Sindacati
Contratto nazionale mantello dell'edilizia, ancora nessun accordo ma "i negoziati sono stati intensi"
©Gabriele Putzu
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Ats
19 ore fa
Ieri sono proseguite le trattative per il rinnovo del Contratto nazionale mantello (CNM) per l’edilizia principale, che a breve giungerà a scadenza. Se entro la fine dell’anno non si raggiunge un risultato nelle trattative, nel settore edile si verificherà per la prima volta da oltre un decennio una situazione di "vuoto contrattuale", sottolineando i sindacati Unia e Syna.

Dopo sette round di negoziati e diverse mobilizzazioni in tutta la Svizzera, i sindacati Unia e Syna hanno comunicato che nessun accordo è stato ancora trovato riguardo a un contratto nazionale mantello nel settore edile. A loro dire mancano in particolare soluzioni per compensare il carico elevato dovuto a orari di lavoro e ai tempi dei tragitti. Riconoscendo che alcuni punti sono stati "intensamente discussi" con la Società svizzera degli impresari-costruttori (SSIC) ieri durante la settima tornata, Unia e Syna sostengono che non sia stato ancora raggiunto un risultato concreto. In un comunicato odierno citano il potere d'acquisto, "sia per la vita famigliare dei lavoratori dell'edilizia che per ridare attrattiva al ramo". Con migliori condizioni si potrà lottare efficacemente contro l'acuta penuria di manodopera qualificata.

Il rischio di un "vuoto contrattuale"

I due sindacati avvertono che se nessun accordo verrà trovato entro fine anno, il settore delle costruzioni si troverà per la prima volta da oltre un decennio in una situazione di vuoto contrattuale. Ciò porterebbe di fatto a uno sciopero nazionale. Il contratto nazionale - che scade a fine 2025 e va rinegoziato - regola in effetti le condizioni di circa 80'000 lavoratori. Diverse manifestazioni si sono già svolte in Svizzera nel quadro dei negoziati. Fra le rivendicazioni vi sono giornate di lavoro più corte, pagamento integrale dei tempi di percorrenza per gli spostamenti e un'indennità per la pausa del mattino.