Ospiti
Giulia Maria Beretta - Mi impegno per una cultura viva in dialogo tra addetti e pubblico, localmente e globalmente. Non limitata a spazi ed eventi culturali, ma che si manifesta in tutto il contesto urbano che invita a scoprirli.
Redazione
3 anni fa
1965 | Indipendente | Artista-artigiana | già membro dei Verdi, Candidata n.2 al Municipio e n.4 al Consiglio comunale di Locarno per Sinistra Unita

Sono un’artista-artigiana della ceramica 55enne, madre divorziata di due figli adolescenti. Svizzera con origini danesi e americane, sono cresciuta ad Ascona. Ho iniziato il mio percorso di ceramista a 17 anni, a fianco di mia nonna Caterina presso la Ceramica San Rocco al Monte Verità. Dopo un bachelor tecnico a Londra ho ripreso per diversi anni il laboratorio di famiglia. In seguito ho vissuto 20 anni a Zurigo e due a Londra, dove seguivo un Master di ceramica. Sono tornata nel Locarnese nel 2015.

Ambientalismo è per me un tessuto sociale in armonia con il territorio. L’anno scorso mi sono candidata per il Consiglio Comunale con i Verdi del Locarnese, attivandomi nel comitato e in diverse campagne, ma è in un’area progressista unita che mi identifico realmente. Ho politica e cultura nel DNA, mio padre Efrem prima di venire eletto come giudice d’appello è stato municipale di Ascona, dove ha fondato il Museo d’Arte Moderna. Era un grande uomo di cultura e Liberale Radicale vecchia scuola: devo a lui i miei valori, pur non identificandomi nel pensiero liberale, tantomeno neoliberale. Qui alcuni temi a me cari:

Cultura a 360°: La cultura non si limita a spazi ed eventi culturali, ma si manifesta in tutto il contesto urbano che invita a scoprirli. Cultura è anche l’ambiente nel quale operiamo e come vi interagiamo ne è la massima espressione. Una cultura viva non è di rappresentanza e consumo, ma in dialogo tra addetti e pubblico, localmente e globalmente.

Territorio: Il nostro patrimonio naturale e costruito è minacciato da banalizzazione e monetizzazione, dove il profitto di pochi compromette un bene collettivo: il paesaggio —anche urbano. Sfruttiamo questo capitale, curiamo un turismo più sostenibile, radicato nella salvaguardia e specificità dei nostri luoghi.

Economia: Riqualifichiamo i quartieri, i punti d’incontro e di svago. Ridiamo respiro al centro storico, alle sue botteghe, esercizi, mercati, incentivando un’offerta locale indipendente. Promuoviamo Arti e mestieri, agricoltura e gastronomia sostenibili, attingendo alla più preziosa delle risorse: la gente.

Parità: A Locarno il rapporto sbilanciato tra i generi è evidente anche nell’amministrazione cittadina. Le donne sono ancora ai margini. Una madre che rinuncia a formazione e carriera per dedicarsi alla famiglia, non investe nel proprio futuro. Anche un apparente benessere non salvaguarda da povertà, controllo coercitivo e violenza. Strutture d’accudimento dei figli, adeguate ed accessibili, sono essenziali per la partecipazione delle donne alla società.

Urbanistica: Con la crisi Covid gli esercizi si sono riversati in piazze e viali, aprendo un nuovo modo di condividere lo spazio pubblico. Cogliamo quest’occasione per disegnare un‘urbanistica a predominanza verde, fondendo l’interesse collettivo con quello privato in uno scambio reciproco di risorse. Immaginiamo un centro storico ospitale e coltivato per una Grande Locarno ben collegata, con infrastrutture condivise.

Mobilità: La Città Ticino necessita di trasporti pubblici capillari. Godiamo anche di un clima ideale per le due o tre ruote che, oltre a ridurre le immissioni e non sfruttare energie fossili, conferiscono una dimensione più umana alla città. Ma una nuova cultura della mobilità lenta è un processo organico che matura con la popolazione. Invitiamo alla rinuncia progressiva dell’auto tramite interventi che coinvolgano e sensibilizzino commercianti e pubblico, troviamo un consenso che rivalutando la Locarno del passato la proietti nel futuro.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata