
Dopo i comunicati stampa delle scorse settimane OCST passa all’azione, con un’opera di volantinaggio presso tutti i centri Manor del Ticino (Ascona, Bellinzona, Balerna, Locarno, Biasca, Sant’Antonino, Vezia e Lugano) per protestare contro i quasi 500 licenziamenti decisi dal gruppo in tutta la Svizzera, in vista di un processo di semplificazione e di aumento del ramo e-commerce. Volantini sono stati quindi consegnati a circa 300 dipendenti. “In tutti i punti vendita è stato riscontrato un clima di incertezza e paura riguardo al proprio futuro occupazionale”, scrive l’OCST, aggiungendo che “questa azione sindacale è stata percepita dal personale come un atto di sostegno e solidarietà nei loro confronti”. Nel flyer (che trovate allegato in basso) si domanda a Manor a rispondere a una serie di domande sull’entità dei licenziamenti in Ticino, che non sarebbe ancora stata chiarita, sulla possibilità di un nuovo ridimensionamento in futuro e su quella che per il sindacato è una mancata applicazione delle procedure di licenziamento collettivo. Si invita inoltre il personale a prendere contatto per rivendicare i propri diritti.
I punti critici
Per l’OCST appunto una delle questioni più gravose riguarda la mancata comunicazione di Manor con il personale dei negozi. Solo a S.Antonino infatti, scrive il sindacato, c’è stata un’effettiva discussione con i lavoratori, dove sono stati poi annunciati 13 tagli al personale. Nelle altre sedi invece, “singoli collaboratori sono chiamati ad un colloquio in sede per essere licenziati individualmente o per sottoscrivere “un accordo” di modifica del grado di occupazione”. Secondo l’OCST questa condotta viola le disposizioni sui licenziamenti collettivi, in quanto a loro parere “la ristrutturazione in atto in Ticino, che coinvolge tutti i punti vendita, debba rientrare nel contesto della procedura di licenziamento collettivo e che, contestualmente, debba essere rispettata in tutti i suoi disposti”. Questo perché i punti vendita “sono infatti geograficamente vicini tra loro e quindi sono da considerarsi come un’unica entità”. Il sindacato, si legge infine, si riserva la facoltà di valutare il carattere abusivo dei licenziamenti in base all’art. 336 cpv. 2 lettera c.

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