
Togliere ai Comuni la possibilità di applicare un moltiplicatore differenziato per le persone fisiche e quelle giuridiche. È la richiesta formulata dal deputato Marco Noi, in un’iniziativa parlamentare presentata per il Gruppo Verdi del Ticino a poco più di una settimana dal "sì" alla moratoria sul moltiplicatore espresso dal Gran Consiglio.
Le motivazioni
A cinque anni di distanza dalla decisione del Parlamento di approvare la riforma fiscale per l’adeguamento alla RFFA, “si stanno manifestando quelle turbolenze che nascono quando si mettono in un’eccessiva competizione fiscale entità relativamente piccole, ma con funzionalità complementari, come possono essere le realtà comunali”, si legge nel testo dell’iniziativa. Si sta delineando all’orizzonte “quello che si temeva a suo tempo, ovvero che un gioco al ribasso e fondamentalmente al massacro al quale assistiamo già a livello internazionale e intercantonale, possa impregnare anche le dinamiche intercomunali”.
Le conseguenze
La paura di perdere indotto fiscale dalle persone giuridiche, in particolare dei Comuni più grossi al centro degli agglomerati urbani, a causa della concorrenza che i più piccoli potrebbero esercitare abbassando il proprio moltiplicatore per le persone giuridiche, “sta sollevando nuove dinamiche finanziarie che generano ulteriore tensione e incertezza”. Infatti “i grossi centri rivendicano nuovi flussi perequativi con i Comuni limitrofi, sui quali ben difficilmente sarà possibile trovare un consenso”.
“Più un problema che un’opportunità”
Il fatto, si legge ancora, che dopo cinque anni di tempo a disposizione, i Comuni e i partiti che li governano giungano alla vigilia dell’implementazione di questa differenziazione di moltiplicatore “praticamente spaccati e indecisi sul da farsi, è un ulteriore segnale che questo strumento non è gestibile nel nostro cantone, e quindi è decisamente più un problema che un’opportunità”.