto al Congresso del 6 gennaio e per le carte segreta a Mar-a-Lago.

Intanto, Trump ha vinto anche in Michigan, secondo le proiezioni di Nbc.

Il presidente eletto è avanzato anche a New York e in altre aree «blu» dell'America. Trump ha ottenuto il 44 per centro dei voti nel suo stato di origine contro il 55,7 per cento della Harris. Ma se Kamala ha vinto senza difficoltà i 28 voti elettorali dell'Empire State, lo ha fatto con una percentuale di gran lunga inferiore a quella di Biden nel 2020 (60,9% contro 37,7%).

Secondo il Washington Post la deriva conservatrice non ha riguardato solo l'America rurale: la maggior parte delle tremila contee degli Stati Uniti hanno svoltato a destra rispetto al 2020 e questo ha riguardato anche i ricchi sobborghi di Washington o di Filadelfia.

Nello stato di New York i guadagni per Trump sono stati ovunque, perfino nei cinque «boroughs» della più vasta area metropolitana d'America dove l'ex costruttore che nel 2019 ha cambiato la residenza a Palm Beach ha migliorato i suoi margini dal 2020 di sette punti (30,45%) contro il 67,7% della Harris.

Trump ha fatto campagna a New York nell'ultimo scorcio pre-elettorale con un maxi-evento al Madison Square Garden e prima ancora un comizio nel South Bronx mirato a catturare l'attenzione di afro-americani e latini.

Intanto, Emmanuel Macron e Donald Trump hanno espresso la loro «volontà di lavorare al ritorno della pace e della stabilità» di fronte alle «grandi crisi internazionali in corso», nella loro prima telefonata dopo la vittoria del tycoon alle elezioni americane. Lo ha reso noto l'Eliseo.

Nel corso dell'«ottimo scambio di 25 minuti», il presidente francese «ha sottolineato l'importanza del ruolo dell'Europa e ha detto al presidente Trump di essere disponibile a continuare la conversazione e a lavorare insieme su questi dossier», in particolare Ucraina e Medio Oriente, «quando avrà assunto l'incarico».

6 mesi fa
«Donald Trump ha vinto anche in Michigan»
È quanto afferma la Nbc

Donald Trump ha vinto in Michigan, secondo le proiezioni di Nbc.

Il presidente eletto è avanzato anche a New York e in altre aree «blu» dell'America. Trump ha ottenuto il 44 per centro dei voti nel suo stato di origine contro il 55,7 per cento della Harris. Ma se Kamala ha vinto senza difficoltà i 28 voti elettorali dell'Empire State, lo ha fatto con una percentuale di gran lunga inferiore a quella di Biden nel 2020 (60,9% contro 37,7%).

Secondo il Washington Post la deriva conservatrice non ha riguardato solo l'America rurale: la maggior parte delle tremila contee degli Stati Uniti hanno svoltato a destra rispetto al 2020 e questo ha riguardato anche i ricchi sobborghi di Washington o di Filadelfia.

Nello stato di New York i guadagni per Trump sono stati ovunque, perfino nei cinque «boroughs» della più vasta area metropolitana d'America dove l'ex costruttore che nel 2019 ha cambiato la residenza a Palm Beach ha migliorato i suoi margini dal 2020 di sette punti (30,45%) contro il 67,7% della Harris.

Trump ha fatto campagna a New York nell'ultimo scorcio pre-elettorale con un maxi-evento al Madison Square Garden e prima ancora un comizio nel South Bronx mirato a catturare l'attenzione di afro-americani e latini.

Inttanto, Emmanuel Macron e Donald Trump hanno espresso la loro «volontà di lavorare al ritorno della pace e della stabilità» di fronte alle «grandi crisi internazionali in corso», nella loro prima telefonata dopo al vittoria del tycoon alle elezioni americane. Lo ha reso noto l'Eliseo.

Nel corso dell'«ottimo scambio di 25 minuti», il presidente francese «ha sottolineato l'importanza del ruolo dell'Europa e ha detto al presidente Trump di essere disponibile a continuare la conversazione e a lavorare insieme su questi dossier», in particolare Ucraina e Medio Oriente, «quando avrà assunto l'incarico».

6 mesi fa
Politica economica di Trump: «La Svizzera rischia di subire un impatto indiretto»
L'analista Elena Guglielmin commenta le implicazioni che le strategie del tycoon potrebbero avere per la Confederazione

I mercati statunitensi hanno reagito in maniera positiva all’elezione di Donald Trump, la cui politica economica è molto chiara e basata sulla deregolamentazione. Una politica analizzata da vicino dagli esperti di UBS, che oggi hanno incontrato la stampa per delineare i trend emersi e le implicazioni economiche del voto odierno. «Parliamo di un programma dei repubblicani che è stato sempre assolutamente chiaro», commenta ai microfoni di Ticinonews l'analista Elena Guglielmin. «Trump si è sempre espresso con una certa precisione riguardo la riduzione delle aliquote fiscali per le aziende, dal 28 al 21%. Lui ha addirittura ventilato un possibile calo al 15%, ma si tratta di un obiettivo davvero molto difficile da raggiungere».

Il tycoon ha parlato anche di aliquote sulle persone fisiche che non verranno modificate. Vi sono poi degli incentivi legati alla transizione ecologica «che effettivamente potrebbero essere cancellati. Bisognerà vedere come l’intera tematica delle energie rinnovabili verrà dipanata dall’amministrazione Trump. Abbiamo inoltre tutti quei vantaggi molto apprezzati dai mercati, come una supervisione regolamentare ridotta, la quale offre indubbiamente un vantaggio notevole per il settore finanziario«. In definitiva »si assiste a una spinta a breve termine sulla crescita del PIL».

Venendo alle implicazioni concrete che le linee guida della politica economica di Trump potrebbero avere per la Svizzera, «rischiamo di subire un impatto indiretto - che a oggi non possiamo ancora quantificare - perché siamo forti esportatori in Europa e se questa dovesse essere soggetta ai dazi del 10% di cui parla Trump, ci sarebbe ovviamente un’implicazione negativa anche per la Confederazione». Non bisogna tuttavia dimenticare che ci sono anche aziende elvetiche che producono direttamente negli Stati Uniti «e loro ovviamente sarebbero avvantaggiate». A oggi «abbiamo un’economia svizzera sana. Noi prevediamo una crescita del PIL dell’1,5% nel 2025, però è chiaro che tutto questo è soggetto a quanto accadrà nei prossimi 12 mesi», conclude Guglielmin.

6 mesi fa
Le piattaforme di scommesse avevano azzeccato la vittoria di Trump
In media cinque di queste piattaforme - oltre a Polymarket, anche Betfair, Kalshi, PredictIt e Smarkets - hanno mostrato Donald Trump in vantaggio in vista dell'Election Day

A differenza dei sondaggisti le piattaforme di scommesse ci avevano azzeccato: «Abbiamo fatto la storia», ha proclamato su X Shayne Coplan, l'amministratore delegato di Polymarket, una delle società su cui gli utenti possono fare «scommesse» sull'esito di eventi futuri.

In media cinque di queste piattaforme - oltre a Polymarket, anche Betfair, Kalshi, PredictIt e Smarkets - hanno mostrato Donald Trump in vantaggio in vista dell'Election Day, secondo l'aggregatore Election Betting Odds citato dal New York Times.

I mercati delle previsioni - riporta il Times - avevano cominciato settimane fa a riflettere su una possibile vittoria di Trump nonostante che i sondaggi dessero la gara contro Kamala Harris un testa a testa. Questi mercati operano come borse valori, ma anziché azioni, gli utenti acquistano e vendono quote basate su previsioni di eventi come elezioni politiche, risultati sportivi, eventi economici o cambiamenti climatici.

Il prezzo delle quote riflette la probabilità percepita dell'evento: se molti credono che un evento accadrà, il prezzo aumenta; scende se pochi ci credono.

6 mesi fa
Nuovo aggiornamento: i repubblicani prendono il Senato, avanti alla Camera
Anche la cupola ottocentesca di Capitol Hill si tinge di rosso

Anche la cupola ottocentesca di Capitol Hill si tinge di rosso. I repubblicani conquistano il Senato americano e si avviano a mantenere il controllo della Camera spianando la strada a Donald Trump per una presidenza in discesa e una mano più che libera su leggi e nomine, come accadde all'inizio del suo primo mandato nel 2017. Senza contare il controllo sulla Corte Suprema, da anni ormai a maggioranza conservatrice.

L'onda rossa alla Camera alta del Congresso americano è partita dalla West Virginia con Jim Justice, il milionario governatore dello Stato che è riuscito a conquistare il seggio vacante dopo il ritiro del senatore indipendente Joe Manchin, spina nel fianco dell'amministrazione Biden fino all'ultimo.

In Ohio il trumpiano rivenditore di auto di lusso Bernie Moreno è riuscito a strappare il posto al senatore Sherrod Brown, il primo democratico in carica a cadere. Poi è stata la volta del Nebraska, con la senatrice in carica Deb Fischer che ha sconfitto l'indipendente Dan Osborn. Infine il Montana, dove il dem Jon Tester, in carica da tre mandati, ha perso contro il trumpiano Tim Sheehy, un ricco ex Navy Seal noto per i suoi commenti razzisti contro i nativi americani.

Sono riusciti a mantenere il loro posto Ted Cruz in Texas e Rick Scott in Florida, nonostante gli sforzi dei candidati democratici. Alla fine il Grand old party è salito a 52 seggi, per avere la maggioranza ne bastano 50, con buone chance di aumentare il vantaggio nelle prossime ore. Unica consolazione per i dem l'elezione in Delaware della prima afroamericana, Lisa Blunt Rochester.

Quanto alla Camera la situazione non è ancora definita ma i repubblicani sono avanti. Nel Grand old party hanno mantenuto il seggio lo speaker Mike Johnson, eletto in Louisiana e ringraziato dal presidente eletto come artefice di questo straordinario successo a Capitol Hill, e il controverso trumpiano Matt Gaetz; tra i democratici per ora Nancy Pelosi e Alexandria Ocasio-Cortez.

Le prossime ore saranno cruciali, con entrambi i partiti in grado di ribaltare una manciata di seggi, rendendo la battaglia per il controllo della Camera una vera e propria scommessa. Da una parte i democratici sono sulla buona strada per conquistare diverse posizioni a New York, dall'altra i repubblicani sono avviati a strapparne alcuni negli Stati del Blue Wall di Pennsylvania e Michigan. In queste ore drammatiche per i dem, il partito si aggrappa alla House come ultimo baluardo, la sottile linea blu contro uno tsunami rosso.

6 mesi fa
Telefonata tra Netanyahu e Trump, e arrivano i complimenti di Bezos
La conversazione è stata calda e cordiale, si legge in una nota

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato stasera con il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, come riferisce l'ufficio del premier sottolineando che è stato tra i primi a chiamarlo. La conversazione è stata calda e cordiale, dice la nota, Netanyahu si è congratulato con Trump per la sua vittoria elettorale e i due hanno deciso di lavorare insieme per la sicurezza di Israele. I due hanno discusso anche della minaccia iraniana.

Anche la Cina si è «congratulata con Trump per essere stato eletto presidente degli Stati Uniti». Lo ha detto il ministero degli Esteri cinese in una nota citata dal Global Times. «Rispettiamo la scelta del popolo americano», ha aggiunto il portavoce commentando l'esito delle elezioni presidenziali americane.

Pure Jeff Bezos, il fondatore di Amazon e proprietario del Washington Post, si congratula con Donald Trump per la vittoria. «Grandi congratulazioni al nostro 45esimo e ora 47esimo presidente per la straordinaria rimonta politica e la vittoria decisa. Auguro a Trump tutto il successo nel guidare e unire l'America», ha scritto Bezos su X.

Negli ultimi giorni Bezos è stato ampiamente criticato per la mancanza dell'endorsement a Kamala Harris da parte del Washington Post. Bezos è il proprietario di Blue Origin, la società spaziale rivale di SpaceX di Elon Musk.

6 mesi fa
Elon Musk è stato citato in giudizio in una class action per la sua lotteria
Come riferisce il Guardian, nella denuncia, presentata dalla residente dell'Arizona Jacqueline McAferty presso la corte federale, si afferma che Musk e il suo America Pac hanno falsamente indotto gli elettori a firmare una petizione affermando che avrebbero scelto i vincitori a caso

Elon Musk è stato citato in giudizio in una class action proposta ieri dagli elettori registrati che avevano firmato la sua petizione per vincere il suo «omaggio elettorale» da 1 milione di dollari al giorno. Ora sostengono che si trattava di una frode.

Come riferisce il Guardian, nella denuncia, presentata dalla residente dell'Arizona Jacqueline McAferty presso la corte federale, si afferma che Musk e il suo America Pac hanno falsamente indotto gli elettori a firmare una petizione affermando che avrebbero scelto i vincitori a caso. In realtà, i membri del Pac hanno selezionato i vincitori, sostiene la causa.

Gli stessi avvocati del patron di X e Tesla hanno affermato in tribunale che i risultati della lotteria non erano casuali, rivelando che i vincitori sono stati scelti per essere portavoce del gruppo. «I destinatari del milione di dollari non sono scelti a caso», ha sottolineato l'avvocato di Musk Chris Gober durante un'udienza in Pennsylvania.

«Sappiamo esattamente chi sarà annunciato come destinatario dei dollari oggi e domani», ha aggiunto. Musk, invece, aveva detto durante un comizio che il suo Pac avrebbe «assegnato 1 milione di dollari in modo casuale alle persone che hanno firmato la petizione».

6 mesi fa
Ecoattivisti anti-Trump a Londra, vernice contro ambasciata Usa
In un comunicato l'organizzazione ha affermato che «il mondo è scivolato ulteriormente verso il fascismo e la crisi climatica»

Due attivisti del gruppo ambientalista radicale Just Stop Oil sono stati arrestati per aver cosparso con vernice di colore arancione il muro perimetrale dell'ambasciata Usa a Londra in un'azione di protesta contro la vittoria nelle elezioni presidenziali americane di Donald Trump.

In un comunicato l'organizzazione ha affermato che «il mondo è scivolato ulteriormente verso il fascismo e la crisi climatica» e il ritorno di Trump alla Casa Bianca «mette a rischio la vita della gente comune» per il programma di massiccio sfruttamento dei combustibili fossili promesso dal presidente eletto oltre al dietrofront rispetto alla transizione «green».

Come si vede in un video, i due uomini finiti in manette, di 25 e 72 anni, hanno utilizzato due estintori carichi di vernice con una modalità sfruttata spesso da Just Stop Oil, noto nel Regno Unito anche per aver preso di mira in vari blitz importanti opere d'arte esposte nei musei.

Dal canto suo, la leader dell'opposizione venezuelana María Corina Machado si è congratulata con grande entusiasmo con Donald Trump per la sua vittoria alle elezioni presidenziali statunitense e ha affermato di contare sul sostegno della prossima amministrazione degli Stati Uniti per «garantire una transizione senza indugi verso la democrazia» in Venezuela.

«Il Venezuela sta vivendo giorni decisivi per milioni di cittadini e per la democrazia e la stabilità nella regione. Sappiamo di avere il sostegno dei popoli delle Americhe e dei loro governi democratici per garantire una transizione verso la democrazia senza indugio. E sappiamo anche che abbiamo sempre potuto contare su di te», ha concluso Machado.

A sua volta, il presidente del Kenya, William Ruto, si è complimentato con Donald Trump per l'elezione a nuovo presidente americano, con un post apparso sul suo profilo X.

«La sua vittoria testimonia la ferma volontà del popolo americano di riporre fiducia nella sua leadership visionaria, audace e innovativa» scrive Ruto, aggiungendo: «Mentre intraprende questa fase del suo percorso di leadership, il Kenya è pronto a rafforzare ulteriormente la nostra cooperazione su questioni di reciproco interesse, tra cui il commercio, gli investimenti, la tecnologia e l'innovazione, la pace e la sicurezza e lo sviluppo sostenibile».

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