
Saranno necessari maggiori accertamenti per stabilire l'età del richiedente l'asilo comparso ieri mattina davanti alla Corte delle Assise criminali per rispondere dell'abuso sessuale nei confronti di una giovane su un treno regionale Lugano-Chiasso avvenuto lo scorso ottobre. Stando a quanto riferisce il Corriere del Ticino, l’imputato ha infatti fornito versioni contradditorie. “Ho 16 anni, non 19”, ha detto ieri, spiegando di aver mentito in precedenza perché certi suoi amici in carcere alla Farera gli avrebbero consigliato di dire di essere maggiorenne perché “così mi avrebbero lasciato andare prima”. Il dibattimento è stato dunque sospeso.
I fatti
La vittima, allora 15.enne, stava rientrando a casa dopo una serata in discoteca e sul treno era stata avvicinata dall’imputato a processo ieri e da un complice, minorenne, già condannato a un anno di carcere (il massimo della pena comminabile a un minore). Quest’ultimo aveva abusato di lei, incosciente, nel bagno del vagone. Fuori, a fare da palo e in attesa del suo turno, il giovane a processo ieri (accusato di violenza carnale) e una terza persona mai identificata. Entrambi erano stati arrestati lo stesso giorno dei fatti e posti in detenzione preventiva.