
Il via libera dal Senato italiano all’accordo sui frontalieri annunciato ieri non ha trovato solo soddisfazione fra le file della politica italiana, ma anche Ticinese. Questo accordo, lo ricordiamo, sostituisce quello in vigore dal lontano 1974, e dovrebbe entrare in vigore nel 2024. Nell’attesa che ora anche la Camera approvi l’intesa italo-svizzera, anche a livello ticinese questa è stata accolta a braccia aperte. Ai nostri microfoni il direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia Christian Vitta si è infatti detto soddisfatto e fiducioso sull’entrata in vigore di questo disegno di legge nel breve termine, anche se qualche preoccupazione inizia a farsi sentire in ambo le parti.
“Una convergenza delle forze politiche”
“Il passaggio al Senato ora spiana sicuramente la strana in tempi abbastanza rapidi a livello italiano”, spiega Vitta, precisando che l’accordo non solo è stato approvato dal Senato, “ma è stato approvato con una quasi unanimità totale. Questo significa che vi è una convergenza delle varie forze politiche”. Oggi è quindi possibile affermare con un po’ più di certezza che a partire dal 1° gennaio 2024 “questo accordo entrerà in vigore dopo tanti anni di negoziazione”.
Soddisfazione, ma anche tante preoccupazioni
Tanta soddisfazione, ma anche qualche certezza in più rispetto agli episodi passati, come conferma Vitta. “Perlomeno c’è uno scenario di riferimento che è abbastanza chiaro e che ha una buona probabilità di essere messo in vigore”. Quello che per Vitta è interessante notare è il fatto che attorno all’iter di approvazione di questo accordo in Italia “è anche emersa la preoccupazione da parte italiana del tema del frontalierato in termini di perdita di forza lavoro e competenze sul territorio”. Ma anche dal lato ticinese le preoccupazioni non sono totalmente assenti, “per noi è piuttosto la pressione sul mercato del lavoro e sui salari”. Una preoccupazione comune, quindi, che tocca lo stesso ambito ma da due diverse prospettive e che rappresenta “un terreno su cui dialogare e confrontarci con la Regione Lombardia per trovare elementi e meccanismi che permettano alle due regioni di gestire meglio questo fenomeno”. Elementi che andranno poi trasmessi a Berna e a Roma, “come si è fatto con l’accordo sui frontalieri”, ha concluso Vitta.