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I ghiacciai asiatici verso un punto di non ritorno
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Keystone-ats
4 giorni fa
Sono considerati il terzo polo del pianeta e potrebbero aver superato nel 2018 il punto di non ritorno, la soglia critica oltre la quale lo scioglimento diventa inevitabile.

Alcuni dei ghiacciai dell'Asia, considerati il terzo polo del pianeta, potrebbero aver superato nel 2018 il punto di non ritorno, la soglia critica oltre la quale lo scioglimento diventa inevitabile. A suggerirlo è l'analisi dei dati del ghiacciaio Kyzylsu, nel Tagikistan, raccolti tra il 1999 e il 2023 da uno studio coordinato dall'Istituto di scienza e tecnologia austriaco e pubblicato sulla rivista "Communications Earth & Environment". L'Asia meridionale e centrale ospita alcune delle più vaste distese ghiaccio del pianeta, come l'Himalaya, il Tibet e l'Hindu Kush, talmente grandi da essere determinanti non solo per il clima locale ma anche per l'intero pianeta. Proprio per questo la regione è detta anche come terzo polo ma a differenza di Artico e Antartide lo scioglimento in atto nelle regioni asiatiche è stato monitorato con minore attenzione.

Himalaya e Karakorum non più immuni

Si ritiene che i ghiacci dell'Himalaya e del Karakorum siano stati quasi immuni dagli effetti del riscaldamento globale ma le nuove osservazioni indicano che questa tendenza potrebbe essere cambiata. Proprio per comprendere meglio quel che sta avvenendo è stato istituito da qualche anno un sito di monitoraggio sul ghiacciaio Kyzylsu, nel Pamir nord-occidentale, nel Tagikistan centrale, i cui dati hanno ora permesso di ricostruire il comportamento del ghiacciaio dal 1999 al 2023. "Abbiamo modellato il clima del bacino idrografico, il suo manto nevoso, i bilanci di massa del ghiacciaio e i movimenti dell'acqua - ha detto uno degli autori, Achille Jouberton - ma indipendentemente da come abbiamo analizzato il modello, abbiamo visto un importante punto di svolta al più tardi nel 2018. Da allora, la diminuzione delle nevicate ha modificato il comportamento del ghiacciaio e ne ha influenzato la salute". Indicazioni che, spiegano gli autori, da sole non bastano a lanciare un allarme per tutta la regione, tuttavia, potrebbe essere un segnale importante di una nuova tendenza che potrebbe presto coinvolgere anche la parte restante del terzo polo.