
La riduzione dei dazi statunitensi sui prodotti svizzeri dal 39% al 15% dovrebbe favorire la crescita economica della Svizzera, secondo il KOF, con un impatto positivo stimato tra 0,3 e 0,5 punti percentuali sul PIL. La crescita prevista per il 2026 potrebbe così tornare sopra l'1%. Inoltre, il KOF non prevede più la perdita di migliaia di posti di lavoro nei settori maggiormente colpiti dai dazi, come meccanica, strumenti di precisione, orologeria e alimentare. Nonostante ciò, il KOF avverte che restano significativi rischi per l'economia elvetica. Anche con dazi ridotti, si stima una perdita di crescita dello 0,2%, equivalente a circa 150 franchi di reddito in meno per abitante. Preoccupazioni maggiori derivano dalle politiche statunitensi per abbassare i prezzi dei farmaci e dai massicci investimenti promessi dall'industria farmaceutica agli USA, che potrebbero spostare capacità produttive e catene di fornitura fuori dalla Svizzera.
Il settore farmaceutico
Il settore farmaceutico, che rappresenta circa il 6% del PIL, è considerato particolarmente esposto. Il KOF prevede che lo spostamento della produzione verso gli Stati Uniti ridurrà nel medio termine le esportazioni farmaceutiche svizzere. Inoltre, si ritiene probabile che la fase di forte crescita del settore nella Confederazione stia per concludersi e che una futura stagnazione non sia uno scenario irrealistico.
Gli investimenti
Infine, gli oltre 200 miliardi di dollari di investimenti promessi dalle imprese alla produzione statunitense entro il 2028 potrebbero avere conseguenze negative sugli investimenti in Svizzera. È incerto anche cosa accadrebbe se le aziende non riuscissero a mantenere tali impegni. Le concessioni nel settore agricolo non dovrebbero invece avere un ruolo rilevante. Anche lo spostamento della raffinazione dell'oro negli USA non dovrebbe modificare in modo significativo l'avanzo commerciale elvetico, poiché negli ultimi anni il commercio dell'oro non ha quasi mai generato un surplus con gli Stati Uniti.
