Salari
La forbice salariale si allarga di nuovo
Immagine Shutterstock
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Thomas Schürch
2 anni fa
Aumenta il divario tra gli stipendi più alti e quelli più bassi all'interno delle aziende. Lo rivela uno studio di Unia.

Nel 2021 la forbice salariale si è allargata, raggiungendo un rapporto di 1:141. Secondo Unia, i bassi salari hanno segnato il passo e le retribuzioni dei manager sono aumentate. Nel contempo, le imprese hanno distribuito agli azionisti 82 miliardi di franchi. Il rincaro “rafforza le disparità, perché nella vita quotidiana a soffrirne sono soprattutto i redditi bassi e medi”, si legge in un comunicato.

La possibile soluzione

Aumenti salariali generali sono, secondo Unia, il mezzo più efficace per ridurre a breve termine la disparità salariale e migliorare gli stipendi bassi. Diventano urgenti in seguito “alla minacciosa perdita di potere d’acquisto dovuta al forte rincaro e al rischio, quest’anno, di un aumento dei premi delle casse malati”. Sono due problemi che incidono sulla vita quotidiana soprattutto delle persone con redditi bassi e medi. Inoltre “vi è la necessità di recuperare un ritardo che può essere compensato solo con aumenti salariali generali e non individuali. Soprattutto durante la crisi del coronavirus i lavoratori e le lavoratrici hanno dovuto fare sacrifici. Adesso devono ricevere finalmente qualcosa in cambio per tutti i loro sforzi”.

Bassi salari molto diffusi

Nel 50% percento delle imprese esaminate i salari più bassi sono inferiori a 50’712 franchi all’anno. Con tredici mensilità, si tratta di 3’900 franchi. Questo li pone ben al di sotto della soglia dei salari bassi, che in Svizzera è di 53’320 franchi. Ciò rispecchia “una generale evoluzione in Svizzera. I salari reali del 10% più basso in Svizzera sono aumentati tra il 2016 e il 2020 solo dello 0,5%, mentre quelli del 10% più alto del 4%. Le retribuzioni dei topmanager persino del 12%”.

Alcuni esempi

Dopo che nel 2020, contrariamente alla tendenza di lungo termine, la forbice salariale è rimasta stabile e molto ampia, nel 2021 si è nuovamente allargata. In media, nelle 43 maggiori imprese svizzere, il salario più alto è stato 141 volte superiore a quello più basso. Nel 2020 il rapporto era invece di 1:136. La maggiore disparità salariale è stata registrata alla Roche. Lì, un/una dipendente con il salario più basso possibile dovrebbe lavorare 307 anni per guadagnare lo stipendio annuo del Ceo Severin Schwan. “Il classico argomento, secondo il quale le imprese non possono permettersi aumenti salariali generali, non è plausibile visti gli 82 miliardi distribuiti all’azionariato. Piuttosto vediamo una redistribuzione dai salariati ai manager e agli azionisti”. 

Azionariato e personale

Nell’esercizio 2021, 40 società hanno distribuito dividendi per quasi 42 miliardi di franchi. Inoltre, gli azionisti hanno approfittato di riacquisti di azioni per 40 miliardi di franchi svizzeri. È un aumento del 56% rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo, alcune di queste imprese redditizie “hanno licenziato personale. È il caso della Novartis, che impiega sino a 15 miliardi per riacquisti di azioni proprie e nello stesso tempo effettua licenziamenti di massa. Nel 2021 e 2022 questa impresa altamente redditizia ha annunciato solo in Svizzera 1’400 licenziamenti”. Anche Roche e Ubs hanno effettuato ingenti pagamenti agli azionisti e nello stesso tempo hanno licenziato personale, 400 persone alla Roche e 700 all’Ubs. “Un altro dato che mostra di quanto si sottragga al personale è il rapporto tra Ebit e distribuzioni agli azionisti del 54%. Quindi, le imprese distribuiscono in media agli azionisti un importo superiore alla metà dell’Ebit”.