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Patto USA-Russia sull'Ucraina, ma Kiev e l'Europa al momento sono fuori dai giochi
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15 ore fa
Tutti gli aggiornamenti sul conflitto.
6 ore fa
Il vertice Usa-Russia e l'Europa che non c'è, "È un periodo di grandi cambiamenti"
Bernardino Regazzoni, già ambasciatore svizzero, commenta i negoziati avvenuti a Riad tra Russia e Usa, ma anche il summit convocato a Parigi dal presidente francese. "È difficile dire se si arriverà alla pace", sottolinea l'esperto.

La Russia e gli Stati Uniti d'America cominceranno "a tempo debito" i negoziati sull'Ucraina. È quanto affermato ieri da Yuri Ushakov, consigliere per la politica estera del Cremlino, al termine dei colloqui avvenuti a Riad tra la delegazione statunitense e quella russa, i primi dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina dopo anni di gelo. L'obiettivo è quello di porre fine al conflitto e per Marco Rubio, segretario di Stato Usa, "anche l'Europa dovrà sedersi al tavolo dei negoziati". Europa che ieri, però, non c'era. Come leggere quanto emerso da questo vertice? E soprattutto, si arriverà realmente alla pace? "È difficilissimo dirlo", spiega a Ticinonews Bernardino Regazzoni, già ambasciatore svizzero.

"Ci sono in atto dei grandi cambiamenti"

 Per Regazzoni, durante delle trattative vanno valutati diversi aspetti, "come quello dell'integrità territoriale, la presenza dell'Ucraina e quella dell'Europa, che si è molto spesa in sostegno di Kiev". Certo è che quanto avvenuto in Arabia Saudita "è un primissimo passo positivo, ma bisognerà vedere come si svilupperà". Un vertice, quello tenutosi ieri, organizzato anche grazie al neopresidente statunitense Donald Trump. "Ci sono in atto dei grandi cambiamenti e c'è già chi parla di dare al tycoon il Nobel per la pace, ma è troppo presto".

Il summit di Parigi

Prima di Riad, di Ucraina si è parlato anche a Parigi, con il summit di crisi convocato dal presidente francese Emmanuel Macron. "Non ci si può aspettare che da un giorno all'altro ci sia un esercito europeo, ma credo che ci sarà, dal punto di vista della difesa europea, la considerazione di un'idea simile. Magari non con tutti i membri dell'Unione europea, ma con la presenza di un gruppo di paesi più ristretto". Tuttavia dalla capitale francese l'Europa è uscita spaccata sull'invio di truppe in Ucraina. Un aspetto che non sorprende Regazzoni. "Dall'oggi al domani, soprattutto su temi così delicati, è impossibile avere tutti i paesi sulla stessa linea", spiega l'esperto.

Cosa accadrà?

Come scritto, è difficile dire se il conflitto tra Russia e Ucraina terminerà presto o meno. "È un momento di grandi cambiamenti, per tutta la vita adulta mi sono occupato di relazioni internazionali e raramente ho vissuto un periodo come questo. Forse il 1989 si avvicina, ma in questo caso diventa difficile capire quanti punti di riferimento sono ancora validi e quali no".

15 ore fa
L'Ucraina come una "colonia Usa", ecco il possibile patto per una tregua
Una bozza negoziale trapelata sui media mostra quello che potrebbe diventare il futuro dell'Ucraina se la Russia dovesse accettare le condizioni proposte dagli Stati Uniti.

La colonizzazione dell'Ucraina sotto vessillo americano a tempo indeterminato. E' l'orizzonte che Kiev - e Bruxelles - potrebbero vedersi imposta dall'amministrazione Trump stando a una bozza negoziale Usa trapelata sui media britannici. Bozza che mette nero su bianco la cifra di 500 miliardi di dollari di "accordi economici" evocata pubblicamente nei giorni scorsi dal presidente Donald Trump come compensazione che gli Stati Uniti si attendono a fronte degli aiuti forniti in tre anni di guerra con la Russia.

Il documento

Il testo, datato 7 febbraio, è stato visionato fra gli altri dal Daily Telegraph in copia. Stando a questa copia, si tratterebbe di un proposta d'intesa - accolta per ora negativamente dal presidente Volodymyr Zelensky e fatta poi filtrare ai media dal suo entourage - che non riguarda solo lo sfruttamento americano delle terre rare o di altre risorse minerarie ucraine citato da The Donald. Ma si tradurrebbe in un controllo dell'economia di Kiev a largo raggio: dalla cogestione dei porti e di altre infrastrutture all'esclusiva su quei giacimenti di petrolio, gas o carbone non situati nelle regioni orientali russofone ormai occupate dalle forze di Vladimir Putin Mosca, le più ricche di materie prime del Paese. Il documento, classificato come "confidenziale", fa riferimento sulla carta a "investimenti congiunti" ucraino-americani destinati a evitare che attori "ostili possano trarre beneficio dalla ricostruzione dell'Ucraina". Tuttavia sembra avere in effetti i contorni di un accordo capestro, che ricorda "le riparazioni" imposte in passato ai nemici dopo un conflitto perduto. Secondo il giornale britannico, se il testo fosse confermato, si tratterebbe di condizioni più gravose perfino di quelle riservate a Germania e Giappone nel 1945 dopo la disfatta nella Seconda guerra mondiale. Con un peso stimato sul Pil ucraino superiore in proporzione a quello imposto alla stessa Germania in seguito al Trattato di Versailles che mise fine alla Prima guerra mondiale.

"Uno scenario decisamente indigeribile per l'Europa"

A giudicare dalla sintesi partorita dal Telegraph, la bozza d'accordo lascerebbe di fatto a Mosca ciò che controlla oggi, fotografando l'esistente, in cambio del dominio economico di Washington sul restante territorio "sovrano" del Paese ex sovietico. Dominio da esercitare anche per evitare - par di capire - il timore di una concorrenza futura della Cina. Il tutto, nelle intenzioni, in un quadro di marginalizzazione e umiliazione dell'Ue e degli alleati europei in generale. "Io penso che sia uno scenario decisamente indigeribile per l'Europa", ha commentato al giornale Ian Bond, ex diplomatico e attuale vicedirettore del Centre for European Reform di Londra. "In sostanza - ha proseguito - Trump sembra voler agire rivendicando all'America il diritto d'impossessarsi delle risorse nazionali dell'Ucraina come contropartita al sostegno dato finora. Anche se, a guardar bene l'ammontare complessivo degli aiuti a Kiev, la verità è che gli Usa hanno fornito più assistenza militare, ma l'Ue ha garantito molto di più in termini di aiuti finanziari e umanitari: cosa che Donald Trump considera essenzialmente come inesistente".

15 ore fa
Patto USA-Russia sull'Ucraina, ma Kiev e l'Europa al momento sono fuori dai giochi
Stati Uniti e Russia si sono trovati a Riad, in Arabia Saudita, per la prima volta dall'inizio del conflitto con l'obiettivo di trovare un accordo e porre fine alla guerra.

È un nuovo patto, una sorta di reset quello stabilito nei colloqui USA-Russia a Riad, i primi dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina dopo anni di gelo. Basta leggere le condizioni concordate - secondo il dipartimento di Stato americano - dalle due delegazioni, entrambe soddisfatte dell'esito: "Nominare i rispettivi team di alto livello per iniziare a lavorare su un percorso per porre fine al conflitto in Ucraina al più presto in un modo che sia durevole, sostenibile e accettabile da tutte le parti", ma anche "normalizzare" le relazioni diplomatiche e "gettare le basi per una futura cooperazione tra i due Paesi su questioni di reciproco interesse geopolitico e sulle storiche opportunità economiche e di investimento" dopo la conclusione della guerra. Quindi "pace" in Ucraina ma anche affari tra Washington e Mosca e intesa sugli equilibri di potere nel mondo.

Nuovo vertice europeo a Parigi

Un vertice criticato da Volodymyr Zelensky, che ha lamentato l'esclusione di Kiev e chiesto "colloqui equi" anche con UE, Regno Unito e Turchia durante l'incontro ad Ankara con Recep Tayyip Erdogan - candidatosi ad ospitare i futuri negoziati di pace - prima di rinviare al 10 marzo la visita a Riad per evitare coincidenze sospette. Intanto Emmanuel Macron - secondo la Reuters - ha in programma di ospitare domani un secondo incontro per discutere di Ucraina e sicurezza europea, probabilmente in videocollegamento, estendendo l'invito ai Paesi europei che non erano presenti ai colloqui di lunedì e al Canada, alleato della NATO.

"Tutti devono fare concessioni"

"Tutte le parti devono fare concessioni", ha detto il segretario di Stato Marco Rubio dopo quello che ha definito un "pre-negoziato", quattro ore e mezzo di faccia a faccia in uno dei palazzi della famiglia reale saudita, Diriyah, nel complesso di Albasatin. Alla destra dei mediatori arabi - il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan Al Saud, e il consigliere per la sicurezza nazionale saudita Mosaad bin Mohammad Al-Aiban - Rubio, il consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz e l'inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff. Alla sinistra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il consigliere diplomatico del Cremlino Iuri Ushakov. Nessuna stretta di mano iniziale, almeno davanti a fotografi e cameramen. Presente, ma ad altri incontri a margine, anche Kirill Dmitriev, l'oligarca consigliere informale del Cremlino con studi in Usa, un passato a Goldman Sachs e McKinsey ed ora ceo del fondo di investimento sovrano russo.

Europa e Ucraina fuori dai giochi

Esclusi, almeno per ora, Zelensky e il vecchio continente, sebbene Rubio abbia assicurato che "anche l'Europa dovrà sedersi al tavolo dei negoziati", se non altro perché "ha imposto sanzioni a Mosca". Poco dopo l'incontro il capo della diplomazia USA ha avuto una conferenza telefonica per un primo confronto con i ministri degli Esteri del Quint: Italia, Francia, Germania e Regno Unito più la rappresentante UE Kaja Kallas. Il Cremlino, dal canto suo, ha ribadito che Vladimir Putin è pronto a negoziati con Zelensky "se necessario", risollevando però il problema della sua legittimità, dato che è rimasto in carica dopo la scadenza nel maggio 2024 grazie alla legge marziale. Tant'è che uno dei punti fissi dei vari presunti piani di pace trapelati finora evoca nuove elezioni in Ucraina.

Le condizioni di Mosca

Per ora sembra Mosca a dettare le condizioni. Prima dell'incontro a Riad, il Cremlino aveva messo in chiaro che una "soluzione a lungo termine" del conflitto è "impossibile senza un esame completo delle questioni di sicurezza nel continente" europeo. Il riferimento, in particolare, è all'espansione della NATO verso est e all'impegno preso nel 2008 a far entrare Ucraina e Georgia, pur senza fissare una data. Il giorno prima Lavrov aveva escluso qualsiasi cessione territoriale, mentre oggi ha insistito sul fatto che per Mosca "è inaccettabile" lo schieramento in Ucraina di forze di Paesi NATO in operazioni di peacekeeping. Dopo il vertice, il capo della diplomazia russa ha riferito che gli americani hanno iniziato a "comprendere meglio" la posizione di Mosca e che russi e americani non solo si sono "ascoltati" a vicenda, ma si sono anche "compresi".

Lavrov bacchetta Zelensky

Strigliata invece a Zelensky, che dovrebbe essere fatto "ragionare e ricevere una bacchettata sulle mani". Unica concessione del Cremlino la possibilità che Kiev entri nella UE: "Questo è un diritto sovrano di qualsiasi Paese. Stiamo parlando di processi di integrazione economica. Qui, ovviamente, nessuno può dettare nulla a un altro Paese, e noi non lo faremo", ha assicurato il portavoce Dmitri Peskov.

Interessi diplomatici

Nel frattempo, a Riad americani e russi hanno concordato di "stabilire un meccanismo di consultazione per affrontare gli elementi irritanti per le nostre relazioni bilaterali con l'obiettivo di adottare le misure necessarie per normalizzare il funzionamento delle nostre rispettive missioni diplomatiche". Tra i primi frutti la liberazione dei prigionieri americani: l'ultimo, ieri, il 28enne Kalob Byers Wayne, arrestato per una piccola quantità di marijuana.

un giorno fa
Mosca, "A tempo debito i negoziati con gli Usa sull'Ucraina"
È quanto affermato da Yuri Ushakov, consigliere per la politica estera del Cremlino.

La Russia e gli Usa cominceranno "a tempo debito" negoziati sull'Ucraina. Lo ha detto il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov, al termine dei colloqui a Riad. "Sarà il presidente Putin a decidere quando i colloqui con gli Usa sull'Ucraina cominceranno", aggiunge Ushakov, come riporta Interfax. "Abbiamo discusso (di questo argomento), abbiamo delineato i nostri approcci fondamentali e concordato che i singoli team di negoziatori su questo argomento entreranno in contatto a tempo debito", ha detto Ushakov in un'intervista alla televisione di Stato russa, ripresa dall'agenzia Interfax. Alla domanda di quando questo potrebbe avvenire, Ushakov ha risposto: "Gli americani dovrebbero nominare i loro rappresentanti, noi nomineremo i nostri e poi, probabilmente, il lavoro procederà".

"I negoziati vanno bene"

"I negoziati con gli Usa vanno bene, le parti hanno avuto conversazioni molto serie su tutte le questioni", ha aggiunto Ushakov, presente al tavolo tra russi e statunitensi a Riad. Ushakov ha poi detto "improbabile" che l'incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump si svolga la prossima settimana, ma si lavora all'organizzazione, riportano le agenzie russe. Washington e Mosca nomineranno squadre "di alto livello" per negoziare la fine del conflitto, hanno affermano dal canto loro gli Usa in un comunicato al termine del primo round di colloqui. "Anche l'Europa ha imposto sanzioni" alla Russia "e quindi anche l'Europa dovrà sedersi al tavolo dei negoziati" sull'Ucraina, "ma prima di tutto dobbiamo mettere fine a questo conflitto e Trump è l'unico leader al mondo che può riuscirci", ha detto il segretario di Stato Usa Marco Rubio.

2 giorni fa
L'Europa si spacca sull'invio di truppe in Ucraina
È quanto emerge dal vertice di Parigi indetto dal leader francese Emmanuel Macron.

L'Europa si presenta ancora una volta spaccata all'appuntamento con la storia. Con lo spauracchio di essere esclusi dal dialogo avviato fra Donald Trump e Vladimir Putin sull'Ucraina, i principali leader del Continente si sono incontrati e hanno discusso, ma poi hanno lasciato l'Eliseo e il presidente Emmanuel Macron -che li aveva convocati per un summit di crisi- senza trovare una linea comune, a cominciare dall'ipotetico invio di truppe di pace in Ucraina auspicato dall'ospite.

Oltre tre ore d'incontro

Dopo più di tre ore, i capi dei governi di Francia, Italia, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Danimarca, Polonia e Olanda - alla presenza dei vertici Ue e della Nato - si sono trovati solo sui principi generali, ovvero sulla necessità di condividere le scelte con gli Stati Uniti, l'esigenza di garantire una pace giusta e di proteggere l'Ucraina. Macron ha addirittura fatto precedere la riunione da un gesto eloquente, una telefonata di una ventina di minuti con Donald Trump, un segnale di mano tesa e di volontà di collaborazione. Ma non è bastato.

Olaf Scholz contro l'invio di truppe in Ucraina

Il primo ad uscire dalla riunione è stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ribadendo la necessità che Europa e Stati Uniti agiscano "sempre insieme" per la sicurezza di tutti. Scholz ha insistito in particolare sull'aumento del "finanziamento" dello sforzo europeo per la sicurezza, accettando di andare oltre le regole di bilancio di solito invalicabili per la Germania. Quanto invece al dossier che più di ogni altro ha spaccato i partecipanti, il possibile invio di truppe in Ucraina, il cancelliere è il capofila di quelli che non ne vogliono neppure sentir parlare, almeno per il momento. Si è definito anzi "irritato" da chi ha avanzato questo tema: "Credo - ha detto - che sia del tutto prematuro parlarne ora. Anzi sono anche un po' irritato per questo dibattito. Voglio dirlo chiaramente: qui si discute sulla testa degli ucraini di trattative di pace che ancora non hanno avuto luogo, alle quale gli ucraini non hanno detto di sì e non si sono nemmeno seduti al tavolo".

Anche Giorgia Meloni contrariata

Arrivata per ultima al vertice, quando tutti erano seduti attorno al tavolo già da un'ora, anche Giorgia Meloni non ha nascosto le sue perplessità, a partire dal formato ristretto della riunione, che ha escluso ad esempio gli Stati baltici e del Nord, i più esposti al rischio di estensione del conflitto. Non si possono apparecchiare caminetti "anti-Trump", né scegliere una linea in contrasto con gli Stati Uniti, sarebbe stato il senso del ragionamento della premier, secondo cui l'opzione di inviare truppe europee di deterrenza in Ucraina sarebbe "la più complessa e la meno efficace", soprattutto senza adeguate "garanzie di sicurezza" per Kiev. Meloni avrebbe quindi esortato a "esplorare altre strade" e soprattutto a coinvolgere e farsi coinvolgere da Washington, perché "è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza comune".

La visione polacca e quella britannica

Il polacco Tusk, ha ammesso che i rapporti fra Europa e Stati Uniti entrano ormai in "una nuova fase" ed ha riferito che "tutti i partecipanti" alla riunione ne hanno convenuto. Ma, ha aggiunto, si rendono conto "unanimemente" che "un aumento delle spese di difesa è assolutamente necessario". Come Madrid, anche Varsavia però è risultata quanto meno riluttante all'ipotesi di stivali sul terreno, opzione alla quale ha invece aperto Keir Starmer, primo ministro britannico che la settimana prossima andrà a Washington da Trump e vorrebbe ricoprire il ruolo di "facilitatore" fra Europa e Usa. Come lui la pensa anche la Svezia, che pure non partecipava alla riunione di oggi.

Un vertice senza risultati

Macron, dopo aver salutato i suoi ospiti, ha sorpreso un po' tutti non prendendo la parola in nessun modo dopo il vertice, un atteggiamento inedito per lui, che ama solitamente comunicare ai francesi il risultato delle sue iniziative: segno che le sue proposte per trovare un'unità di intenti europea non hanno dato frutti. La richiesta, insistita, per un impegno ad inviare truppe e sempre più armi per difendere l'Ucraina e garantire una pace giusta non hanno convinto la maggioranza degli invitati. Stando ad alcuni funzionari informati sui preparativi per l'incontro di Parigi, il capo dell'Eliseo aveva abbozzato l'ipotesi della creazione di una "forza di rassicurazione" da posizionare non su una futura linea di cessate il fuoco in Ucraina, ma "al di qua".

"L'Ucraina merita la pace

L'assenza, preventivata da Parigi, di un documento finale di questa riunione, sempre definita "informale" proprio per evitare spaccature irreparabili, rende impossibile capire quali siano stati i temi "esclusi" dai disaccordi, e quelli sui quali invece si potrebbe lavorare ad un'intesa. "L'Ucraina merita la pace attraverso una posizione di forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico di tutta la sua parte di assistenza militare all'Ucraina", sono state le parole di Ursula von der Leyen dopo aver lasciato l'Eliseo.

2 giorni fa
Riunione dell'Ue sull'Ucraina, la Svizzera non è stata invitata
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Lo ha detto l'addetto stampa del Dipartimento federale degli affari esteri.

La Svizzera non è stata invitata a Parigi alle consultazioni odierne tra paesi europei, con la presenza di UE e NATO, sulla situazione in Ucraina e sulla sicurezza dell'Europa. Lo ha riferito a Keystone-ATS Michael Steiner, addetto stampa del Dipartimento federale degli affari esteri. Questo incontro era informale e ha riunito solo un numero limitato di rappresentanti di Stati, ha precisato Steiner. Negli scorsi anni, la Svizzera ha organizzato due importanti conferenze sull'Ucraina. Nel 2022, l'Ukraine Recovery Conference a Lugano ha definito i punti chiave del processo di ricostruzione del paese dopo la guerra. Otto mesi fa, la Confederazione ha accolto i rappresentanti di circa 90 Stati e organizzazioni internazionali al Bürgenstock (NW) per la Conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina.

2 giorni fa
"L'incontro con Putin? Molto presto"
Donald Trump non è stato in grado di fornire una data sui possibili colloqui con il presidente russo, ma prevede che avverranno molto presto.

"Nessuna data stabilita, ma potrebbe essere molto presto". Cosi' il presidente Usa Donald Trump ai reporter che gli hanno chiesto i tempi di un incontro con il suo omologo russo Vladimir Putin. "Tipo questo mese?", hanno incalzato i cronisti. "Beh, sarà presto. Vedremo cosa succede, si stanno incontrando adesso", ha detto riferendosi agli imminenti colloqui a Riad tra americani e russi. "Questo avrebbe dovuto essere fatto quattro anni fa, tre anni fa, prima che iniziasse, ma avrebbe dovuto essere fatto subito dopo che è iniziato, invece di farlo ora, tre anni dopo", ha aggiunto.

Il ruolo della Gran Bretagna

Dal canto suo, il primo ministro britannico Keir Starmer ha dichiarato di essere pronto a inviare truppe in Ucraina, qualora fosse necessario per garantire la sicurezza della Gran Bretagna e dell'Europa. Il Regno Unito sta svolgendo un ruolo di primo piano nel supportare Kiev nella guerra contro la Russia, il che "significa anche essere pronti e disposti a contribuire alle garanzie di sicurezza per l'Ucraina inviando le nostre truppe sul campo se necessario", ha scritto Starmer sul Daily Telegraph.

Distrutti 90 droni ucraini nella notte in territorio russo

Intanto, Mosca afferma che le difese aeree hanno intercettato e distrutto stanotte 90 droni ucraini sul territorio russo e un missile guidato Neptune sul Mar d'Azov. Lo riporta l'agenzia di stampa Tass, citando il Ministero della Difesa della Russia.

Attaccate diverse zone dell'Ucraina

Da parte loro, le autorità di Kiev affermano che le forze russe hanno attaccato stanotte diverse zone dell'Ucraina, causando danni e disservizi. Lo riportano i media locali. In particolare 10 droni russi avrebbero preso di mira la città di Zaporizhzhia colpendo alcuni magazzini, che hanno preso fuoco. Interruzioni di corrente dovute ai raid si sono verificate invece a Kherson. Esplosioni anche a Kharkiv, attaccata da velivoli senza pilota di tipo Shahed.

3 giorni fa
Ucraina: riunione a Parigi domani dei "principali paesi europei"
Lo ha confermato il Ministro degli Esteri francese Barrot.

La Francia, attraverso il suo ministro degli esteri, Jean-Noel Barrot, conferma la riunione domani a Parigi sull'Europa e la situazione in Ucraina dei "principali paesi europei".

Partecipanti ancora non precisati

Il presidente francese Emmanuel Macron riunirà domani a Parigi "i principali paesi europei" per discussioni incentrate sulla "sicurezza europea", ha confermato il ministro Barrot. Intervistato dalla radio France Inter, il 41enne non ha precisato quali saranno i partecipanti a questa "riunione di lavoro".

3 giorni fa
"Le parole di Trump provano il suo impegno per la pace"
Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino Peskov. Pochi giorni fa Trump aveva dichiarato che l'Ucraina "potrebbe essere russa un giorno".

Le dichiarazioni di Donald Trump provano il suo impegno per la pace e il presidente americano è il benvenuto in Russia in qualsiasi momento voglia farvi visita. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalle agenzie di Mosca.

"Altri leader stranieri sarebbero ben accolti" alle celebrazioni

Peskov ha aggiunto che qualsiasi altro leader straniero sarebbe bene accolto se decidesse di partecipare il prossimo 9 maggio alle celebrazioni a Mosca per l'80esimo anniversario della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale.

4 giorni fa
Zelensky: "Ho rifiutato l'accordo con gli USA sulle terre rare"
Secondo il presidente ucraino, l'accordo "deve essere collegato con le garanzie di sicurezza".

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky annuncia di aver rifiutato l'accordo con Washington sulle terre rare. Zelensky dice che l'accordo "deve essere collegato con le garanzie di sicurezza". "L'accordo - ha detto il leader ucraino, come riporta Rbc Ukraina - era pronto a livello ministeriale. Ma io sono il presidente e avrò un'influenza sulla qualità di questo documento. Ed è per questo che non ho lasciato che i ministri firmassero l'accordo, perché non è pronto, secondo me. Non è ancora pronto a proteggere i nostri interessi", ha detto.

4 giorni fa
Mosca: "Conquistato un altro villaggio nell'Ucraina orientale"
Le truppe russe avanzano lentamente ma inesorabilmente da mesi contro le forze ucraine meno numerose e meno equipaggiate.

L'esercito russo ha rivendicato oggi la conquista di un altro villaggio ucraino nella regione orientale di Donetsk, dove le sue truppe avanzano lentamente ma inesorabilmente da mesi contro le forze ucraine meno numerose e meno equipaggiate. Il ministero della Difesa di Mosca ha fatto sapere che unità del 'Raggruppamento Centro' hanno preso il controllo di Berezivka, una località situata vicino a una strada che collega due roccaforti ucraine nella regione: le città di Pokrovsk e Kostiantynivka.

4 giorni fa
Zelensky: "Pronti a un piano comune, ma Trump incontri prima me"
Il presidente ucraino a Monaco punta il dito contro Putin: "Parla a tu per tu con l'America, proprio come prima della guerra quando si incontrarono e sembrava che volessero spartirsi il mondo".